mercoledì 26 dicembre 2018

pc 26 dicembre - Nord Tunisia, nuovi scontri tra dimostranti e polizia

Si allarga la rivolta innescata da autoimmolazione Abderrazek Rezgui, 32 anni: il giornalista si è dato fuoco per protestare contro la disoccupazione e la grave situazione economica di questa regione interna della Tunisia, che fu tra le prime a sollevarsi contro la dittatura di Zine El Abidine Ben Ali nella rivoluzione del 2010-2011 ma che resta fra le più povere del Paese


aveva postato un video su Facebook prima di darsi fuoco.
Nuovi scontri sono scoppiati oggi in Tunisia tra polizia e manifestanti a Kasserine, 
Secondo quanto riferisce un corrispondente di AFP sul posto, le forze dell'ordine tunisine hanno usato gas lacrimogeni per disperdere decine di dimostranti e scontri sono scoppiati soprattutto davanti alla sede del governatorato di Kasserine, dove era stato dispiegato un imponente dispositivo di sicurezza. 
"Per i figli di Kasserine che non hanno mezzi di sussistenza, oggi, comincerò una rivoluzione, mi immolerò dandomi fuoco", spiegava il reporter in un video pubblicato su Facebook 

 Il dramma ha suscitato la collera degli abitanti di Kasserine: nella notte fra lunedì e martedì decine di loro hanno bruciato pneumatici e bloccato la via principale del centro e la polizia ha risposto con lanci di lacrimogeni. Il portavoce del ministero dell'Interno, Sofiane al-Zaq, ha riferito che lunedì sera sei agenti sono rimasti lievemente feriti e nove persone sono state arrestate. - 
 Abderrazek Rezgui, 32 anni, giornalista tunisino di una televisione privata della regione ha postato su Facebook il video con l'annuncio: "Farò la rivoluzione" E per spiegare le motivazioni del suo
gesto, il reporter ha pubblicato un video su Facebook poco prima: "Oggi farò una rivoluzione da solo, mi immolerò, e se questo consentirà a un disoccupato di trovare lavoro tanto meglio. [...] Sono otto anni che aspettiamo. Stop. Ci sono regioni in cui le persone sono vive ma morte dentro. [...] Fra 20 minuti mi immolerò, forse dopo questo lo Stato si occuperà un po' di Kasserine. Qui la gente muore di fame, non hanno niente da mettere sotto i denti. Non siamo esseri umani?". La morte annunciata Abderrazek Rezgui non è sopravvissuto alle ustioni: dopo essersi dato fuoco il 24 dicembre pomeriggio in piazza dei Martiri, nel centro di Kasserine, è stato trasportato in ospedale, dove è morto in serata. 
 Il popolo di Kasserine risponde Nella notte fra lunedì e martedì numerosi giovani sono scesi in strada a protestare e sono scoppiate tensioni: sulla via principale del centro di Kasserine alcuni dimostranti hanno bruciato pneumatici e la polizia ha usato lacrimogeni per disperderli.  Il sindacato dei giornalisti raccoglie la protesta Il Sindacato nazionale dei giornalisti tunisini (Snjt) ha preso posizione affermando che il reporter si è tolto la vita per protestare contro "delle condizioni sociali difficili, un orizzonte chiuso e la mancanza di speranza" che colpiscono la regione di Kasserine.
  Sciopero il 14 gennaio, data simbolica Il presidente del sindacato Nieji Bghouri, intanto, ha annunciato ai microfoni di radio Mosaique la possibilità di decretare lo sciopero generale della stampa e dei media per il 14 gennaio prossimo. Si tratta di una data molto simbolica: il 14 gennaio del 2011 il dittatore Ben Ali fuggì dalla Tunisia dopo 23 anni al potere, a seguito della rivolta popolare definita dai tunisini 'Rivoluzione della dignità' e ribattezzata dall'Occidente 'Rivoluzione dei gelsomini'. Lo sciopero intende essere una protesta contro la precarietà del lavoro nel settore dei giornalisti. Nella regione di Kasserine, vicina al confine con l'Algeria, la disoccupazione è molto alta rispetto alla media nazionale e tanti sono i senza lavoro fra i giovani, anche laureati. Le zone interne della Tunisia furono le prime a sollevarsi contro il regime di Ben Ali, già prima della rivolta che portò alla cacciata del dittatore. Otto anni dopo la rivoluzione dei gelsomini la situazione socio-economica in Tunisia, specie nelle zone marginalizzate, continua ad essere difficile, con una disoccupazione giovanile con punte del 30%. Nel 2010-2011 la miccia fu proprio un'auto-immolazione in una regione dell'interno, quella di Sidi Bouzid: fu lì che il 17 dicembre del 2010 il venditore ambulante Mohamed Bouazizi si diede fuoco, dando il via alla cosiddetta Primavera araba.  Dopo la morte di Bouazizi le proteste scoppiarono a Sidi Bouzid, ma fra i primi governatorati in cui si estesero ci fu proprio quello di Kasserine, protagonista del sanguinoso fine settimana di repressione dell'8-9 gennaio 2011 in cui furono uccisi decine di martiri della rivoluzione.

video
https://www.youtube.com/watch?v=1ol1ve1kyLM

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