mercoledì 12 settembre 2018

pc 12 settembre - Un'intervista a Proletari Comunisti sulla situazione italiana da parte di un blog internazionalista dell'Asia


Qual'è la situazione politica nel vostro paese in questa fase?
Nel presentare la situazione del nostro paese, non possiamo non partire da quello che succede in questi giorni, due questioni prevalgono e sono tra loro legate: masse di popoli dall’Africa del nord e da altri paesi oppressi, cercano di arrivare nel nostro paese con barconi. Molti di essi periscono nelle acque del Mediterraneo. Questi migranti fuggono dalle guerre e dalle loro oppressioni, miserie, prodotte dall'imperialismo. In Italia questo produce due fenomeni: da un lato la solidarietà di settori delle masse popolari, dall’altra lo sviluppo intensificato del razzismo, e al sud come al nord si combatte una battaglia di idee e di pratiche tra queste tendenze presenti. 
Nello stesso tempo il governo è stato conquistato dalle forze fascio-razziste-populiste, con due forze, da due volti ma con la stessa politica: il Movimento 5 Stelle, capeggiato da una cupola formato da un comico-attore e la Lega, inizialmente un fenomeno del nord e poi divenuto una forza nazionale incorporando tutte le forze fasciste che c’erano in Italia. Questo governo ha trasformato tutto in razzismo di Stato. E' un governo abbastanza strano, il suo presidente è di pura facciata e i due vice presidente sono gli effettivi capi del governo, e uno dei due che è anche Min degli Interno utilizza il suo ministero come governo generale. Di conseguenza, blocca i porti e crea un’emergenza che i numeri attuali dell’emigrazione non rendono reale. A questa emergenza unisce un’attività di controllo di tutte le leve dello Stato. Nello stesso tempo apre un fronte dentro l’Europa, facendo un tutt’uno del nazionalismo, razzismo e distogliendo le masse dai gravi problemi economici.
In queste ore questo è il cuore della contraddizione nel nostro paese.

Ma come si è arrivati a questa situazione? 
I differenti governi della borghesia che si sono succeduti hanno perduto progressivamente credito tra le masse, in quanto hanno scaricato la crisi sulle masse popolari, hanno attaccato i salari, le condizioni di lavoro, hanno cancellato lo stato sociale, e hanno gestito il potere come strumento di corruzione e di affari. Questo ha screditato tutti i governi della borghesia, in particolare gli ultimi
definiti di centrosinistra, ma che facevano le politiche del centrodestra. Mentre nello scenario europeo facevano da fratelli minori della Germania e della Francia.
Le masse rispetto a questo fenomeno hanno reagito in due modi, con un massiccio astensionismo elettorale che ha fatto crollare i livelli di partecipazione al voto, e in parte spostandosi verso quelle forze che apparivano fuori dal sistema. Questi due fenomeni si sono sviluppati contemporaneamente. Mentre l’astensionismo di massa non ha trovato una sua rappresentanza, le forze di destra si sono rafforzate e hanno strappato consensi tra settori delle masse, inizialmente presentandosi divise e contrapposte: il M5S poteva sembrare una forza che potesse raccogliere la delusione delle masse, mentre l’altra forza, la Lega, raccoglieva la destra.
Queste si sono presentate come forze che avrebbero fatto due governi contrapposti, mentre appena hanno avuto i voti si sono uniti e hanno costruito un “mostro a due teste”, che trasforma la delusione e insoddisfazione del popolo in moderno fascismo, un fenomeno che nel nostro paese non è mai scomparso. La borghesia ha portato al potere i fascisti prima della guerra, poi la Resistenza ha rovesciato i fascisti ma il revisionismo ha impedito che la Resistenza andasse fino in fondo. Le forze della borghesia si sono riorganizzate e hanno cancellato i risultati della Resistenza, stabilendo una democrazia parlamentare come tutte le altre, come maschera della dittatura della borghesia. 

Il collasso del Pci ha provocato fermenti rivoluzionari, la marcia per dare il nuovo partito comunista alle masse non ha raggiunto i suoi risultati e la borghesia ha potuto riprendere tutto il suo vigore, gestendo il potere attraverso i vecchi partiti falsamente trasformati. Questo ciclo ha screditato tutti i partiti progressivamente e in particolare nello scoppio della crisi economico mondiale, in cui i diversi paesi imperialisti hanno subito gli effetti della legge sullo sviluppo diseguale. L’egemonia franco-tedesca ha costituito una contraddizione e sia la borghesia sia le masse non hanno accettato i vecchi partiti; la stessa borghesia che vede al potere i fascio-populisti ha dei dubbi che questi possano essere la soluzione finale. Questo fenomeno ci fu anche ai tempi del fascismo.

Cosa è avvenuto nel campo del proletariato e delle masse popolari?
Quello che non è avvenuto nel campo del proletariato e delle masse popolari è la riorganizzazione di un partito comunista forte, la conservazione di sindacati di classe e lo sviluppo dei movimenti popolari di massa su tutti i terreni degli effetti della crisi. Le masse hanno resistito, ma non hanno avuto un loro quartiere generale; movimenti si sono sviluppati, sono nate diversi organismi sindacali che sono usciti dai sindacati ufficiali, ma anch’essi sono restati frammentati. I movimenti sono rimasti nel campo del loro terreno specifico, senza vedere l’intero sistema che c’era dietro. Non solo, la crisi della sinistra ha diffuso tra le masse l’idea che tutti i partiti sono negativi, inutili, che tutti i sindacati sono corrotti e di collaborazione. Questo ha creato un clima sfavorevole alla riorganizzazione dei comunisti e delle masse e chiaramente le masse insoddisfatte non hanno avuto la forza per imporre la loro soluzione alla crisi. La gigantesca crisi mondiale e la ondata migratoria ha avuto un effetto simile ad una guerra, che la destra è riuscita ad utilizzare.
La crisi del movimento comunista ha portato ad un arretramento della coscienza solidale e di classe e questo ha costituito un’arma importante dell’ascesa delle forze fascio-populiste.
L’imperialismo italiano, la grande borghesia prima della crisi si è rafforzata, durante la crisi è riuscita a difendersi scaricando sui proletari e ora punta a consolidare la sua posizione imperialista specifica, soprattutto nel Mediterraneo.

Cosa avviene nel campo dei maoisti?
I maoisti e il nostro partito sono nati nel 2000. Hanno cominciato il loro cammino di ricostruzione del partito e di legame con le masse proletarie e su questa strada hanno condotto una prima fase della loro lotta che è stata positiva. Le forze sono cresciute, e anche i legami con le masse, Nel movimento sindacale è nata una organizzazione da noi diretta, nel movimento delle donne si è avuta molta influenza, è nata una nuova organizzazione giovanile, le campagne di sostegno alle guerre popolari hanno migliorato la coscienza di settori d’avanguardia delle masse e hanno dato al nostro partito un prestigio, peso, come forza maoista, rivoluzionaria, internazionalista. Ma il cambio della situazione generale ha influenzato i grandi movimenti, le larghe masse, il nostro partito era troppo piccolo per contrastare questo fenomeno. 
L’unità con le altre forze comuniste è molto difficile, perché nel loro campo si sono approfondite deviazioni storiche: l’economismo, il socialsciovinismo travestito da lotta contro l’Europa, soprattutto le correnti spontaneiste piccolo borghesi.
Si è creata una massa a sinistra fragile che da un lato ha fatto muro rispetto all’azione del nostro partito tra le masse e nello stesso tempo ha aperto la via per la penetrazione nel movimento di idee populiste. Le nuove organizzazioni sindacali nate in questa fase hanno sostenuto “non più politica, non più partito” e i movimenti hanno pensato di utilizzare il populismo per avere risalto. Questo ha arrestato la coscienza generale che è rimasta confinata con le sue forze. Abbiamo dato vita su tutti i campi ad iniziative esemplari, anche nella lotta e organizzazione dei migranti, esperienze esemplari a macchia di leopardo, un enclave rispetto alle dinamiche che si sviluppavano nel movimento di massa.
In questo contesto il nostro partito ancora di più appare e resiste come unica forza ma in un mare in cui è difficile navigare.
Il ns p nello stesso tempo ha cercato di fare un bilancio della Resistenza, della lotta armata degli anni 70, e della riorganizzazione dei partiti mlm, ma non poteva andare oltre se divorziato dalle masse. Sarebbe divenuto una riedizione dei gruppi armati degli anni '70 e non un partito della guerra popolare. C’è molto lavoro da fare per conquistare le avanguardie, e questo deve essere fatto coraggiosamente a viso aperto, non possiamo essere il “partito delle notte” mentre il giorno è nero per le masse. Le condizioni attuali per lo sviluppo del nostro partito sono maggiori di prima dato che siamo l’unica forza, ma la situazione delle masse è difficile, dobbiamo conquistare l’avanguardia "casa per casa", "postazione per postazione", nel fuoco della lotta di classe.
Questo è lo stadio generale della nostra azione, la situazione generale è sfavorevole sia oggettivamente che soggettivamente, ma dentro la polarizzazione della borghesia e delle sue forze e dentro il cammino del nostro partito per conquistare l’egemonia e l’organizzazione di tutto ciò che resiste c’è l’importante presente e il futuro della nostra organizzazione.

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