giovedì 6 settembre 2018

pc 6 settembre - Mantova - Presidi filofascisti da cacciare Massimo sostegno all'indignazione dei genitori

Questi cosiddetti "musei" che rivendicano le guerre imperiali

del fascismo, vanno chiuse  e i proprietari denunciate per

apologia del fascismo. 

Mantova: i temi degli studenti finiscono al concorso del

"Museo Giovani Fascisti"
Molti i genitori ignari, il preside: "Ne abbiamo parlato per giorni in classe, non siamo tenuti a informare le famiglie"
di LUCIA LANDONI

Un compito in classe che rischia di scatenare un caso politico: succede alla scuola secondaria di primo grado "Leon Battista Alberti" di Mantova, dove alcuni docenti alla fine dello scorso anno scolastico hanno assegnato ai loro alunni un tema sull'amor di patria e inviato poi gli elaborati al concorso annuale indetto dalla Piccola Caprera di Ponti sul Mincio, che sul proprio sito web si presenta come "Museo Reggimentale Giovani Fascisti di Bir el Gobi" e sulla homepage espone orgogliosamente il simbolo del "Battaglione Volontari Giovani Fascisti".
Peccato che le famiglie dei ragazzi non ne fossero state informate e che solo a pochi giorni dalla premiazione - in programma domenica 2 settembre - i genitori dei vincitori abbiano appreso della
partecipazione dei loro figli al concorso e ne siano rimasti indignati.
Le loro proteste, raccolte dalla Gazzetta di Mantova, non preoccupano però Roberto Archi, dirigente scolastico dell'Istituto comprensivo "Luisa Levi", di cui l'Alberti fa parte: "La scuola non è tenuta a informare le famiglie di tutti i concorsi a cui partecipa, anche perché sono almeno cento all'anno.
Questo nello specifico è un concorso nazionale dedicato all'amor patrio, argomento trattato dagli insegnanti in classe con i ragazzi per almeno dieci giorni prima di assegnare il tema. Evidentemente gli studenti non ne hanno parlato a casa - spiega il preside, che il 1° settembre lascerà l'incarico per andare in pensione - La classe docente è libera di fare le sue valutazioni culturali, che nulla hanno a che vedere con la politica, per decidere a quali iniziative aderire. Abbiamo già partecipato in passato a quella della Piccola Caprera. Questa volta uno dei nostri alunni ha vinto e quindi la segreteria del concorso ci ha avvisato. Noi abbiamo a nostra volta avvertito la famiglia ed è nato il caso. Ma è già successo altre volte negli anni scorsi che dei genitori, saputo del premio, non abbiano mandato i figli a ritirarlo. In quel caso, gli organizzatori spedivano comunque a casa una bandiera tricolore e la cosa finiva lì".
Dal canto suo Antonio Vignola, presidente della Piccola Caprera, conferma che "ci è già capitato che i vincitori non siano intervenuti alla cerimonia di premiazione, ma noi non obblighiamo nessuno a partecipare. Ci limitiamo a diffondere il bando nelle scuole. E il concorso non ha finalità di apologia, né di propaganda".

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