sabato 17 novembre 2018

pc 17 novembre - Decreto sicurezza Salvini/Di Maio '"Per un essere umano venti euro al giorno, sono poco più della cifra prevista per un canile"

Genova Liguria

Finisce il sistema Sprar gestito dai Comuni, stop ad attività e corsi: "Per i migranti taglia integrazione e posti di lavoro"

Gli ultimi sono 687. Tanti sono in Liguria i migranti ospitati dalla rete Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, l’accoglienza di secondo livello gestita direttamente dai Comuni: tra due anni e mezzo, la loro esperienza di integrazione sarà solo un ricordo.
Seicentottantasette persone ospitate dai Comuni, tra loro 57 minori: il frutto di un lavoro di tessitura paziente con i sindaci del territorio, un percorso di integrazione vera, strutturata, fatta di lezioni di italiano, formazione, borse e tirocini.
Ebbene: questa rete, una volta che gli ultimi avranno concluso il percorso avviato l’anno scorso, verrà spazzata via. Sì, perché in base al decreto sicurezza e immigrazione, cavallo di battaglia di Matteo Salvini, approvato al Senato il 6 novembre (il 22 passerà alla Camera), lo Sprar non verrà più rinnovato.
E questo è solo uno degli aspetti che incombono sull’accoglienza avviata sul territorio.

La preoccupazione, e l’incertezza, è tanta: perché — spiegano gli addetti ai lavori — «il decreto ammazza l’esperienza Sprar, dopo tanto lavoro e tanta fatica fatta».
Ma le incognite sono numerose: ci sono i tagli, che porteranno a 20 i 35 euro al giorno a migrante per le associazioni e cooperative che li accolgono, e si tradurranno — è il ragionamento di chi lavora sul campo — in una sforbiciata proprio a quei servizi utili all’integrazione: lezioni di lingua italiana, corsi di formazione, attività sportive. »Una cifra di poco superiore a quella prevista per un canile — provoca Enrico Costa, presidente di Ceis Genova — che mette a rischio anche il personale, italiano, formato e assunto per lavorare nei centri».

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