mercoledì 7 novembre 2018

pc 7 novembre - Conferenza di Palermo sulla spartizione della Libia: Conte va in Algeria e “chiude il cerchio” degli inviti, prova a contrastare la Francia… ma soprattutto fa affari

Lo scontro “sotterraneo” tra imperialismo italiano e imperialismo francese, in particolare, per la spartizione della Libia continua in vista della Conferenza di Palermo del 12 e 13 novembre, come mette in rilievo anche un articolo del Sole 24 Ore del 6 novembre scorso. Dice, infatti, il quotidiano di Confindustria, che Conte è riuscito ad assicurarsi la presenza anche del primo ministro dell’Algeria, Ahmed Ouyahia, che ha usato queste parole: “I nostri amici italiani stanno preparando la conferenza di Palermo: l’Algeria sarà presente e darà il suo sostegno per la riuscita di questo evento e per aiutare gli amici libici ad arrivare ad una pacificazione”. Parole, parole… di fatto affermazioni impossibili.

Ma il giornale dice anche che le difficoltà aumentano perché “Circa quindici capi tribù della regione meridionale del Fezzan libico (dove sono collocati alcuni impianti petroliferi dell’Eni) non sarebbero stati coinvolti nella preparazione della conferenza. Tra di loro permangono divisioni anche di natura etnica tra arabi, Tuareg e Tebu…” e questo rende assolutamente debole qualsiasi decisione possa esser presa alla Conferenza.
A “risolvere” questo lato della questione ci starebbe pensando appunto la Francia a modo suo: infatti “…il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, a pochi giorni dalla conferenza di Palermo e proprio mentre l’inviato Onu per la Libia Ghassan Salamè presenterà la nuova Road map per la Libia al consiglio di sicurezza ha invitato per giovedì a Parigi i massimi esponenti di Misurata, ago della bilancia negli equilibri miliari tra Tripoli e Bengasi.”

Questa specie di sgarbo istituzionale è difficile da digerire, infatti, continua il quotidiano: “Il governo italiano però vuole evitare che la Francia continui a giocare una sua partita autonoma.” Ma siccome non ci riesce, Conte, e i padroni che è andato a rappresentare in quanto commesso viaggiatore, si è dovuto accontentare del lato degli affari, senza tralasciare però la questione migranti: “Sul fronte bilaterale con l’Algeria Conte ha anche affrontato con le autorità locali il dossier migranti e gli scambi commerciali (si punta a raggiungere i 10 miliardi di dollari di interscambio) con un paese nel quale sono presenti oltre 180 imprese italiane mentre Algeri è per Roma il secondo fornitore di gas dopo la Russia.”

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