lunedì 7 maggio 2018

pc 7 maggio - IL PROCESSO PER SFRUTTAMENTO DEI MIGRANTI A CASTELNUOVO SCRIVIA: I DUE PESI E DUE MISURE DELLA "GIUSTIZIA"

COMUNICATO STAMPA
 
Dopo quasi 6 anni si è tenuta il 2 maggio, alle ore 10.00, presso il Tribunale di Alessandria l’udienza preliminare per il rinvio a giudizio di Lazzaro Bruno, Lazzaro Mauro, proprietari dell’azienda agricola di Castelnuovo Scrivia in strada per Tortona e dell’impiegata Battistuta Iliana, tutti accusati di gravi reati commessi nei confronti dei braccianti marocchini occupati nell’azienda fino al 2012, reati che vanno dalle minacce, all’abuso di autorità, alla disapplicazione delle norme contrattuali e del lavoro, all’impiego di personale irregolare, all’estorsione, all’uso di epiteti ingiuriosi.
I Lazzaro hanno chiesto di patteggiare la pena certa (di modo che decadesse il grave reato di estorsione!) ed il pm Fabrizio Alessandria lo ha concesso: restano le accuse di maltrattamento e favoreggiamento della permanenza di lavoratori stranieri, anche senza permesso di soggiorno, impiegati come manodopera nei campi; il  Tribunale ha condannato gli imputati a  1 anno e 7 mesi (i Lazzaro) e un anno e 3 mesi (per l’impiegata), con la condizionale.
 
Sul perché si sia dovuto attendere tanto per tale processo non ci è dato sapere ma qualche idea ci viene; stranamente, molto più celermente invece proseguirà il 18 luglio quello intentato dai Lazzaro, contro attivisti e braccianti "colpevoli " di aver chiesto spiegazioni per il licenziamento dei lavoratori
marocchini avvenuto con un cartello affisso al palo della luce il 18 agosto 2012 (evento trattato anche nei tg nazionali per la “fantasiosa” creatività nella forma di licenziamento). 
In sede civile  le cause di lavoro promosse dai lavoratori per il recupero dei salari non pagati, cause perse in primo grado, sono state tutte vinte in appello a Torino, ma, a distanza di un anno dalle sentenze, non è ancora stato pagato nulla ai lavoratori di quanto disposto dai giudici (la somma complessiva è pari a 274.303 euro, oltre  alle spese legali!).
Dopo sei anni il Presidio continuerà la sua lotta e non si esclude di avviare cause civili per ottenere risarcimenti rispetto ai maltrattamenti subiti, ovvero ancora altre cause, diverse da quelle di lavoro ( finalizzate a vedere riconosciute le regolari retribuzioni non corrisposte). Siamo certi di essere dalla parte giusta: dalla parte di chi in cambio di una prestazione di lavoro vuole ricevere un adeguato salario, senza ricatti, minacce e condizioni di grave sfruttamento! Lazzaro deve dare ai suoi ex dipendenti quello che spetta loro!
La lotta va avanti nonostante tutto, noi continuiamo con sportello legale e lotta per la casa, e continuiamo a raccogliere dati e segnalazioni di diversi lavoratori delle aziende agricole del tortonese e della bassa Valle Scrivia, andremo avanti  fino a quando i diritti inviolabili dei lavoratori non saranno riconosciuti davvero.
Schiavi mai!
Castelnuovo Scrivia, lì 2 maggio 2018
Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia 

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