martedì 2 ottobre 2018

pc 2 ottobre - A Genova a Salvini piace vincere facile - ma al leader 'nazista' servo della Fincantieri, come prima lo era anche di Autostrade/Benetton industria del nord - non pensiamo andrà sempre così - una corrispondenza

EH NO, SIGNOR MINISTRO: COSI' E' TROPPO COMODO
Domenica trenta settembre il ministro degli  interni, il leghista Matteo Salvini, è l’ospite d’onore del Zena Festival, la festa della Lega Nord Liguria che si tiene nella centralissima piazza della Vittoria.
Il suo comizio è il solito polpettone di bestialità assortite, al quale gli astanti rispondono applaudendo a scena aperta; peccato che, se davvero capissero ciò che afferma il leader nazista, la loro reazione sarebbe di tutt’altro tenore.
Per inciso, l’apprezzamento appena scritto non costituisce reato, dopo che la Magistratura ha assolto l’ex segretario nazionale di Rifondazione, il piemontese Paolo Ferrero, che così aveva apostrofato l'attuale vicepresidente del Consiglio dei ministri (https://milano.repubblica.it/cronaca/2016/05/11/news/salvini-139596248)
Pagina II dell’edizione genovese del quotidiano la Repubblica di lunedì primo ottobre presenta un articolo, a firma Matteo Pucciarelli, dove vengono riportate alcune delle affermazioni del segretario federale leghista.
Chi scrive trova anche allucinante che dovrebbe essere una delle più alte cariche dello Stato si possa
permettere, senza vergognarsi nemmeno un po’, di affermare che «non ci ho lavorato io al Dl – quello che assegna i fondi per l’emergenza che ha colpito Genova – rispondo dei decreti che porto avanti io».
Eh no, signor ministro: lei non può lavarsi le mani rispetto ad un provvedimento licenziato da un organismo del quale ella fa parte; è troppo comodo assumersi i meriti degli applausi ricevuti dall’esecutivo, e scaricare su altri le colpe per le leggi contestate.
Infine, visto che lei asserisce di essere «cresciuto a pane e De André»; le consiglio di riascoltarlo con attenzione: noterà che fino ad ora non ha capito proprio nulla dei testi del poeta genovese.

Bosio (Al), 02 ottobre 2018

Crollo ponte, la rivolta della città che lavora, pronta la lista nera sul decreto

Imprese, armatori, portuali e sindacati uniti contro il governo: “Misure inadeguate”

Commercianti, industriali, avvocati, architetti, ingegneri, armatori camalli, artigiani. E poi i sindacati e il mondo delle cooperative. In pratica tutta la Genova che produce e lavora. Insieme, sotto l’egida della Camera di commercio che ha promosso il vertice, hanno redatto un documento durissimo nei confronti del governo, per il decreto giudicato assolutamente inadeguato a far uscire la città dall’emergenza e annunciano che nei prossimi giorni presenteranno una lista di richieste “ultimative” al governo attraverso il Prefetto. Questo l’elenco degli aderenti: Alleanza Cooperative Genova, ANCE Genova, Assagenti Genova, CGIL Genova, CGIL Liguria, CISL Genova, CISL Liguria, CNA Genova, Coldiretti Genova, Collegio dei periti industriali Genova, Collegio geometri Genova, Confartigianato Genova, Confcommercio Genova, Confesercenti Genova, Confindustria Genova, Confitarma, CULMV P. Batini, Dottori Commercialisti Genova, FITA CNA, Ordine architetti Genova, Ordine avvocati Genova, Ordine Consulenti del lavoro, Ordine Ingeneri Genova, Spediporto Genova, Trasportounito Genova, Uil Liguria
Intanto anche la giornata di ieri è trascorsa nelle polemiche su decreto e commissario.
Cerca di mettere la sordina, Salvini, alle polemiche che hanno accompagnato l’arrivo del decreto Genova, dal quale dapprima ha preso le distanze «non me ne sono occupato direttamente» e cui poi, vis a vis con gli sfollati, ha cercato di rimediare: «Nel decreto urgenze vanno inseriti più fondi per le imprese di Genova. Se ci dicono che si sfora il deficit dello 0,1 per cento chi se ne frega. Se è per aiutare i genovesi si aumenti pure il deficit», ha detto Salvini.
Proprio ieri, nella giornata in cui il decreto Genova é stato trasmesso alla Camera, cominciando così l’iter di conversione in legge, si è aperta una nuova attesa, dopo i 45 giorni passati per il primo: annunciato in mattinata dal premier i Giuseppe Conte, non è arrivato in serata l’altro decreto, quello con cui il premier nomina il commissario per la ricostruzione.

Il nome di Claudio Gemme, imprenditore Fincantieri, spinto proprio dalla Lega e indicato al premier proprio da Salvini presenta oscenamente il profilo di conflitto di interesse di Gemme, che da imprenditore Fincantieri, ancorché dimissionario, dovrebbe affidare i lavori della ricostruzione proprio a Fincantieri. 

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