venerdì 2 novembre 2018

pc 2 novembre - LE PROMESSE DI LEGA/M5S SI SGRETOLANO - MA IL FASCIO-POPULISMO NON PERDE COLPI... Un contributo

Sempre più chiaro è il divario tra i proclami populisti demagogici di Salvini/Di Maio (eliminazione della legge Fornero, della buona scuola, reddito di cittadinanza, via i vitalizi ai politici, combattere gli evasori, NoTap per il M5S, ecc.) e azioni, provvedimenti concreti a salvaguardia in primis degli interessi economici dei grandi evasori.

I "contrasti" tra Salvini e Di Maio, in generale subito rientranti a favore di Salvini, sono solo la dimostrazione dell'uso spudorato di reali problemi a mero scopo autopropagandistico/elettorale, e, per Di Maio, di recupero del precedente consenso con gli elettori e la sua base.  
Questo si è visto subito anche sulla questione ponte Genova, agli strilli di Di Maio sulla revoca della concessione Autostrade, ha corrisposto la frenata di Salvini che con la Lega ha interessi stretti su questa faccenda (nel 2008 il centro destra/Berlusconi fece la legge per eliminare tutti i vincoli e cambiare le condizioni della concessione, rappresentare gli interessi di imprenditori veneti interessati agli affari della viabilità).

I padroni hanno alternato tiepidi appoggi, essenzialmente alla Lega, e più consistenti preoccupazioni, e già da quest'estate hanno detto: “Garanzie non parole fuori luogo… in gioco c’è la capacità competitiva del paese… il governo non può non avere sempre presente è l’assetto generale dell’economia ” - chiaramente quella loro, capitalista!

In un contesto di crisi economica a livello mondiale che non si risolve e che i capitalisti scaricano sulle masse proletarie, i governi borghesi al potere per fare gli interessi di padroni, banche, mettono sempre in campo politiche antioperaie e antiproletarie sempre più pesanti e di reazionarizzazione rapida dello Stato, con leggi sempre più repressive, agitando ogni giorno anche lo spettro del nemico invasore dei migranti e inneggiando alla “sicurezza” del paese/dei cittadini, per “tenere a bada” le masse operaie e proletarie, la cui attenzione dai problemi del lavoro, dei servizi mancanti, della precarietà dilagante, della disoccupazione deve essere distolta, stordita, deviata (dal governo tecnico Monti con le false lacrime della Fornero al governo Renzi, il veloce servo privilegiato di Marchionne emblema del fascismo padronale).

Attraverso le strillate populiste fascio-razzista Lega e M5S, che hanno la loro base di classe nella media e piccola industria, nella piccola borghesia commerciante, bottegaia, lavoratori autonomi, hanno raccolto consenso elettorale tra fette di operai e masse proletarie confuse, incazzate; un voto di protesta che si è indirizzato verso il fascio-populismo sia sul sentire di "pancia" sia per una condivisione dei valori/contenuti di quei proclami, con il centro nella propaganda razzista antimmigrati. E anche ora la demagogia populista quotidiana dell'attuale governo continua a creare consenso tra le masse popolari.

I selfie osceni di alcuni abitanti di Genova con Salvini e Di Maio al funerale delle vittime del crollo del ponte, gli applausi, ottengono l’effetto a cui il fascio-populismo induce, con conclusioni del tipo “questo è tutto il popolo italiano”, cadendo nella stessa rete che ogni giorno i Salvini e i Di Maio di turno tendono a livello di massa.

A questo si accompagna la delegittimazione del parlamento, sempre più inutile, o cassa di risonanza  del governo Lega/M5S o fastidioso luogo di strilli/lotta tra polli nel pollaio, che si beccano per mantenere/aumentare i propri seggi.
Il sottosegretario Giorgetti tempo fa lo ha detto: “Il Parlamento non serve più a nulla , serve l’elezione diretta del Presidente della repubblica, il taglio dei parlamentari e l’eliminazione di una Camera… e usando i sentimenti delle masse: “il parlamento non conta più perchè non è più sentito dai cittadini elettori che lo vedono come luogo dell’inconcludenza politica… ”.

Fin dal primo momento abbiamo detto che è necessario tra le masse popolari, strati dei lavoratori smascherare, combattere le concezioni del fascio-populismo e l’idea che si diffonde a livello di massa del potere dello Stato che dipende solo dall’azione di un individuo, di una persona “salvatrice di tutti i mali”.

Scrive Marx nel 18 Brumaio, a proposito del consenso popolare che si creò attorno a Napoleone III in Francia, "i popoli nei periodi di depressione e di scoraggiamento lasciano volentieri stordire la loro paura segreta da coloro che gridano più forte", "comprimere il cervello alla società e farla diventare una persona tranquilla”.

Certo, le promesse via via cadono o si allontanano e i fatti restano, ma il fascio populismo non si indebolisce nè perde consenso tra larghi settori di massa. Nessuna facile illusione, quindi.
Resta per i comunisti, i rivoluzionari il problema centrale di "recuperare i nostri".

D.A. 

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