domenica 27 gennaio 2019

pc 27 gennaio - Contro repressione, condanne e sfruttamento dei lavoratori della logistica Milano 29/1 ore 11 Palazzo di giustizia

Per rispondere pubblicamente alle condanne della magistratura schierata con il potere, per denunciare i nuovi livelli repressivi, l’ attacco al diritto di sciopero e al protagonismo dei lavoratori immigrati, il Csa Vittoria e il S.I. Cobas insieme agli avvocati terranno una conferenza stampa martedì 29 gennaio alle ore 11 nella sala stampa al 3° piano del Palazzo di giustizia di Milano.

Inviamo alcune riflessioni a caldo, che invitiamo a far girare, sulla pesante condanna per lo sciopero della logistica alla DHL di Settala (MI)
La sentenza dell’ 8 gennaio per lo sciopero davanti ai cancelli della DHL di Settala del marzo 2015 parla da sola: 1 anno e 8 mesi al Coordinatore nazionale del S.I. Cobas e ad altri compagni e delegati DHL del S.i.Cobas e del C.s.a Vittoria; 2 anni 3 mesi e 15 giorni ad una compagna del C.s.a Vittoria;
e 2 anni 6 mesi e 5 giorni ad un compagno del C.s.a Vittoria. Una sentenza che rappresenta un atto repressivo inaudito per la sua gravità perché scientificamente comminata quale atto intimidatorio e segnale politico ad un’opposizione di classe che sta trovando una sua strada nella concretezza nelle lotte provando a indicare una prospettiva più complessiva di trasformazione dei rapporti di produzione.
  Non ci sentiamo certo vittime e sarebbe quasi ridicola la formulazione di questa sentenza per una giornata di mobilitazione dove non si è registrato alcun benché minimo atto di tensione, come dimostrato da tutto l’iter processuale e dalla stessa richiesta d’assoluzione da parte del PM, se non fosse che proprio questo dato è quello che segnala la portata di questo attacco repressivo così grave e sopra le righe persino da un punto di vista giuridico. Il dato sostanziale che però ci interessa sottolineare è come questa condanna rappresenti una chiara rappresaglia e monito preventivo contro chi prova ad essere realmente opposizione di classe, lottando giorno dopo giorno per condizioni di vita e di lavoro migliori, in una prospettiva che è però quella di trasformazione radicale di una società basata sullo sfruttamento di classe. Un’opposizione di classe che non si pone su un piano di compatibilità generale, tenendosi ben al di fuori dal teatrino della politica istituzionale, che prova a dare organizzazione ad un immaginario che renda possibile e praticabile l’idea di una società senza più classi né sfruttamento. Questa è anche una sentenza che dichiaratamente si pone quale ulteriore elemento di un’escalation repressiva di ciò che si rappresenta come una guerra a bassa intensità che ha visto dei compagni e delle compagne del Vittoria ricevere a fine dicembre 2018 una condanna a diversi mesi per la loro partecipazione alla lunga ed eccezionale lotta all’Esselunga di Pioltello (che record 2 condanne in venti giorni), che ha visto un pesante attacco a militanti del movimento per il diritto all’abitare a Milano come a Cosenza come in altre città d’Italia, con l’accusa (anche questa ridicola se non fosse gravissima) di organizzazione a delinquere con la finalità di occupare le case e dare un tetto a chi non se lo potrebbe altrimenti permettere.        
E citiamo solo gli ultimi atti che da un punto di vista qualitativo ci sembra vadano oltre la “normalità” repressiva scusandoci per eventuali dimenticanze. Questa sentenza che, anticipandolo, si colloca inoltre nel solco delle scelte repressive del razzista e xenofobo decreto “sicurezza”, arriva dopo un susseguirsi di denunce, fermi, cariche poliziesche, intimidazioni ai delegati e ai lavoratori del S.I. Cobas, fino ad arrivare alla denuncia per “estorsione” al coordinatore nazionale colpevole unicamente di essere quadro dirigente di un sindacato che ha sconquassato i tavoli del potere e del comando dei padroni della logistica collusi con organizzazioni malavitose.

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