mercoledì 14 novembre 2018

pc 14 novembre - Liberare Georges Ibrahim Abdallah dalle carceri imperialiste francesi! SRP italia

 La dichiarazione di GIAbdallah nella prigione francese di
 Lannemezan  in occasione della manifestazione del 20 ottobre
Care/i compagne/i, amiche/amici,
All’alba di questo 35° anno di detenzione, sicuramente voi non ignorate quale forza e quale entusiasmo la vostra manifestazione odierna mi arrechi qui in questi luoghi sinistri. Compagni, devo dirvi che la vostra presenza in questi momenti di fronte queste abominevoli mura raggiunge pure la maggioranza dei detenuti con me confortandoli. Vedete, ecco come l’ambiente, tutto l’ambiente cambia in questi luoghi tragici quando l’eco della vita attiva viene a ripercuotersi sulla piattezza anonima della mortifera quotidianità carceraria … Così, vicino alle nostre celle l’eco della vostra presenza suscita molta emozione e tanto animazione quanto discussioni varie …
Come vedete, Compagni, aldilà di questi fili spinati e queste torrette che ci separano fisicamente,
eccoci ancora insieme, risolutamente ritti in piedi davanti a questo nuovo anno di prigionia che s’annuncia pure ricco di lotte e speranze.
Sappiate, non è proprio così facile affrontare quotidianamente anni, lunghissimi anni dietro queste abominevoli mura, è umanamente quasi insostenibile. Nondimeno, compagni, grazie alla fermezza del vostro impegno qui persiste la stessa emozione e soprattutto la stessa determinazione in sintonia con la vostra mobilitazione solidale.
Certamente, Compagni, se ci si regge in tutto questo lungo percorso nelle condizioni detentive come le nostre è anche, occorre sottolinearlo, grazie a queste varie iniziative di solidarietà che avete saputo sviluppare un po’ dovunque nel corso di questi anni.
Compagni, è inimmaginabile prevedere di riuscire a fronteggiare per anni la politica d’annientamento inflitta ai rivoluzionari prigionieri, senza la mobilitazione solidale sviluppata soprattutto nell’ambito della lotta anticapitalista / antimperialista. Esattamente a partire da lì si può e si deve dare il sostegno più significativo ai nostri compagni detenuti e rafforzarne quindi la resistenza. Sempre insieme nella diversità della solidarietà espressa si può e si deve far avanzare la mobilitazione, assumendo sempre più il terreno della lotta effettivamente in atto. Per certo è sulla base della dinamica globale della lotta attuale che ogni iniziativa solidale permette ai compagni prigionieri di trascendere le proprie condizioni detentive e far parte realmente del movimento come rivoluzionari operanti nelle condizioni speciali che siano le loro.
Ciò detto, Compagni, noi tutti dovremmo ricordarci di questi tempi, denunciare la politica d’annientamento imposta ai rivoluzionari prigionieri, smascherare “l’accanimento giudiziario” e, tutto quanto che somiglia piuttosto a una “vendetta di Stato”, non avrà efficacia rispetto alla liberazione dei nostri compagni nella misura in cui non si riesca a far rientrare questo approccio nel processo globale della lotta presente, in vista di un cambiamento di rapporti di forze. È sempre in funzione di tale approccio che si può misurare l’efficacia di questa o quella pratica.
Compagni, non occorre essere degli esperti per constatare gli aspetti di questa crisi che scuote le fondamenta del sistema e non smette di aggravarsi, precipitando nella miseria milioni di uomini e donne.
Da un Paese all’altro le misure preconizzate al servizio del capitale sono pressoché sempre identiche. Far subire alle masse popolari i costi del mantenimento del loro sistema di sfruttamento moribondo.
Dobbiamo constatare, Compagni, che queste misure non fanno che ampliare l’entità dei disastri e accentuare ancor più la dinamica della crisi.
Occorre constatare, Compagni, che le contraddizioni interimperialiste cominciano a strutturare sempre più i rapporti internazionali e ad essere al centro della scena mondiale. Nessuno dovrebbe ignorare che la tendenza alla guerra è sempre alimentata dalla dinamica propria del capitalismo; è per così dire nel codice genetico del capitale.
Va constatato, Compagni, che la peste bruna si manifesta fragorosamente e senza trucchi, s’organizza un po’ dappertutto in Europa e riesce perfino a imporsi come principale forza politica in alcuni Paesi.
Nessuno dovrebbe ignorare che il convergere delle lotte è senz’altro indispensabile per procedere nella costruzione dell’alternativa rivoluzionaria appropriata.
Il blocco storico dei lavoratori si costruisce e struttura nella dinamica globale della lotta in tutte le sue componenti. Solo attraverso questa dinamica globale la lotta di classe rende evidenti le potenzialità politiche del movimento attuale, spingendo le masse proletarie ad appropriarsi della loro espressione politica cosciente. Impadronendosi dell’espressione politica cosciente dei loro interessi di classe, le masse proletarie si riscoprono come soggetti della loro storia e della storia in generale. Solo nel procedere dell’azione comune i vari esponenti della lotta rivoluzionaria qui e altrove nel mondo riescono a costruire l’alternativa adeguata e a porre un termine all’agonia del capitalismo moribondo nella sua fase avanzata di putrefazione … cioè l’agonia del capitalismo realmente esistente.
Insieme e solamente insieme i proletari e le diverse componenti delle masse popolari di questo Paese possono arginare e scongiurare l’ascesa di ogni processo potenziale di fascistizzazione in corso.
Incoraggiamo sempre più, Compagni, i diversi processi di convergenza delle lotte sia a livello locale che regionale e ancor più fortemente a livello internazionale.
La borghesia araba in maggioranza ha scelto il suo campo senza trucchi.  La Palestina giornalmente ci impartisce lezioni d’abnegazione e coraggio di portata eccezionale. Più che mai le masse popolari palestinesi, malgrado i tradimenti della borghesia, assumono il loro ruolo di vero garante della difesa degli interessi del popolo.
Certo, ci sono critiche legittime e ce ne saranno sempre. Solo che, di fronte all’occupazione e la barbarie dell’occupante, la prima risposta legittima da dare prima di ogni altra cosa è la solidarietà, tutte la solidarietà a quelle e quelli che con il loro sangue affrontano la soldataglia dell’occupazione.
Le condizioni detentive imposte nelle prigioni sioniste non cessano di peggiorare di giorno in giorno. E come saprete, Compagni, per farvi fronte la solidarietà internazionale si rivela un’arma indispensabile …
Naturalmente le masse popolari palestinesi e le loro avanguardie rivoluzionarie possono sempre contare sulla vostra mobilitazione e la vostra attiva solidarietà. È un’ottima occasione per dire ai criminali sionisti che il popolo palestinese non è solo.
Che mille iniziative solidali fioriscano in favore della Palestina e della sua efficace Resistenza!
La solidarietà, tutta la solidarietà a chi resiste nelle carceri sioniste e nelle celle d’isolamento in Marocco, Turchia, Grecia, nelle Filippine e altrove nel mondo!
La solidarietà, tutta la solidarietà ai giovani proletari dei quartieri popolari!
La solidarietà, tutta la solidarietà verso il popolo kazako!
Onore ai martiri e alle masse popolari in lotta!
Contro l’imperialismo e i suoi cani da guardia sionisti e altri reazionari arabi!
Il capitalismo è solo barbarie, onore a quelli e quelle che si oppongono nella diversità dello loro espressioni!
Insieme, Compagni, e solo insieme vinceremo!
Compagni e amiche/i, a voi tutti i miei più calorosi saluti rivoluzionari.
Il vostro compagno Georges Abdallah
traduzione a cura di Sri

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