La borghesia cerca di mantenere in piedi il suo sistema putrescente e in decadenza a colpi di austerità e misure antipopolari e cerca di impedire le lotte contro il degrado in cui versa la società che le masse popolari esprimono attraverso la repressione. Margherita Calderazzi, storica compagna del movimento operaio di Taranto e coordinatrice nazionale dello Slai Cobas per il sindacato di classe, è stata messa agli arresti domiciliari per una condanna che riguarda le lotte dei disoccupati organizzati di Taranto del 2010. Anche i compagni del Movimento No Tav sono stati condannati in primo grado per gli scontri avvenuti nel 2015 nel tentativo di liberare la Val Susa dall’occupazione militare e poliziesca conseguente alla decisione da parte dell’allora governo Renzi di continuare senza freni l’opera di sperpero inutile di denaro pubblico e deturpamento del territorio che prende il nome di TAV.
Il P. CARC si associa alla solidarietà che in tanti mostrano nei confronti di chi lotta contro lo stato di cose presenti. A questi compagni diciamo che è importante unirsi anche nella lotta alla repressione e indichiamo come esempi positivi l’appello di Mauro Gentile, con cui anche noi solidarizziamo e invitiamo a solidarizzare (http://www.carc.it/2018/10/14/italia-lappello-di-mauro-gentile-la-repressione-non-va-in-vacanza-solidarieta-agli-imputati-per-i-fatti-del-15-ottobre-2011/) e l’appello del CSO Pedro di Padova, dove annunciano la violazione delle misure restrittive (https://milanoinmovimento.com/evidenza/padova-fogli-di-via-a-sei-antifascisti-una-misura-inaccettabile?fbclid=IwAR3rLXZKkWfQIovYvXbvl5c7tWvjP3thLHGWkp_Vr5tNA-hl-kzRqbZTYT8) impostegli a seguito delle mobilitazioni antifasciste. Questo è il giusto atteggiamento da tenere di fronte alla repressione! Come abbiamo scritto per l’appello diffuso da Mauro Gentile “utilizziamo le iniziative di solidarietà per rilanciare un tema che i risvolti del caso Cucchi hanno rimesso al centro del dibattito pubblico e che bisogna sfruttare al massimo: andare fino in fondo nella battaglia contro gli abusi di polizia e per l’introduzione di un effettivo reato di tortura e per il codice identificativo sulle divise, per rispondere alle misure più restrittive del decreto sicurezza di Salvini!”
Avanti nella costruzione della solidarietà di classe!
Trasmettiamo di seguito il comunicato dello Slai Cobas.