venerdì 30 novembre 2018

pc 30 novembre - Csm: «Il decreto sicurezza è incostituzionale» - per coerenza Mattarella lo dovrebbe bloccare..., ma non lo fa e a quanto sembra non lo farà violando egli stesso la Costituzione

La Sesta commissione, presidente il togato di Area Giuseppe Cascini, aveva nei giorni scorsi redatto ed approvato all’unanimità un parere sul ddl sicurezza.

Numerose le ‘ criticità’ evidenziate nelle oltre 50 pagine del documento. In particolare, sui trattenimenti dei migranti, «il legislatore non individua i parametri in base ai quali il questore può decidere di trattenere o meno lo straniero, in tal modo accordandogli una discrezionalità svincolata da qualsiasi tipizzazione dei presupposti di esercizio come tale non conforme al grado di garanzie richieste dall’articolo 13 della Costituzione». E ancora: «l’ampliamento della categoria dei reati- presupposto del diniego o revoca della protezione internazionale appare per talune fattispecie non pienamente rispettoso degli obblighi derivanti dagli articoli 10 e 117 della Costituzione» . Diverse, poi, le ‘ ricadute’ che le nuove norme avranno sul sistema giudiziario. In primis, l’eliminazione della clausola aperta di protezione per motivi umanitari, che potrebbe portare a una ‘ condizione di incertezza’ dello status dello straniero, con il conseguente «possibile incremento del contenzioso ed un ritardo nella tutela dei diritti fondamentali degli stranieri vulnerabili».

Quanto alla lista dei ‘ Paesi sicuri, «appare dubbio» che «possa considerarsi vincolante; è evidente, infatti – si legge nel parere – che venendo in gioco diritti costituzionali, rimane fermo il potere dell’autorità giurisdizionale ordinaria di riconsiderare l’inserimento di un Paese nella lista dei Paesi sicuri mediante congrua motivazione». Sul punto va ricordato che lo scorso Csm aveva stipulato un protocollo d’intesa con il Ministero dell’interno per uno scambio informativo finalizzato alla conoscenza delle realtà socio politiche dei vari Paesi di provenienza dei migranti.
Tornado al parere, altre osservazioni riguardano la pubblica sicurezza. Il divieto di accesso a locali o pubblici esercizi stabilito dal questore ‘ per ragioni di sicurezza’ per chi è condannato per ‘ reati commessi in occasione di gravi disordini avvenuti in pubblici esercizi o in locali di pubblico intrattenimento’ viene ritenuta una ‘ misura caratterizzata da eccessivo rigore’.

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