sabato 3 novembre 2018

pc 3 novembre - Tunisia/Italia e le interessate campagne

Come parte del sostegno all'imperialismo italiano e di appoggio alla sua politica di intervento militare, interna all'azione a sostegno delle posizioni del governo sull'immigrazione, dal blocco dei porti, ai respingimenti, una parte della stampa prima ha spalleggiato Salvini nella definizione dei migranti provenienti dalla Tunisia come tutti potenziali delinquenti e terroristi, come prima aveva sostenuto Minniti nella sua azione volta a negare il diritto d'asilo ai migranti della Tunisia, ora continua in questa azione descrivendo la Tunisia come un isola felice e in pieno sviluppo.
I migranti tunisini sono attualmente nettamente in testa con 4.827 arriva a fine ottobre.
Si chiede Il Giornale: come mai questo paradosso di un'economia che vola e di un boom di profughi? Scrive, infatti, Il Giornale: “oggi tra l'economia italiana e quella tunisina non c'è un abisso. La crescita del Pil in Italia si è azzerata, quella della Tunisia, secondo il FMI, toccherà il 2,4% nel 2018 e 2,9 l'anno prossimo”. Nello stesso tempo la disoccupazione, sempre secondo questi dati, “in Italia è sopra al 10%, mentre in Tunisia siamo intorno al 15%. Così come è in calo l'inflazione e sono in crescita gli investimenti esteri... L'interscambio tra i due paesi supera i 5miliardi e le imprese italiane attive in Tunisia sono 800”.
Ma qui si ferma il giornale, e non può andare a fondo nella spiegazione della contraddizione tra sviluppo economico in Tunisia e fuga dei tunisini.
Non può andare a fondo perchè non tiene conto che siamo di fronte al rapporto tra imperialismo e
paese oppresso dall'imperialismo. Il cosiddetto “sviluppo” della Tunisia si traduce in profitti per l'imperialismo, italiano compreso, e, quindi, non si traduce certo in nuova ricchezza di un paese oppresso dall'imperialismo come la Tunisia.
Chi beneficia di questa crescita in atto, oltre che l'imperialismo, è la borghesia compradora del capitalismo burocratico in Tunisia, non certo i proletari, le masse popolari che, anzi, vedono aumentare il divario tra ricchi e poveri all'interno di questo paese e cercano, quindi, una via di fuga.
I governi al potere anche in Tunisia sotto un volto democratico sono governi corrotti, in preda alla guerra tra di loro, tra una variante apertamente reazionaria, integralista islamica e una variante occidentalista che usa il laicismo e la battaglia delle donne per la parità per la contesa intergovernativa.

La descrizione idilliaca della Tunisia che fa la stampa borghese italiana arriva a sostenere, come fa l'assessore regionale lombardo, De Corato: “In Tunisia non c'è la dittatura, né la repressione, né la instabilità. Perchè scappano questi tunisini?”. A parte il fatto che ciò che dice non è vero, dove vuole andare a parare De Corato? “Questo arrivo è molto sospetto”, ovvero alle affermazioni di Salvini, per cui sono criminali, terroristi che stanno scappando.

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