domenica 16 settembre 2018

pc 16 settembre - NO TAV - Stato borghese con la santa Inquisizione e governo degli ingannapopolo M5stelle si dividono il compito

Torino, 76 denunciati per l'assalto al cantiere Tav del 7 settembre

Sono accusati di resistenza e violenza, ma anche di aver violato la zona rossa e di aver lanciato fuochi d'artificio contro la polizia

Settantasei persone sono state denunciate per l'assalto al cantierie di Chiomonte del 7 e 8 settembre, durante il campeggio studentesco No Tav. La notte del 7 settembre un gruppo di un'ottantina di persone aveva lanciato sassi e grossi petardi e fuochi d'artificio in direzione delle forze dell'ordine schierate nel cantiere. Gli attivisti erano tornati in due diversi momenti nella stessa notte per attaccare il cantiere. Quella notte la digos aveva identificato una quarantina di persone, molti già titolari di un avviso orale emesso dal questore nei confronti di alcuni attivisti ed esponenti dei centri sociali. Sono accusati a vario titolo dei classici reati di queste manifestazioni, come resistenza e violenza, ma anche di aver violato la zona rossa e di aver acceso fuochi, in zona Garavella. Il giorno successivo agli attaccati, alcune decine di manifestanti erano tornati in Clarea, tra loro alcuni degli storici del movimento No Tav, e avevano tagliato le reti sul sentiero ercando di creare un varco.Per allontanare i manifestanti erano stati usati i lacrimogeni. Per quell'episodio sono stati denunciati in cinquanta.

No Tav contestano i Cinque Stelle alla loro festa: "I loro ministri maleducati"

Sul palco di Settimo Torinese l'attacco del leader valsusino Perino

Forte contestazione dei No Tav al Movimento 5stelle alla festa piemontese dei grillini dove era attesa la sottosegretaria all'Economia Laura Castelli. Sul palco di Settimo Torinese è salito lo storico leader del fronte che si oppone all'alta velocità Torino-Lione, Alberto Perino: "Finora ho messo la faccia per
il Movimento 5stelle, ma ci sono altre elezioni a breve ed è sicuro che continuando su questa strada io la faccia per loro non la metto più - ha scandito il leader - Sono molto incazzato e non solo per quello che fa e non fa il governo, sono incazzato per la maleducazione dei nostri ministri in Parlamento".
Nelle scorse settimane è stata inviata una lettera al premier Giuseppe Conte e al ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, nella quale si chiedeva lo stop all'opera: "Abbiamo mandato una lettera il 5 settembre - ha detto Perino - Sono passati 9 giorni e non ci hanno degnato nemmeno di mandarci a fare in culo. Se pensano che li abbiamo mandati lì per non rispondere a domande o snobbarci hanno sbagliato indirizzo".
Castelli ha dato forfait, ufficialmente per impegni alla Camera, ma i No Tav insistono: "Non si fugge dal confronto, questo non è il patto che abbiamo siglato molti anni fa quando chi era no tav ha accettato di impegnarsi nel movimento 5stelle" ha aggiunto  Perino. Consiglieri comunali, assessori di Torino presenti alla festa hanno ascoltato senza rispondere. L'unica a metterci la faccia è la consigliera regionale grillina, Francesca Frediani: "Quello che posso dirvi è che se non si ferma il Tav non mi vedrete più su un palco come questo - ha assicurato ai No Tav -....
Nel pomeriggio proprio Frediani, insieme alla senatrice grillina Elisa Pirro, è salita a Chiomonte per assistere insieme ai No Tav ai lavori di ampliamento del cantiere.

SI PREANNUNCIANO TEMPI DURI PER QUALCUNO DEGLI ATTUALI GOVERNANTI
«In che mani ci siamo messi!»: così Alberto Perino – lo storico leader del movimento No Tav – commenta, tramite quello che avrebbe dovuto essere un intervento ad uso interno di una precisa mailing list ma è divenuto rapidamente di dominio pubblico, il comportamento dei nominati in Parlamento aderenti al Movimento 5 Stelle.
Dopo la rottura del maggio scorso tra i “cugini” del No Tav-Terzo Valico ed i grillini, sembra che anche in val di Susa si vada verso la risoluzione di ogni rapporto tra chi si oppone concretamente alla devastazione ambientale e chi la propugna unicamente a parole, ma alla prova dei fatti disattende le aspettative.
Il papello del Perino è importante proprio per la sua provenienza: fino a ieri, costui – al quale vanno comunque attributi moltissimi meriti in questi venticinque anni di lotta – rappresentava l’ala del movimento più contigua alla cricca pentastellata, ed il fatto che ci vada giù pesantemente con i giudizi è assai significativo.
Scrive, l’attivista di Bussoleno: «E’ proprio il non voler distrbare il manovratore (Telt & Lega di Salvini) che fa sì che queste cose – atti amministrativi volti  fermare i lavori, n.d.r. – non vengano fatte da chi è stato mandato a Roma per bloccare il Tav. In che mani ci siamo messi! Ancora una volta dobbiamo constatare che non ci sono governi amici». (il manifesto, martedì quattordici agosto, pagina quattro, articolo firmato Mauro Ravarino)
Ha voglia, lo stesso autore dello scritto, a fare una precisazione succesiva, nella quale afferma di essersi «limitato a constatare che avrebbero potuto fare molte cose per mettere in difficoltà il sistema Tav e non l’hanno fatto»: questa sembra una sconfessione in piena regola della linea politica tenuta sino ad ora.
Questo accadeva in pieno agosto, ma in settembre le cose non migliorano affatto; come scrive l'edizione telematica torinese del quotidiano la Repubblica di venerdì quattordici settembre, la sera precedente il movimento No Tav si è presentato alla festa grillina in corso di svolgimento a Settimo Torinese, in occasione della visita - "casualmente" saltata - della sottosegretaria all'economia Laura Castelli.
Qui lo stesso Perino, intervenendo dal palco, ha ribadito: "Finora ho messo la faccia per il Movimento 5stelle, ma ci sono altre elezioni a breve ed è sicuro che continuando su questa strada io la faccia per loro non la metto più. Sono molto incazzato e non solo per quello che fa e non fa il governo, sono incazzato per la maleducazione dei nostri ministri in Parlamento".
Si preannunciano tempi duri per il Movimento 5 Stelle: alle prossime elezioni rischia di pagare pesantemente la linea di asservimento completo ai voleri di una forza politica che, con poco più della metà dei suoi consensi, detta l’agenda dell’esecutivo come se fosse essa l’azionista di maggioranza dello stesso.
Bosio (Al), 16 settembre 2018
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova

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