martedì 30 ottobre 2018

pc 30 ottobre - Di Maio l’ingannapopolo nel suo tour elettorale in Sicilia ha promesso, promesso, promesso… soldi, soldi, soldi…

A fare i conti di queste promesse ci ha pensato il quotidiano La Repubblica che lo ha seguito nel suo giro di propaganda elettorale in Sicilia. L’ingannapopolo Di Maio, nonché vicepresidente del Consiglio dei ministri in accoppiata fasciopopulista, Di Maio/Salvini, ha fatto nell’Isola il miliardario di buon cuore dispensando soldi a destra e a manca.

“Non è una questione di fondi” ha detto agli operai, agli alluvionati, ai terremotati, agli insegnanti e agli studenti che non possono andare serenamente a scuola perché tutte disastrate, ecc. ecc.
E non prendiamo per adesso il tasto dell’immondizia che è già diventato un problema che per la borghesia al potere è impossibile da risolvere!

Ma se si trasformassero in soldi le promesse fatte solo in Sicilia, ci ricorda l’articolo di repubblica, che riportiamo sotto, ci vorrebbe un’altra intera Finanziaria.

Tra ammortizzatori sociali per gli operai e le altre vertenze aperte, reddito di cittadinanza, fondi per gli alluvionati e per la messa in sicurezza delle scuole arriviamo a più di 20 miliardi! E tutto questo, ha promesso, nel giro di qualche settimana!!!

“Nella legge di bilancio – ha rassicurato il vicepremier - ci sono 5 miliardi di euro per gli
investimenti, anche per le ristrutturazioni antisismiche, non è una questione di fondi”.
Ma secondo i dati di CittadinanzaAttiva, resi noti a settembre, per la messa in sicurezza delle scuole italiane occorrerebbero da 15 a 20 miliardi e la Sicilia è fra le tre regioni messe peggio. Lo confermano i dati del monitoraggio sulle scuole siciliane reso noto dal governatore Musumeci: 2.164 scuole non a norma su un totale di 4.358. Per i primi interventi la Regione ha stanziato 272 milioni di euro ma per mettere in sicurezza tutte le aule dell’Isola occorrerebbe circa un miliardo.”

In questi giri Di Maio è sembrato Renzi, anche lui in Sicilia girava a firmare Patti con chiunque, sindaci, presidenti di regione… basta che gli dessero il voto! E anche Di Maio, come Renzi, ad un certo punto ha preso l’elicottero per spostarsi nei suoi giri in Sicilia!

Un giro di troppo però, ha fatto molto male a Renzi, che come si sa, ad un certo punto a forza di girare è “caduto”…

***
Le promesse di Di Maio? In Sicilia costano 2,5 miliardi
Reddito minimo, ammortizzatori sociali, interventi sulle scuole e fondi agli alluvionati
Per rendere veri i proclami del vicepremier nell’Isola servirebbe una montagna di soldi

Due giorni di annunci e promesse in giro per le piazze dei comuni siciliani che valgono qualcosa come 2,5 miliardi. È il conto, calcolato per difetto, del tour nell’Isola del ministro per lo Sviluppo economico, il vicepremier Luigi Di Maio. Non solo il cavallo di battaglia del reddito di cittadinanza che da solo per la Sicilia costerà un miliardo ma anche il ripristino dei vari ammortizzatori sociali “pre Jobs Act” per tutti i lavoratori rimasti disoccupati dopo la chiusura delle aziende, anche quelle con meno di 100 dipendenti, e gli aiuti per le zone colpite da alluvione e sisma in Sicilia orientale. Soldi da trovare subito, visto che nel caso della Fiat di Termini Imerese e dell’alluvione il ministro ha promesso decisioni nel giro di giorni o settimane.
Termini batte cassa
I primi annunci sono giunti a Termini Imerese davanti ai cancelli della Blutec. Innanzitutto, sul rinnovo degli ammortizzatori sociali nel 2019 per i circa mille lavoratori dell’ex Fiat di Termini Imerese, i 700 “diretti” passati a Blutec e i 300 dell’indotto, compresi i 21 della Lear fino ad oggi rimasti fuori per un cavillo dagli ammortizzatori sociali previsti per le aree di crisi complessa. Se si considera che nel 2018 per 250 lavoratori indotto ex Fiat si sono spesi 5 milioni di euro, i conti sono presto fatti. Per i 300 lavoratori dell’indotto ci vorranno 6 milioni di euro, per i 570 Blutec non ancora al lavoro in fabbrica altri 11 milioni. Ci sono poi i due anni di “arretrati” promessi agli operai Lear che costano altri 800 mila euro.
Non solo Fiat
Ma nella stessa situazione degli ex Fiat ci sono anche 140 lavoratori, quasi tutti metalmeccanici, dell’indotto del petrolchimico di Gela per i quali servono altri 2,8 milioni di euro. E l’appena confermato segretario regionale Fiom, Roberto Mastrosimone, ricorda che si sono altri 64 lavoratori che Di Maio a questo punto non può dimenticare: “Sono i 44 della Ssa e i 20 della Manital che occupandosi di servizi e non essendo operai hanno avuto l’indennità di disoccupazione che non si può rinnovare dopo il 31 dicembre. Anche loro sono vittime id un’ingiustizia come gli ex Lear.” E per loro occorrono 1,2 milioni. Totale dell’operazione 21,8 milioni. Ma il conto potrebbe gonfiarsi e di molto se si considera che il ministro ha assicurato il ripristino degli ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori rimasti a spasso per la chiusura delle aziende, anche per le piccole imprese. Secondo i dati dello stesso Mise e dei sindacati, considerando le vertenze grandi e piccole aperte in Sicilia ci sono a rischio oltre 10 mila posti di lavoro. Assicurare la cassa integrazione a tutti costerebbe 200 milioni.
Cittadinanza miliardaria
Ma al momento la promessa più costosa del fronte grillino nel nuovo governo rimane il reddito di cittadinanza che in Sicilia riguarderebbe 1,2 milioni di persone, quelle con reddito al di sotto dei 9.600 euro. Di questi cittadini già 300mila hanno fatto domanda per il Rei, il reddito di inclusione. Stime prudenti degli stessi Cinque Stelle parlano di 700-800 milioni che però, se si considera il costo per mettere in sesto i centri dell’impiego necessari a far funzionare la misura, il contro schizza a quota un miliardo.
Una pioggia di soldi
Di Maio si è poi spostato in Sicilia orientale per visitare le zone colpite dall’alluvione dei giorni scorsi e quelle danneggiate dal sisma all’inizio del mese. Di Maio ha promesso che il Consiglio dei ministri già la prossima settimana dichiarerà lo stato di emergenza per gli alluvionati di Catania e in conferenza stampa a Scordia ha assicurato che oltre agli interventi sul patrimonio pubblico saranno risarciti i privati che hanno subito danni a abitazioni o aziende. “C’è una emergenza importante in questa zona – ha aggiunto il vicepremier – che è quella della produzione agrumicola. Il nostro obiettivo è quello di dare il massimo sostegno agli agricoltori. Lo Stato sarà dalla loro parte. Entro fine anno ci potrà essere lo sblocco delle risorse.” In questo caso i conti sono ancora più che provvisori ma le prime stime di coldiretti che riguardano solo i danni immediati alle colture di agrumi e ortaggi, anche in prospettiva sul futuro, si aggirano sui 400 milioni di euro. A questi soldi bisognerebbe aggiungere i danni a strade e infrastrutture pubbliche e private.
Il terremoto fa scuola
Provvedimenti analoghi, qualche ora prima, erano stati annunciati da Di Maio a Biancavilla riguardo ai danni causati dal sisma di quasi un mese fa. Risarcimenti ai privati e messa in sicurezza degli edifici pubblici con priorità “alle scuole dei nostri figli. Nella legge di bilancio – ha rassicurato il vicepremier - ci sono 5 miliardi di euro per gli investimenti, anche per le ristrutturazioni antisismiche, non è una questione di fondi”. Ma secondo i dati di CittadinanzaAttiva, resi noti a settembre, per la messa in sicurezza delle scuole italiane occorrerebbero da 15 a 20 miliardi e la Sicilia è fra le tre regioni messe peggio. Lo confermano i dati del monitoraggio sulle scuole siciliane reso noto dal governatore Musumeci: 2.164 scuole non a norma su un totale di 4.358. Per i primi interventi la Regione ha stanziato 272 milioni di euro ma per mettere in sicurezza tutte le aule dell’Isola occorrerebbe circa un miliardo. E così il conto arriva a 2,5 miliardi di euro. Almeno fino al prossimo tour del leader Cinquestelle in Sicilia.

La Repubblica Palermo
28 ott. 18

Nessun commento:

Posta un commento