martedì 2 ottobre 2018

pc 2 ottobre - speciale - 6 - FUOCO SULLA 'MANOVRA DEL POPOLO' - sinistra radicale o complementare al fascio/populismo governativo?

La manovra del popolo, essendo realizzata da un governo razzista e fascio-populista, dovrebbe trovare innanzitutto l’opposizione di quella che si definisce “sinistra reale” (lasciando perdere il PD, chiaramente) che in queste settimane ha denunciato il razzismo, l’azione di Salvini e ha strillato che questo governo non avrebbe mantenuto le sue promesse elettorali, che bisognava aspettarlo al varco; e alcuni, con eccesso di zelo, fecero già il 16 giugno scorso una manifestazione e altre ne hanno annunciato in questo mese.
Invece avviene che non appena la manovra è pronta ed emerge la battaglia dei numeri con il conseguente balletto di cifre e dichiarazioni di cauto richiamo dei burocrati europei, a cui corrispondono frasi ad effetto dai balconi, da internet e dai giornali dai due caporioni 5stelle, Lega, la sinistra cosiddetta “radicale” appare che radicale non è.
Si va dagli spudorati personaggi, quali Emiliano che inneggia alla manovra, rimpiangendo di non
essere su quel balcone e chiedendosi come è stato possibile che nel passato la sinistra non sia riuscita a fare manovre del genere.
Così come evidentemente inneggia allo sforamento del deficit Nicola Fratoianni (“chi attacca il governo in nome dei mercati commette un grave errore”) e chiede che ci sia qualche miglioria nell’uso delle risorse, ad esempio, quelli che sono in parlamento dicono che il difetto della manovra è semplicemente quello di utilizzare per la spesa corrente lo sforamento invece di un cosiddetto “piano di investimenti pubblici”. Ma pur coi distinguo non possono esimersi dal dire che vi sono nella manovra misure condivisibili, cha la flat tax non va bene, ma il resto sì.
Aggressivamente favorevole è invece il parolaio Cremaschi che va sempre in giro autodefinendosi “portavoce di Potere al popolo”. Questi dice: “2,4? No, bisognava andare oltre il 3%”. Ma intanto affianca Salvini e Di Maio, in forme “aggressive”, contro i tifosi delle spred e quelli del debito.
Ancor peggio fa l’economista sovranista Brancaccio che si scaglia contro l’antifascismo liberista e deflazionista di Macron e dei suoi epigoni, offrendo obiettivamente il destro a un ridimensionamento del fascismo 5stelle/Lega.
Altri scrivono: “è assurdo polemizzare con il governo perchè trasgredisce il fiscal compact”; per non parlare del “compagno” Fassina che ha già fatto il ‘salto della quaglia’, che entusiasta dichiara: “finalmente ritorna il primato della politica sull’economia, condizione necessaria per… il primato della sovranità costituzionale”.
Lo stresso redivivo Ferrero, il massimo di critica che esprime è che “Salvini è in contraddizione con sé stesso perchè aveva votato la parità di bilancio in Costituzione”, e quindi la critica alla manovra è che al massimo “contraddittoria”.

Più sofisticati, ma sempre di segno ambiguo, sono gli argomenti di Contropiano da un lato e di Infoaut dall’altro, che commentiamo in un’altra nota.

Nessun commento:

Posta un commento