domenica 11 novembre 2018

pc 11 novembre - La conferenza sulla spartizione della Libia mette in risalto le contraddizioni interimperialistiche, prima di tutto tra Italia e Francia…

Mentre fervono i preparativi della Conferenza con il sequestro della città, il Sole 24 Ore di oggi inserisce la Conferenza di Palermo nel contesto internazionale più in generale prendendo come spunto l’evento francese della commemorazione dell’armistizio che pose fine alla Prima Guerra Mondiale al quale erano presenti 70 capi di Stato.
Il giornalista dice che per l’imperialismo italiano è “un dovere … che l’Italia voglia avere un ruolo di primo piano nella crisi libica”, ma… visto che in tanti esponenti di altri paesi imperialisti hanno rifiutato: “…forse non era necessario cercare un teatro globale col rischio di avere imbarazzanti rifiuti. Se poi a Palermo non ci fossero nemmeno alcuni dei diretti interessati libici, il fallimento sarebbe umiliante.”

E poi conferma quello che tutti sanno e cioè che tra imperialismo italiano e francese c’è la concorrenza a chi deve mettere di più le mani sulla Libia: “Stiamo rischiando di essere frettolosi come i francesi che dovrebbero essere partner e invece sono nostri concorrenti.”

E suggerisce di non avere fretta, come invece hanno fatto i francesi, visto che “noi cerchiamo una scena, pur sapendo quanto ancora sia il tempo del negoziato intenso e discreto, lontano dai riflettori.”
"Lontano dai riflettori..." come fa di regola l'Eni...

E in un altro articoletto si precisa cosa verrà a dire “il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian” che ha le idee molto chiare: “Sicurezza, economia e processo politico”, che però ci tiene a smentire le voci di ciò (anche in questo caso) che tutti sanno: “La Francia smentisce anche le voci secondo cui Khalifa Haftar, generale della Cirenaica, sia una sorta di sua pedina in Libia.”

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