giovedì 19 luglio 2018

pc 19 luglio - MIGRANTI - LA DENUNCIA E LA SOLIDARIETA' SERVE MA NON BASTA... - 1

La denuncia e la solidarietà con i migranti, le manifestazioni, iniziative di protesta contro il governo italiano fascio/populista/razzista che scientemente lascia morire donne, bambini, uomini in mare o che aiuta/addestra la criminale guardia costiera libica a riportare i migranti nei lager, alle torture, stupri, e ancora morte, sono essenziali per allargare a livello di massa, in ogni città il sostegno ai migranti e soprattutto per contrastare il populismo razzista.
In questo le iniziative, grandi o piccole che siano, sono l'aspetto centrale, perchè non bastano solo le parole per spostare settori di lavoratori, di giovani, di masse popolari al fianco dei migranti, contro il razzismo, è la forza dei fatti, dell'azione l'elemento principale di trasformazione.
Ma, è chiaro, che non è la sola denuncia e solidarietà in grado di contrastare il governo Salvini/Di Maio, i governi europei, neanche di frenarli nella loro criminale politica. Questi continuano imperterriti a proseguire e a rafforzare la loro linea di chiusura dei porti, delle frontiere, di accordi coi regimi reazionari per fermare i migranti, di lasciare per giorni in mare, sotto il sole, affamati, senza acqua, malati uomini, donne, bambini, mentre va in scena la tragica, inumana querelle di chi e quanti se ne deve prendere...
Possono più le contraddizioni all'interno della classe borghese, delle Istituzioni, quelle tra padroni che vogliono una parte dei migranti da supersfruttare per fare in casa propria superprofitti, e governi che devono dar conto di una politica moderno fascista generale, che devono mantenere e allargare la loro presenza economico/militare all'estero, che devono essere espressione di tutta la classe borghese, capitalista, per cui gli accordi di blocco dei migranti significano grandi opere e profitti nei paesi d'origine o di transito dei migranti, che le tante generose manifestazioni per i migranti.
La "questione migranti" non solo non può finire, per le ragioni che tanti denunciano, in primis la responsabilità diretta dell'imperialismo italiano e degli altri paesi europei su guerre, condizioni di fame, distruzioni, ecc., ma perchè essa è il cuore della politica fascio-populista dell'Italia; essa è legata alla politica "securitaria" (che è indipendente dai migranti, ma i migranti servono a legittimarla), al rafforzamento delle politiche repressive (che via via si rivolgono verso tutti i settori sociali e al loro cuore, la classe operaia), a farsi valere in Europa, nella collusione/scontro con Francia, Germania, ecc. 

Occorre, quindi, lavorare per altro.
E in questo i comunisti, i rivoluzionari devono tracciare la strada. Sono le rivolte dei braccianti
migranti, poche ancora, sono le proteste e le lotte dei lavoratori migranti, come le dure lotte dei migranti/e sfruttati nella logistica; sono le proteste/rivolte nei centri d'accoglienza; è il protagonismo d'avanguardia dei migranti in alcune manifestazioni..., queste rompono la "normalità", l'"ordinarietà" della solidarietà umana verso i migranti.
Queste trasformano la questione dei migranti e delle migranti da questione di solidarietà a questione di lotta di classe, queste fanno dei migranti, non i "poveri migranti" ma un nuovo settore del proletariato in lotta.
Ma su questo terreno c'è da dire che di movimenti solidali, di antirazzisti e antimperialisti se ne vedono pochi...
Per la stampa, anche quella ora votata alla denuncia del fascio/razzismo di Salvini, viene dato spazio quando i migranti sono da salvare o morti in mare, e più hanno storie orribili e più vanno bene; ma quando fanno le lotte, quando vengono repressi, caricati dalla polizia, girano lo sguardo dall'altra parte (a meno che non c'è il morto...).

Ma per i comunisti, per i rivoluzionari i migranti e le migranti sono una ricchezza per la lotta proletaria.
Noi non siamo "solidali", noi siamo lottatori, noi vogliamo rovesciare l'imperialismo, il suo Stato, i suoi governi. Noi lavoriamo per sviluppare la ribellione, la rivolta; noi lavoriamo per l'unità proletari italiani, proletari di tutti i paesi.

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