mercoledì 30 maggio 2018

pc 30 maggio - per il dibattito - L'asse conclamato Savona/Eurostop

Chi comanda, qui?


Cuocere a fuoco lento i possibili ministri indesiderati e costringere l’improvvisata coalizione “giallo-verde” a mettere da parte qualsiasi velleità populista di stampo euroscettico.

Sembra proprio questa la strategia scelta dal Quirinale, che continua a rinviare la convocazione del povero Giuseppe Conte, indicato da Di Maio e Salvini come presidente del consiglio conto terzi.
Per rendere più facile il compito al presidente della Repubblica, il sistema dei media
mainstream si è scatenato obbedendo all’ordine “trovate qualcosa di impresentabile nelle loro biografie”. Un curriculum con qualche menzione (forse) di troppo, qualche dichiarazione interpretata pro “metodo stamina”, è tutto quello che è stato possibile trovare sul conto di Conte. Ma non è importante il “cosa”, tanto è decisivo il “come” lo si racconta…
A Paolo Savona, indicato come ministro dell’economia, è andata meglio, visti i suoi trascorsi come alto dirigente di Banca d’Italia e direttore generale di Confindustria, poi ministro dell’industria nel governo Ciampi. Ma “La Stampa” ha pubblicato inorridita stralci del suo ultimo libro ancora in tipografia, in cui – papale papale – il potenziale ministro scrive “l’euro è una gabbia tedesca”, auspicando ovviamente che l’Italia ne esca.
Savona non è certo un estremista di sinistra, non partecipa alle riunioni della Piattaforma Eurostop e tantomeno simpatizza per Potere al Popolo (che nel programma si propone di “rompere l’Unione Europea dei trattati”). E’ un economista “operativo”, non accademico, uno che conosce a menadito forza e debolezze della struttura industriale italiana. Uno che insomma ha potuto misurare matematicamente gli effetti – negativi – dell’ingresso dell’Italia nell’Unione Europea e il rispetto dei trattati che la costituiscono, euro compreso.

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