La gara non è automaticamente annullabile, anche se ci sono effettivamente dei vizi. L’Avvocatura generale dello Stato ha inviato al ministero dello Sviluppo Economico il parere richiesto da Luigi Di Maio, rigettando di fatto la palla nel campo del vicepremier. Perché le “possibili anomalie” nel bando per l’assegnazione dell’Ilva, sulle quali il Mise chiedeva un chiarimento, secondo l’Avvocatura c’erano ma non si sostanziano in un interesse pubblico tale da procedere con l’annullamento di tutto l’iter. Anche perché, secondo quanto anticipato da Il Messaggero, la cordata vincitrice guidata da ArcelorMittal ha agito in buona fede. Insomma, dovrà essere Di Maio a decidere e dovrà farlo in poco tempo, perché – secondo la relazione dei commissari straordinari del siderurgico – i soldi a disposizione dell’azienda basteranno fino al 15 settembre.

In meno di un mese dovranno essere sciolti tutti i nodi ancora esistenti. Ad iniziare da quello occupazionale, il più complicato. I sindacati non hanno ricevuto alcuna convocazione ufficiale al ministero per riprendere il tavolo delle trattative.....si parla di due possibili date per riaprire il dialogo: il 24 o il 27 agosto. Il faccia a faccia tra i rappresentanti dei lavoratori e gli acquirenti, quindi, si trasformerà probabilmente in una “no stop” ”.
Tanto che l’azienda da giorni, secondo quanto risulta a Ilfattoquotidiano.it, sta provando a organizzare un nuovo incontro fuori dal tavolo ministeriale per illustrare ai sindacati quel “passo in avanti” promesso prima di Ferragosto quando Arcelor aveva detto di “non aver mai chiuso le porte” ma allo stesso tempo di dover tenere conto “del quadro economico”. Tradotto: il colosso dell’acciaio pronto a subentrare nella gestione dell’Ilva è disponibile ad aumentare il numero dei lavoratori presi in carico rispetto ai 10mila garantiti finora, ma oltre una certa soglia di surplus (quantificata al momento in 300 persone) dovrà rivedere al ribasso il costo del lavoro per singolo riassunto tenendo così invariato l’ammontare totale. Anche perché, raccontano fonti vicine all’azienda, in ogni caso non si arriverà a un transito nella nuova società di tutti gli attuali 13.522 occupati (11.155 se si escludono i dipendenti in cassa integrazione) e per “incentivare” le uscite viene considerato indispensabile creare un “balzello”.