Un'isola nel mezzo dell'arcipelago danese dove confinare i migranti che hanno compiuto un reato e quelli ai quali è stata rifiutata la richiesta d'asilo, in attesa di rispedirli a casa loro. È l'ultima trovata
della coalizione conservatrice e d'estrema destra del governo di Copenaghen, per inasprire le politiche di accoglienza del Regno in previsione delle legislative del prossimo 17 giugno.

L'isola si chiama Lindholm, dista un centinaio di chilometri dalla capitale e ha una superficie di appena sette ettari. Come se non bastasse, dal secolo scorso è la sede di un piccolo centro di ricerca veterinaria, che lavora in particolare sul virus della rabbia canina e su quello della peste suina. Ed è per ora collegata alla terra da un ferry che si chiama Virus.



Il principale obiettivo è trasferire i migranti con precedenti penali dal centro di Kærshovedgard, nella provincia dello Jutland, dove erano arrivati da Copenaghen suscitando la collera degli abitanti della regione. Sarà l'amministrazione penitenziaria a gestire la nuova struttura sull'isola, che ospiterà al massimo 125 persone, le quali vivranno sotto il controllo permanente della polizia.

Ma il ministro delle Finanze Kristian Jensen ha precisato che non sarà una prigione e che un traghetto consentirà ai nuovi ospiti di Lindholm di recarsi sulla terra ferma, pur dovendo tornare sull'isola la sera. Prima del loro arrivo, ha poi aggiunto Jensen, i locali dove ancora si svolgono ricerche sui virus saranno decontaminati.

La misura, fortemente criticata dall'opposizione, fa parte dell'accordo di coalizione del governo che include il Partito Popolare Danese (Dansk Folkeparti), dalle posizioni fortemente anti-immigrazione. La formazione politica ha festeggiato l'annuncio pubblicando un cartone animato sui social media in cui si vede un uomo dalla pelle scura, vestito con abiti da musulmano, che viene scaricato su un'isola deserta.