mercoledì 18 luglio 2018

pc 18 luglio - La lega di Bossi ieri - di Salvini oggi - una associazione a delinquere - giusto sequestro dei soldi... Ma giusto anche lo scioglimento, per soldi e fasciorazzismo

La pronuncia del Tribunale del Riesame, mentre in appello la Procura ribadisce le condanne a Bossi e Belsito

Truffa della Lega, i giudici confermano la confisca dei 49 milioni di euro: "Legittimo il sequestro in Toscana"


C'è un filo rosso che tiene insieme la Lega Nord e le 13 "nazioni" regionali. Tanto che "...numerosi, cospicui e periodici versamenti di somme di denaro sono transitati dalla cassa della sede centrale del partito Lega Nord sui conti bancari intestati ai partiti regionali...". Lo scrivono i giudici del Tribunale del Riesame di Genova, che hanno confermato la "continuità patrimoniale tra Lega federale e la Lega Toscana", per cui la Guardia di Finanza può procedere al sequestro di 16 mila euro, nell'ambito della
ricerca dei 49 milioni da confiscare alla Lega, provento della truffa architettata dall'ex segretario Umberto Bossi e dal suo tesoriere Francesco Belsito. Parliamo dei rimborsi elettorali fasulli, per i quali il Senatur e l'ex portaborse sono stati condannati in primo grado.

A spingere il Riesame al pronunciamento è stata la sentenza della Cassazione che nelle scorse settimane ha chiesto di motivare la "continuità patrimoniale" tra Via Bellerio (sede del partito nazionale) e le leghe regionali. Tanto che i gudici genovesi scrivono che "la Lega Toscana è una associazione non riconosciuta, legata al vincolo finanziario e funzionale, al sostego operativo della Lega Nord nazionale". Infatti, l'articolo 2 dello Statuto, creato da Matteo Salvini nel 2015, dice che la Lega Nord è una confedereazione composta da 13 "nazioni". Che, inoltre, "la Lega Toscana accetta tutti i rapporti giuridici territoriali riferibili alla Lega Nord nazionale".

Il pronunciamento del Tribunale del Riesame, seppure limitato al caso della confisca alla Lega Toscana, per il procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati che coordina l'inchiesta e per il pm Paola Calleri, "ha un profilo giuridico esportabile". Nel senso che fa da giurisprudenza per il futuro, quindi per le "aggressioni" che i magistrati genovesi potrebbero tentare nei confronti del patrimonio delle altre "nazioni". Come dire che da oggi in poi avranno campo libero nella confisca  di tutto ciò che la Guardia di Finanza troverà nelle casse dei "regionali".

Intanto, sul versante del processo per la truffa, ormai arrivato in Corte di Appello, la Procura Generale ha chiesto la conferma della confisca dei 49 milioni di euro. Il sostituto procuratore Enrico Zucca (è il magistrato che a suo tempo si occupò dell'inchiesta sulle violenze durante il G8 da parte della polizia) lo ha ribadito in aula, nonostante alcuni capi di reato siano ormai in prescrizione. Si ricorderà che i rimborsi elettorali sono relativi agli anni 2008-2009-2010 e per alcuni spezzoni di truffa sono già trascorsi sei anni.  Se la prescrizone subentra per i reati, non è applicabile alla confisca. Secondo Zucca il sequestro per equivalente va per proprio conto: è sufficiente la condanna di primo grado per attuare il sequestro cautelativo nei confronti della Lega nazionale e dei partiti regionali; nonchè per Bossi, Belsito e per i tre revisori dei conti Diego Sanavio, Antonio Turci e Stefano Aldovisi. Comunque, il sostituto procuratore generale nel suo intervento ha sottolineato la "titubanza dei giudici di primo grado rispetto alla confisca globale dei proventi profitto di reato", in quanto il Tribunale di Genova aveva decretato che le uniche somme sequestrabili erano quelle trovate nelle casse del partito al momento dell'esecuzione del provvedimento e non quelle che fossero state depositate successivamente,  come invece richiesto dalla Procura e su cui a giugno si è espressa favorevolmente la Cassazione. Anche se, su questo passaggio è atteso un nuovo pronunciamento del Tribunale del Riesame.

Zucca nella sue richieste di condanna ha formulato un anno e 10 mesi, più la multa di mille euro per Bossi. L'ex segretario in primo grado era stato condannato a due anni e sei mesi. Per i revisori Sanavio, Turci due anni e ottocento euro di multa (in primo grado 2 anni e otto mesi); per Aldovisi a un anno e tre mesi e 500 euro di multa (un anno e nove mesi). Le richieste della Procura Generale sono più basse rispetto alla condanna di primo grado, appunto per le prescriziono già maturate.
Per l'ex tesoriere Belsito Zucca si è riservato di chiedere la condanna, in attesa che la Lega di Matteo Salvini presenti querela, come richiesto dalla nuova formulazione del reato di appropriazione indebita. I termini scadranno intorno ai primi di settembre e in assenza di querela di parte decadrà l'appropriazione indebita. Per Belsito (in primo grado condannato a 4 anni e 10 mesi) resterà in piedi solo il reato di truffa aggravata.

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