domenica 30 dicembre 2018

pc 30 dicembre - II razzismo antimmigrati costante della politica dei padroni, padroncini e dei governi imperialisti a Ventimiglia

Ventimiglia, sfrattato l'infopoint per i migranti

Il proprietario dei locali non ha più voluto rinnovare il contratto di affitto


Allestito dal progetto 20K, “Euphemia” non potrà più ossere ospitato nei locali di via Tenda “Ci chiudete? Ci spostiamo davanti alla stazione”
Accatastati contro le pareti dipinte di giallo e arancione, adesso, ci sono solo scatoloni. Hanno già staccato anche i disegni, che in tutte le lingue raccontavano di un altrove che qui a Ventimiglia, dietro la saracinesca di via Tenda, civico 8C, per qualche ora smetteva di fare paura. Raffiguravano prigioni, lunghe strade percorse a piedi, mondi lontani lasciati per sempre, i fogli appesi dai migranti in transito dentro l’info legal- point allestito dagli attivisti del Progetto 20K nella primavera dell’anno scorso: Euphemia, dal nome di una delle città invisibili di Calvino, nello spazio dove c’era una pizzeria- kebab, proprio davanti al campo informale delle Gianchette sgomberato ad aprile. Qui, da
un anno, aveva trovato sede anche il Sister group, come si definisce il Progetto Donna: attiviste della rete Non una di meno e del Progetto 20k alzavano la saracinesca tutti i martedì pomeriggio per accogliere le donne in transito. E offrire loro uno spazio sicuro: dove potevano fare una doccia, scegliere un vestito di ricambio, ricaricare i cellulari. Fermarsi, riprendere fiato. Ebbene, tra due giorni non resterà che una saracinesca abbassata.

Perché, scaduto il contratto d’affitto, il proprietario — un privato — ha deciso che non lo rinnoverà. Così, ieri pomeriggio, l’infopoint si è trasferito: all’aperto, davanti alla stazione di Ventimiglia. Dove gli attivisti, nel luogo simbolico, fulcro del transito dei migranti che da qui provano a oltrepassare la frontiera con la Francia, hanno distribuito materiale informativo e beni di prima necessità, scandendo: “ Ci chiudete Euphemia? Noi la portiamo in città”. «Abbiamo sempre pagato regolarmente, anche in anticipo, l’affitto di 650 euro al mese — sottolinea uno degli attivisti, Giacomo Mattiello — ma per cavilli burocratici non ci rinnoveranno il contratto. Nonostante avessimo avviato un tavolo di confronto » . Burocrazia a parte, sostengono gli attivisti della rete, la motivazione del diniego è più profonda. «Questa situazione si è concretizzata a causa dei continui attacchi e delle continue pressioni esercitate ormai da tempo dall’amministrazione comunale e dalle forze di polizia della città, le quali, aggrappandosi ad un cavillo burocratico, sono riuscite nel loro intento — si legge sulla pagina Facebook del Progetto 20k — spazzare via chiunque provi ad opporsi, tramite percorsi dal basso, al clima di paura, razzismo e odio generato dalle attuali politiche » . « La verità è che gran parte del vicinato non ci ha mai voluto bene — spiegano a voce gli attivisti — nonostante chiudiamo presto, mai dopo le 19. Inoltre, questa amministrazione non ci vede di buon occhio. Noi siamo gli organizzatori del corteo no borders del 14 luglio, che al sindaco non è piaciuto » . In quell’occasione, il primo cittadino Enrico Ioculano ( Pd) si era espresso senza mezzi termini contro la manifestazione, sostenendo che avrebbe causato “ disagi e tensioni alla città in un periodo importante sotto il profilo turistico e commerciale”.

Tra sindaco e attivisti, il solco non potrebbe essere più marcato. Quando il rapporto di Save the Children “ Piccoli schiavi invisibili” fece esplodere il caso prostituzione minorile a Ventimiglia, la rete del Progetto 20k parlò di “segreto di Pulcinella”, raccontando di aver trovato, durante l’attività di monitoraggio, materassi e casupole improvvisate lungo il fiume Roja dove i trafficanti farebbero prostituire le donne, e così negli angoli bui della stazione. Secca la replica di Ioculano, che bollò il tutto come “ pregiudizi su ogni forma di operato delle istituzioni e utilizzo della città per fare notizia”.
« Portiamo la nostra attività in un luogo cruciale come quello della stazione — spiega Mattiello — che è uno dei simboli delle politiche repressive di Ventimiglia. Spieghiamo le nostre motivazioni alla città, e il fatto che continueremo a lavorare sul territorio: con i monitoraggi e testimoniando cosa accade a Ventimiglia. Intanto, non ci arrendiamo, e cerchiamo una nuova sede: la nostra attività non finirà certo perché ci tolgono un luogo » . « E’ paradossale che se la prendano con l’amministrazione — ribatte il sindaco Enrico Ioculano — la mettono sul piano politico, ma sono inadempienti su vari punti, e il quartiere stesso è ostile verso di loro. Abbiamo sempre dialogato con tutte le associazioni tranne che con loro, perché sono contrari verso ogni attività istituzionale. Un punto di assistenza in meno? Vorrei proprio capire che assistenza hanno fatto: quando avevamo chiesto un punto informazioni in stazione, non c’è stata alcuna risposta».

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