giovedì 6 settembre 2018

pc 6 settembre - Corrispondenza - Il Vertice di Katmandu sancisce il dominio dell'India in Nepal e in tutta l'area

Nei giorni scorsi si è tenuto a Katmandu un importante Vertice, presentato sotto la veste "Bay of Bengal Initiative for Multi-Sectorale Technical and Economic Cooperation" (BIMSTEC).
Sotto i comandi dell'India di Modi sono convenuti 7 paesi (India, Nepal, Bangladesh, Tailandia, Myanmar, Srilanka, Buthan).

Dietro le solite parole di rito relative allo sviluppo economico e tecnologico e gli accordi conseguenti, questo Vertice è stato molto importante perchè ha segnato un salto di qualità della politica e dell'azione espansionista ed egemonista dell'India in tutta l'area. E anche se non esplicitamente, lo sforzo è quello di costruire un'alleanza stabile pro imperialista di taglio anti cinese.
Sui documenti approvati nei diversi campi parleremo in un'altra occasione. La questione più importante è il clima in cui questo Vertice si è svolto. E' dai tempi della monarchia e del dominio del Nepali Congress, partito rappresentante fondamentalmente il regime feudale, e figliale in Nepal del partito del congresso  indiano, che non si assisteva ad un'attitudine più servile e da veri lacchè da parte del governo nepalese.
L'attuale governo nepalese è guidato da Oli e da due partiti, UML e PCN (Centro maoista) di Prachanda/Battarai, che proprio nei mesi scorsi si sono fusi ed entro il 15 settembre la fusione sarà completata, con la creazione del Partito Comunista del Nepal. Un governo venduto come "governo comunista", con il pieno appoggio dell'imperialismo, dell'egemonismo indiani e naturalmente da tutta la serie di partiti revisionisti nel mondo. Un governo nato sul tradimento e le ceneri della guerra popolare, attraverso una serie di passaggi elettorali e politici che ne fa oggi il massimo rappresentante della borghesia comporadora e di tutte le classi dominanti in Nepal.
Katmandu è stata riempita nelle sue vie più importanti di grandi ritratti dei partecipanti al meeting nel disperato tentativo di rendere importante per le masse un eventi che segna un ulteriore capitolazione del popolo e dei suoi interessi nazionali e sociali all'India e all'imperialismo.
Mentre Oli è stato il "cavalier servente", Modi ha agito come un sovrano, ha indicato obiettivi, fini e ha parlato dei soldi messi a disposizione dall'India per i presunti sviluppi del Nepal e degli altri paesi convenuti. Soldi che non costituiscono un contributo allo sviluppo, bensì un'azione per rendere più dipendente il Nepal dal dominio economico e geopolitico dell'India.

Tra i vari progetti approvati, in particolare va considerato la gestione delle frontiere, che vuol dire il controllo dell'esercito indiano su di esse; la costruzione di un grande gasdotto che porti a dipendere per tutte le fondi di energia il Nepal dall'India.
Come contropartita l'India esprime il suo massimo sostegno, incremento al corridoio turistico che dovrebbe fare del Nepal e di questi paesi una sorta di circuito delle agenzie di viaggio che, come ha dichiarato Oli con insopportabile boria, vada dall'Himalaya al Golfo del Bengala, dalle montagne al mare.

Ma, come si può ben immaginare il cuore duro del Vertice non è stato quello dei discorsi svolti nella sala del Vertice ad uso e consumo della stampa, ma gli accordi segreti sanciti ad latere dietro il titolo dell'agenda, normalmente usata dall'imperialismo, della cosiddetta "lotta al terrorismo".
Che poi significa mettere in comune l'azione per debellare innanzitutto la ribellione maoista in India e in tutta l'area, e, più in generale, tutte le insorgenze nate dalle condizioni economiche e sociali di povertà, miseria e oppressione delle masse dei 7 paesi.
A questo accordo ha corrisposto l'immediata uscita in forma asettica di un'esercitazione militare congiunta in India nei prossimi giorni. Di questo apparentemente non si è fatta parola nel Vertice ma immediatamente la stampa l'ha posta come notizia principale conseguente del Vertice.
Questa partecipazione nepalese all'esercitazione non è che l'ultima tappa del dominio e controllo dell'esercito indiano sull'esercito nepalese, punto attuale di una collaborazione permanente, nata per soffocare la guerra popolare in India.

Che si tratti di un accordo segreto e "nocciolo duro" del Vertice è apparso subito evidente da due fatto dei giorni successivi. E' un accordo segreto fatto con l'impegno personale dei due capi della coalizione governativa, Oli e Prachanda.
Il 5 settembre i due ministri, quello della Difesa e quello degli Esteri, hanno dichiarato di non essere stati neanche consultati: "Il ministro non ha ricevuto alcuna proposta a questo scopo. Essa rappresenta una decisione principalmente dell'esercito". Una dichiarazione chiaramente ipocrita, fatta per non indicare i veri responsabili dell'accordo segreto.
L'altra notizia che fa subito da controaltare a questa è il viaggio imminente di Prachanda in India dove incontrerà Modi e i ministri della Difesa e degli Interni, in una lunga visita di sei giorni che ha lo scopo fondamentale di trasformare l'accordo segreto in ufficiale. E' lo stile di Prachanda sin dall'inizio del suo tradimento. Fu un viaggio segreto in India, da cui fu tenuto all'oscuro il Partito all'epoca autenticamente maoista e guida della straordinaria epopea dei 10 anni di guerra popolare, che preparò la svolta e il cammino del revisionismo fino al tradimento. Ed è ancora la legittimazione degli accordi segreti che completano i passi dell'asservimento del Nepal all'egemonismo indiano.

I maoisti e i rivoluzionari in Nepal, che restano una forza importante, da tempo combattono questo nuovo governo. Questo ulteriore passo in avanti sancito dal Vertice BIMSTEC, non farà che alimentare la delusione e l'opposizione del popolo a questo governo "comunista" e l'impegno dei maoisti e rivoluzionari in Nepal per sviluppare e riprendere la via della rivoluzione.

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