martedì 21 agosto 2018

pc 21 agosto - NO TAV tra repressione che continua e ripensamenti di Perino

"Persone da vigilare in modo particolare"

La decisione del questore Messina per militanti del centro sociale Askatasuna che avevano partecipato agli scontri del primo maggio 2017


"Persone da vigilare in modo particolare". E' questo il senso dei 13 avvisi orali disposti dal questore di Torino Francesco Messina nei confronti di altrettanti attivisti No Tav che in queste ore sono stati raggiunti dal provvedimento che non comporta misure cautelari ma è una specie di "cartellino giallo" nei confronti di chi lo riceve.  Lo hnno ricevuto alcuni militanti del centro sociale Askatasuna che avevano partecipato agli scontri del primo maggio 2017 ( per quegli scontri erano già state emesse 15 misure cautelari, di cui 6 ai domiciliari poi revocate dal tribunale del riesame). Altri destinatari dell'avviso del questore, notificato dagli uomini della digos riguarda No Tav che hanno partecipato agli attacchi al cantiere di fine luglio durante il campeggio No Tav di Venaus, quando il cantiere e le forze di polizia erano state bersagliate con potenti petardi, sassi e fuochi d'artificio. Una ventina di persone erano state denunciate per aver violato i limiti della zona rossa intorno al cantiere.
"Nei confronti di questi soggetti -  si legge in una nota ufficiale della questura -  il Questore di Torino ha ritenuto che siano emersi elementi che rendevano necessaria una particolare vigilanza da parte degli organi di Pubblica Sicurezza come avvertimento  e di monito per modificare tale comportamento".
L’avviso orale comporta il divieto di possedere o utilizzare  armi, riproduzioni di armi, comprese quelle giocattolo, fuochi d'artificio o qualsiasi altra sostanza che può provocare un incendio. Il divieto riguarda anche il possesso di programmi informatici o strumenti per comporre messaggi cifrati e crittografati.

Val Susa, rottura tra il movimento No Tav e M5s. Perino: "In che mani ci siamo messi"

Lo storico leader contro la Torino-Lione, dopo aver appoggiato M5s, ora attacca: "I Cinque Stelle continuano a fare sterili proclami invece di fare atti amministrativi"

Non ci sono governi amici  dei No Tav. Alberto Perino, voce storica del movimento che si oppone
alla linea Torino-Lione, lo dice da mesi. Non sembra lo stesso Perino che a febbraio , quando i candidati del M5S furono presentati in Val di Susa aveva detto: “L’unica forza politica, in questo momento, che può generare la differenza, è il M5S”. Sono passati sei mesi e la rottura sembra definitiva.
“I Si Tav eTelt fanno i fatti, vanno avanti e lanciano gli appalti. I Cinque stelle continuano a fare sterili proclami invece di fare atti amministrativi”, si legge in un documento di fuoco  che Perino ha fatto circolare negli ambienti No Tav. “E pensare che di cartucce da sparare ne avrebbero tantissime per bloccare gli ingranaggi della grande opera. Basta volerlo fare. Ma per non disturbare il manovratore (Telt e Lega) queste cose non non vengono fatte da chi è stato mandato a Roma per bloccare la Tav”.

Il commento arriva a poche ore dalle dichiarazioni del ministro Danilo Toninelli che aveva commentato il via libera del Cipe alle modifiche della delibera 30 sulla Torino-Lione di aprile. “Il testo è stato messo a punto dal governo precedente, nonostante la batosta elettorale appena presa che lo obbligava ad agire solo per gli affari correnti” - aveva detto -  Ma state tranquilli non è nulla che possa influire in modo decisivo sull’analisi costi-benefici che finalmente stiamo conducendo in maniera seria e obiettiva. Teniamo gli occhi aperti sul cantiere e, come detto, considereremo quale atto ostile ogni decisione che faccia avanzare la Tav senza una scelta politica del governo”. Ed è su questo punto che si consuma quella che appare una netta rottura.
“I nostri tecnici hanno suggerito molti modi-  ribatte ancora Perino - Ma loro niente. Attendono i risultati dell'analisi costi benefici. Poi quando questa sarà conclusa vedranno cosa fare, se saranno ancora al governo e se esisteranno ancora. In che mani ci siamo messi”.
La presa di posizione ha creato naturali polemiche. Così Prino , poi ha specificato: "Mi sono limitato a constatare che avrebbero potuto fare molte cose per mettere in difficoltà il sistema Tav e non l'hanno fatto. La mia era una mail privata alla lista comitati e non pubblica, distorta, spero in buona fede. Finora a parte i proclami di atti formali non ne hanno fatti. Questo non significa sconfessare o prendere le distanze dai 5 Stelle".

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