sabato 29 dicembre 2018

pc 29 dicembre - I cani nazisti - vigliacchi travestiti da Ultras di Varese - criminali razzisti protetti dallo Stato, culo e camicia con proprietari di squadre e appoggiati dalla becera opinione pubblica razzista e reazionaria a Varese

B&H a Varese, l’odio dentro e fuori lo stadio
Nei primi anni 2000 fecero una violenta opposizione all’ingaggio di giocatori neri, culminata con aggressioni ai calciatori stessi. Fino al raid vandalico del 2004 allo stadio Franco Ossola, sul cui prato vennero piantate 11 croci di legno
A Varese B&H si costituì nel 1998 all’interno della tifoseria calcistica, prima affiancandosi ai Boys e ai Viking, poi soppiantandoli nel 2001 dopo vivaci regolamenti di conti. Il gruppo raggiunse fino a 200 aderenti, molti con precedenti penali. Fra il 1999 e il 2001 presero di mira extracomunitari, realtà politiche, associazioni e sindacati come Cgil, Anpi e Rifondazione, nonché giornali locali rei di pubblicare articoli critici nei loro confronti. Tra i capi del gruppo emersero figure come Filadelfio
Vasi, classe 1976, che dal 2001 venne ripetutamente incriminato, arrestato e condannato per reati quali lesioni, tentato omicidio, traffico di stupefacenti, rapina a mano armata, porto abusivo d’arma da fuoco e tentata evasione.
Un altro leader fu Saverio Tibaldi che nel 2003 per sfuggire alle condanne pendenti per atti di violenza e spaccio si rese latitante e abbandonò l’Italia; venne successivamente ucciso a coltellate a Torremolinos (Spagna) in circostanze mai ben chiarite. La sua morte violenta lo fece diventare un eroe della tifoseria, che gli ha reso regolarmente omaggio durante le partite.
Tra il 2009 e il 2011 altri membri del gruppo furono arrestati e incriminati per traffico di droga.
In ambito calcistico, nei primi anni 2000 i B&H fecero una violenta opposizione all’ingaggio nel Varese di giocatori neri, culminata in aggressioni dei calciatori stessi. Si scatenarono poi in una campagna contro squadra e dirigenza, culminata nel raid vandalico perpetrato nella notte tra il 3 e il 4 giugno 2004 allo stadio Franco Ossola, sul cui prato vennero piantate 11 croci di legno, mentre le panchine e la pista del velodromo vennero imbrattate con graffiti ingiuriosi.
Un anno dopo, nel 2005, la violenza debordò in ambito extracalcistico a seguito dell’omicidio dell’ultrà 23enne Claudio Meggiorin, accoltellato da due cittadini di nazionalità albanese la sera dell’11 giugno mentre cercava di sedare una rissa all’esterno del bar di sua proprietà nel comune di Besano. Due giorni dopo si formò un corteo non autorizzato che scandiva slogan minacciosi contro gli extracomunitari, composto da tifosi e attivisti, alcuni dei quali si diedero ad atti di violenza contro un poliziotto e un cittadino albanese. Due ultras furono arrestati e condannati per lesioni aggravate.
La rifondazione del Varese e la ripartenza dalle leghe dilettantistiche nella stagione 2004-2005 coincisero con una “pacificazione” del tifo organizzato, che peraltro si era ridotto a poche decine di elementi, interrotta attorno al 2010 dalle contestazioni a sfondo razziale contro l’attaccante nigeriano Osarimen Ebagua.
Nella stagione 2014-’15 gli scarsi risultati della squadra (poi retrocessa in Lega Pro) e le difficoltà della società, oberata di debiti, scatenarono il risentimento della curva, fino al raid vandalico condotto nella notte tra il 17 e il 18 aprile 2015 all’interno dello stadio, che devastò il campo da gioco e le infrastrutture con danni quantificabili in migliaia di euro.
Nell’agosto 2018 la questura di Pavia emise un daspo contro alcuni tifosi di B&H Curva Nord per esposizione di simboli vietati, ovvero la runa Odal. «Fate il vostro lavoro, se così lo volete chiamare, diffidateci tutti, ma fino all’ultimo resisteremo e resteremo in piedi con fierezza. Senza rancore…solo ODIO!», risposero i curvaioli in un comunicato.
Osservatorio democratico sulle nuove destre

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