lunedì 23 luglio 2018

pc 23 luglio - Marx nella Silicon Valley - un contributo

Favorita dalla scarsa sensibilità sociale dei capi delle imprese di big tech, la polarizzazione politica che scuote l’America rischia di raggiungere anche le sue aziende più preziose
di Massimo Gaggi (Corriere della Sera, 19/7/2018)
Sepolto in Europa, Karl Marx resuscita nella Silicon Valley? Ipotesi bizzarra, ma qualche indizio c’è e del resto, in America come in Europa, di cose bizzarre in politica ne stiamo vedendo parecchie, tra colpi di spugna sul concetto di Occidente e il riemergere di movimenti fascisti. Distratti dal ribellismo anti-establishment esploso nella destra americana, abbiamo prestato poca attenzione alle rivolte spuntate lungo la West Coast tra le imprese dell’alta tecnologia. Abbiamo registrato l’incredulità dei dipendenti dopo l’elezione di Trump e il malessere per la scoperta del ruolo involontariamente svolto dai social media. E abbiamo raccontato le tensioni sociali legate alla crescita delle diseguaglianze economiche che hanno scavato fossati profondi a San Francisco e in Silicon Valley tra vincitori e vinti della rivoluzione tecnologica.
Fino a una curiosa rinascita dei sindacati, tornati come organizzatori dei lavoratori più deboli: quelli
che si occupano di manutenzione, trasporti, alimentazione e sicurezza del personale delle sedi dei giganti dibig tech. Poi sono cominciate le crisi di coscienza e i pentimenti di ingegneri e altri dipendenti di queste imprese che hanno preso a interrogarsi sulle implicazioni etiche di quello che stavano facendo soprattutto riguardo al rispetto della privacy dei cittadini-utenti e le interferenze nei loro meccanismi decisionali. Davanti alla scarsa reattività delle imprese, dipendenti fin lì politicamente non impegnati, sono diventati attivisti pronti ad accusare le loro aziende di maschilismo o di connivenza coi militari e le polizie anti-immigrati ai quali cedono il loro software.
Questi movimenti, che hanno continuato a moltiplicarsi ovunque, da Google ad Amazon (ora le rivolte a Salesforce e a Microsoft contro la cessione di servizi all’Amministrazione delle frontiere e all’Ice, i cacciatori di clandestini), hanno ancora dimensioni limitate, ma si stanno consolidando sotto l’ombrello ideologico di due organizzazioni: la Tech Workers Coalition e la Dsa (Democratic Socialists of America), come racconta anche la rivista Fast Company.
Dentro c’è di tutto, anche la sinistra radicale che vuole eliminare le corporation private sostituendole con società statali o cooperative di dipendenti. Favorita dalla scarsa sensibilità sociale dei capi delle imprese di big tech, la polarizzazione politica che scuote l’America rischia di raggiungere anche le sue aziende più preziose.
20 luglio 2018

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