sabato 19 gennaio 2019

pc 19 gennaio - Migranti, i 3 sopravvissuti: «Meglio morire che tornare in Libia - E il governo Salvini/Di Maio è con i governanti libici e collabora a questa strage infinita

Centosettanta vittime in due naufragi. Centosettanta persone morte in mare dall'inizio dell'anno nelle acque di quel mar Mediterraneo che anche nel 2019 si conferma «cimitero dei migranti». I barconi del sogno europeo non si fermano e continuano a partire dalla Libia, in fuga da «violenze e abusi», dalle torture dei centri di detenzione. 
L'ultima tragedia è avvenuta , quando le autorità libiche avvistano un gommone in difficoltà con 50 migranti a bordo a nord di Garabulli. La Guardia costiera di Tripoli, che aveva stimato in 50 il numero di persone a bordo, invia prima una motovedetta - poi costretta a tornare indietro per avaria - e poi allerta un mercantile battente bandiera liberiana per soccorrere il nata

Nel frattempo, un paio d'ore dopo, il gommone viene avvistato anche dall'Aeronautica militare italiana che riferisce di 20 persone a bordo. L'equipaggio dell'aereo lancia due zattere di salvataggio,
mentre poco più tardi un elicottero inviato dal cacciatorpediniere Caio Duilio recupera i tre superstiti del naufragio e li porta a Lampedusa. Saranno loro a rivelare che su quel gommone erano in 120, tra cui 10 donne e anche un bimbo di due mesi.  Gli inquirenti vogliono fare chiarezza su eventuali responsabilità alla ricerca anche degli scafisti. Era stato il senatore e ufficiale della Marina, Gregorio De Falco, nel pomeriggio a invitare Marina e Guardia Costiera a «fornire ogni ragguaglio della situazione». «Ricordiamoci - aveva detto - che esistono obblighi di soccorso derivanti sia da norme di diritto internazionale che interno, oltre al buon senso. Il naufragio è una cosa e l'immigrazione un'altra».
Un altro naufragio, invece, è avvenuto nei giorni scorsi ed è costato la vita a 53 migranti che tentavano di raggiungere l'Europa sulla rotta nel Mediterraneo occidentale, in direzione della Spagna. Un sopravvissuto, riferisce l'Unhcr, è stato soccorso da un peschereccio e sta ricevendo le cure mediche in Marocco. Ed oggi, proprio in Spagna - a Barcellona - sono scesi in strada attivisti e volontari dell'ong OpenArms, in corteo per le strade della città sulle note di «Bella Ciao»

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