martedì 24 luglio 2018

pc 24 luglio - COL GOVERNO FASCIO-POPULISTA LA LEGA TORNA ALL'ATTACCO CONTRO IL DIRITTO D'ABORTO


DA NUDM DI VERONA
La 194 non si tocca!
Nel quarantesimo anniversario della legge 194, che ha sancito la possibilità per le donne di abortire in modo sicuro, libero e gratuito, stanno per essere discusse in Consiglio comunale due mozioni che preoccupano quella larga parte della cittadinanza che ha a cuore il diritto di scelta e di autodeterminazione delle donne. Si tratta della mozione n. 434 proposta da Alberto Zelger (Lega Nord) e firmata anche dal sindaco Federico Sboarina (Battiti) – volta a dare ampio spazio ad associazioni cattoliche tese a contrastare l’aborto libero e gratuito – e la n. 441 collegata alla precedente mozione e proposta da Anna Grassi, sempre Lega Nord – volta ad avviare un programma di “sepoltura dei bambini mai nati”, anche senza il consenso della donna coinvolta.
Siamo preoccupate/i per il fatto che il comune di Verona intenda confermare la deriva
integralista che da decenni contraddistingue la sua politica in materia di diritti civili e riproduttivi attraverso delle mozioni antistoriche volte a svuotare sempre più nei fatti la legge 194 e conseguentemente a privare le donne dei loro fondamentali diritti alla salute e all’autodeterminazione. Denunciamo inoltre che l’approvazione di suddette mozioni avrebbe come scopo specifico quello di foraggiare associazioni cattoliche che hanno il chiaro intento di delegittimare la legge che garantisce l’interruzione volontaria di gravidanza.
Questo ultimo atto che si sta svolgendo nel Comune di Verona si inserisce pienamente nel solco della mozione n. 334 approvata il 4 luglio dal Consiglio regionale del Veneto che conferma il suo appoggio agli attori sociali che operano in difesa della famiglia naturale e alle politiche di sostegno alla natalità. Siamo consapevoli che l'alleanza delle destre e dei settori integralisti cattolici sta lavorando ad attaccare a tutto campo tutte quelle soggettività che non aderiscono all’antica retorica della semplificazione di ogni scelta autodeterminata a un unico canone, quello dell' eteronormatività obbligatoria e della maternità come scelta obbligata. Un già visto che che ci riporta al 1995 quando per difendere la 'famiglia naturale' dalla Risoluzione del Parlamento Europeo del 1994 che chiedeva agli stati membri il riconoscimento di pari diritti alle persone lgbtqia, il consiglio comunale votò le famigerate mozioni omo-bi- transfobiche e indicò inoltre i soggetti degni di riscuotere finanziamenti venne istituita la consulta per la famiglia alla quale parteciparono - e tuttora operano- realtà integraliste .
Saremo presenti in consiglio comunale, in difesa degli inalienabili diritti di autodeterminazione e riconoscimento per donne, gay, lesbiche e persone trans, per monitorare e denunciare ogni scelta oscurantista affinché l'istituzione pubblica e laica non diventi ostaggio di pericolose derive confessionali.

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