venerdì 8 giugno 2018

pc 8 giugno - FCA-SATA MELFI: TAGLI ALLA PRODUZIONE = MENO OPERAI PIU' SFRUTTAMENTO

"A partire da settembre alla Sata non verrà più costruita la Punto... Dovrebbe essere prodotto un terzo modello, una versione aggiornata del suv realizzato nello stabilimento lucano (la Jeep, M19), ma - come dichiara la Fismic il sindacato da sempre della Fiat - a parte i tempi non brevi, questa produzione non inciderà sui numeri degli operai.
Quindi, per i circa 900 lavoratori finora addetti alla realizzazione del vecchio modello potrebbero esserci (per ora) 8 o 9 mesi di contratto di solidarietà.
Fim e Uilm, e anche la Fiom sono concordi che bisognerà "gestire" gli esuberi ("ci vorranno dai 12 ai 18 mesi"). Con un futuro che è comunque incerto, visto che anche il nuovo modello non potrà coprire il mercato, spogliato dai modelli più economici che Marchionne vuole tagliare o portare all'estero.

Dobbiamo dire che siamo stati facili profeti, quando il 1° giugno alla Sata di Melfi abbiamo messo i cartelli che sono nella foto e abbiamo scritto nel volantino diffuso tra gli operai e le operaie:

"...Marchionne con il suo piano vuole imporre ancora di più il pesante attacco tagliando la
produzione, lasciando in campo solo quella delle auto di lusso (si deve produrre solo per i ricchi!) con inevitabili chiusure di linee produttive e licenziamenti. Ma anche... condizioni di supesfruttamento, di organizzazione del lavoro sempre peggiori che mettono a grave rischio la salute psicofisica, di attacco ai diritti.
Buona parte dei sindacati confederali (Fim, Uil, Fismic) hanno appoggiato, firmato fin dall’inizio i piani di Marchionne e quindi sono fino in fondo complici di ciò che è successo e succede in tutti gli stabilimenti...
Questo piano padronale può essere rotto solo da una lotta prolungata, in ogni stabilimento e insieme, e dagli operai che si sono assunti la responsabilità di cominciare a promuoverla. E’ importante l’unità ma è importante anche l’autonomia di classe degli operai nell’analisi, nel che fare immediato e nella prospettiva...
Serve il coordinamento di operai autorganizzati, dei sindacati di base.... Ora occorre trasformare le scintille di avanguardie coraggiose presenti in ogni fabbrica, in una prateria di operai che non si piegano ai ricatti di Marchionne, ai capi, ai sindacati complici.
Oggi occorre costruire la coscienza della lotta necessaria e le tappe che essa può e deve avere... resistere e diventare una forza per estendere la lotta e riorganizzare il sindacato di classe...
E’ un cammino difficile e tortuoso, ma necessario e possibile!..."

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