mercoledì 5 settembre 2018

pc 5 settembre - CONTRIBUTO - GOVERNO FASCIO-POPULISTA: MOSTRO A DUE TESTE CON I PIEDI DI ARGILLA


(Di ED)
Tutti i governi, di qualunque natura, a livello internazionale come a livello nazionale, hanno lavorato per conto della borghesia imperialista nella concentrazione e centralizzazione del Capitale finanziario e produttivo e nella distruzione delle forze produttive, così come nella distruzione di natura ed ambiente, e hanno scaricato tutto il peso dell'imperialismo in crisi sulle spalle della classe operaia e delle masse popolari sempre più impoverite. Una crisi totale, finanziaria, politica, morale che ha disgregato i rapporti sociali, eretto muri/fortezze/filo spinato attorno ai propri confini/ privilegi, ha fatto rinascere ideologie già sconfitte dalla storia e ha risvegliato le paure dei ceti medi di finire proletarizzati e li ha tirati dalla propria parte con il populismo reazionario, negli USA come in Russia come in Europa.
La borghesia imperialista, come ogni classe al potere, necessita di legittimazione e consenso e i fascio-populisti servono a questo, utili idioti che mascherano la cosiddetta globalizzazione con un'inesistente invasione dei migranti e con la teoria della “Grande sostituzione” dei popoli europei, con il “sovranismo”, con i complotti e le fake news.
In Italia il risveglio del populismo di destra e del neofascismo ha trovato il terreno reso fertile da alcuni elementi.
1) La democrazia liberale; 2) la sinistra borghese al governo nello Stato e nelle amministrazioni locali, il sindacalismo di regime, espressioni dell'aristocrazia operaia e del
ceto medio commerciante e cooperativistico; 3) l'offensiva reazionaria nel campo della sovrastruttura culturale sulla fine della storia, dell'ideologia comunista, il concetto reazionario “nè di destra, né di sinistra”, sulla scomparsa della classe operaia, la cancellazione della Resistenza Antifascista, il revisionismo storico. Con questi strumenti hanno portato avanti l'attacco antiproletario e antipopolare non solo in termini di politica economica e sociale ma anche a livello ideologico, con più repressione e sempre più Stato di polizia dove il Capitale concentra la sua forza militare, più interventismo nella contesa interimperialista nel quadro della crisi economica mondiale, delle guerre per il controllo dei mercati, per la rapina delle fonti energetiche con la conseguente ondata massiccia di migranti in fuga.
Con la globalizzazione imperialista, l'aristocrazia operaia è, e rimane sempre, il puntello sociale di tenuta del sistema imperialista, indispensabile strumento al servizio dei padroni per la formazione di uno Stato corporativo, l'ala sinistra della borghesia, che ha preparato il terreno all'ascesa del fascio-populismo. Ancora una volta, oggi come ieri, il riformismo serve la reazione. Non a caso gli ultimi esponenti dei servi della borghesia imperialista sono Minniti e il governo Renzi che hanno consegnato la macchina dello Stato pronta all'uso alla banda Salvini/Di Maio.

Le elezioni del 4 Marzo hanno consegnato il potere politico nelle mani dell'alleanza reazionaria Lega e M5S, un'alleanza del tutto naturale, un mix tra populismo/fascismo/razzismo che tiene unito un blocco sociale che va dalla piccola borghesia ai padroni grandi e piccoli, commercianti, evasori fiscali, criminali mafiosi, tutte classi che hanno prosperato nei periodi di espansione del Capitale ma che la crisi economica esplosa da un decennio ha gettato nell'incertezza.
Lega e M5S, come un branco di iene fameliche, si sono avventati sul “popolo” per incanalare e contenere la ribellione contro le politiche dell'austerità e per irregimentarlo in un nuovo blocco sociale controrivoluzionario. Si riempiono la bocca di “popolo”, lo presentano come un tutto indistinto, omogeneo, senza classi sociali al suo interno, si proclamano “sovranisti” e contro l'Europa del grande capitale finanziario (e scimmiottarlo a sinistra come fa Potere al Popolo la dice lunga sulla natura di classe di questa formazione politica della sinistra antagonista).
Ma dovranno dimostrare anche alla borghesia imperialista che saranno in grado di governare meglio di ieri, una volta che si faranno Stato, che passeranno dalla spartizione delle poltrone alla trasformazione dello Stato in senso fascista.
Ma potranno mai essere forze del “cambiamento”, forze “antisistema”, quest'accozzaglia di parassiti, impiegati ubbidienti di un'oscura azienda che fa profitti nelle “reti social”, formatesi nel mito della Rete e della “democrazia partecipata” come alternativa al parlamento, con all'orizzonte politico il capitalismo dal volto umano, individualisti, in alcuni casi gente che non ha mai lavorato o fatto politica in vita sua, tutti comunque ostili e indifferenti alle condizioni dei lavoratori e ai diritti degli immigrati? Dalle parole dell' ex-cabarettista sbraitante, Bepper Grillo, definito, a ragione, «criptofascista» Siamo dei borghesi, siamo dei conservatori, non siamo dei rivoluzionari. Questa non è una rivoluzione ordinata: le rivoluzioni ordinate portano a sovvertire poteri con un altri poteri. La nostra è una pseudorivoluzione disordinata, ognuno viene con la propria mentalità, ognuno con le proprie idee, ma coadiuvati da un’energia della Rete per un progetto comune: riprenderci il Paese”.Che non fanno altro che confermare la giustezza dell'analisi di Gramsci: “È' rivoluzione solo quella che si basa su una nuova classe. Il fascismo non si basa su nessuna classe che non fosse già al potere …”.
L'onda reazionaria iniziata nel '94 a guida Berlusconi, ha integrato e costituzionalizzato Lega e fascisti. Dal populismo berlusconiano, nato anch'esso cavalcando l'onda “antisistema”, “anticasta”, antipartiti, rinasce la stessa Lega con cui ha governato a livello nazionale e locale, non più federalista/secessionista ma oggi “sovranista”, sempre razzista, sempre più fascista. Ora la destra fascio-populista ha cambiato la sua prestazione d'opera, ha il volto dell’Uomo Solo al Comando, l'amico di Trump, Putin, Le Pen, Casa pound, della criminalità mafiosa, dei poliziotti, la Bestia, come qualcuno l'ha chiamato.

La Grande Illusione delle masse durante le elezioni politiche si è tradotta nel sonno della ragione del Grande Inganno: i primi provvedimenti governativi non riguardano certo la giustizia sociale, ma solo respingimenti, chiusura dei porti, caccia all'immigrato, copertura alle violenze dispiegate dei neofascisti e razzisti e repressione delle lotte dei lavoratori e delle lotte sociali, rilancio del “sovranismo” (cioè del nazionalismo) e del culto mediatico delle virtù palingenetiche di un “capo” che rimette a posto tutto e che «se ne frega», mantenimento del jobs act e attacco a quello che rimane dello Statuto dei lavoratori e nessun ripristino dell'art.18, voucher e condono fiscale, devastazioni ambientali e nessun aiuto economico ai terremotati, fino all' osceno sciacallaggio propagandistico sulla pelle delle vittime del ponte Morandi a Genova.
C'è ancora tanta carne fresca in giro per saziare la fame di sangue che abbiamo messo in corpo a 'sto paese”, fa dire Makkox a Salvini che dialoga con Meloni in una vignetta pubblicata su l'Espresso.
E' una dichiarazione di guerra contro i proletari e la masse popolari! Questi ingannapopolo fanno finta di alzare la voce contro i potenti e i poteri forti mentre si spartiscono le poltrone del potere al fine, con false promesse, con il controllo dei mezzi di comunicazione e con le “fake news”, di salvare la pelle ai padroni e a tutto il loro sistema.

Dal foglio prolcom: “ I fascio/populisti vanno combattuti prima di tutto con la forza, impedendogli dove è possibile di agire impunemente, e sulla base di questo unire le masse che non ci stanno e contrastare quelle che invece si fanno megafono del razzismo, della politica dei muscoli verso l'Europa, ecc. Dall'altra organizzare le lotte dei lavoratori, delle masse sui loro bisogni; perchè è necessario ma anche perchè è la lotta che fa "pulizia" delle idee sballate. Senza la lotta gli operai si concepiscono e ragionano come qualsiasi "individuo" (e come "individuo" ci sono tutte le miserie borghesi: la paura, la sicurezza, la "proprietà",ecc.), solo con la lotta e nella lotta si concepiscono come classe.”.

Nei nostri scritti abbiamo definito questi due partiti una formazione politica con i piedi d'argilla “perchè affondano nella “normale” corruzione di questo sistema; gli “antisistema” sono quelli che, come gli altri, hanno le mani in pasta in tutti gli sporchi affari di questo sistema capital/mafioso, da Roma capitale a tutte le grandi opere” (lettera aperta di MC pubblicata sul blog prolcom in luglio), che farà quello che “i padroni gli chiederanno di fare”, come diciamo nel foglio prolcom post-elezioni.
Questi reazionari hanno fatto leva sulle paure della piccola e media borghesia, colpita anch'essa dalla crisi di sistema, sulla “struttura caratteriale irrazionale dell'uomo medio” (dell'uomo-massa), come direbbe Wilhelm Reich sulla psicologia di massa del fascismo: “La mentalità fascista è la mentalità dell'«uomo della strada» mediocre, soggiogato, smanioso di sottomettersi ad un'autorità e allo stesso tempo ribelle”, afferma il sociologo marxista.
L' analisi del fascismo storico, “la dittatura aperta degli elementi più reazionari del capitale finanziario” secondo la definizione della III Internazionale, come strumento di disciplina sociale del Capitale, di disgregazione della classe operaia, è giusta e va arricchita da altri elementi che sono le manifestazioni di decomposizione del sistema capitalistico.

Dall'analisi fatta deve discendere la nostra linea di massa.
Se interpretiamo il fenomeno come un regolamento di conti nell'ambito della stessa borghesia imperialista ci faremmo schiacciare senza neppure avere provato a combattere, come nell'immagine della rana in pentola che ha consapevolezza di essere bollita quando ormai è troppo tardi. Non vorremmo rimanere al punto in cui continueremo a chiederci come si è potuto arrivare a tanto mentre siamo messi nella condizione di non nuocere. La classe operaia, i giovani le donne non possono “attendere” passivi alla costruzione di un regime che si abbatterà contro di essi e che irregimenterà tutta la società.
Il fascismo si alimenta nella crisi e si manifesta come populismo, per questo lo chiamiamo fascio-populismo:
Ma quali sono le sue teorie e gli strumenti che rendono possibile la sua diffusione nelle classi del “popolo”?
Quant'è pericoloso il populismo di sinistra, cioè il rossobrunismo?

E' nella storia della lotta di classe nel nostro paese e nel suo sviluppo che dobbiamo individuare le radici del fenomeno. Sono i rapporti sociali capitalistici alla base ma anche il ceto medio è fondamentale nell'ascesa del fascio-populismo.
La variante italiana della reazione internazionale che, proprio perchè si è manifestata in Italia, si chiama fascismo, si può comprendere meglio a partire dalla prima analisi sullo sviluppo particolare del capitalismo in Italia, sulle classi, compiuto dai comunisti che hanno elaborato le Tesi di Lione e che saranno alla testa della lotta armata antifascista. Il fascismo non è una malattia improvvisa all’interno di un corpo sano o un'irrazionale parentesi, e ha ragione Gobetti sul fascismo come autobiografia della nazione, la pesante eredità di cui non ci siamo sbarazzati. Ma hanno ragione soprattutto i comunisti, i partigiani, i combattenti della Resistenza Antifascista, la prima guerra di popolo nel nostro paese che ha schiacciato e vinto il fascismo, che hanno dimostrato coi fatti, cioè con la lotta armata, la clandestinità, lo stretto legame con le masse schiacciate dal regime, l'organizzazione di scioperi politici nelle fabbriche, che solo arrivando alla polarizzazione dello scontro politico e sociale con al centro la direzione della classe operaia e la sua avanguardia politica, il Partito Comunista, è possibile battere populismo e fascismo.

I proletari, i giovani, le donne in lotta, i rivoluzionari possono essere, e sono, una forza più di prima, se si organizzano, se fanno pulizia al loro interno, se si liberano dalle cappe soffocanti e frenanti del riformismo e dell'opportunismo” (pc 3 agosto – Lotta aperta per una necessaria “polarizzazione”)

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