mercoledì 16 maggio 2018

pc 16 maggio - ABBIAMO DA STUDIARE MARX! NEL BEL MEZZO DELLA LOTTA DI CLASSE" - LE CONCLUSIONI, IL PIANO NELLA CELEBRAZIONE DEL 200° DI MARX DEL PCm

Dopo l'opuscolo di guida alla lettura de Il Manifesto del Partito comunista, non potevamo non consegnare ai lavoratori, alle donne, alle lavoratrici l'altra importante opera di Marx, il Capitale. Stiamo raccogliendo in un libro tutto la formazione operaia che abbiamo fatto in due anni e più sul Capitale. Anche questo libro non è né una sintesi né semplicemente una riproposizione di parti del capitale ma una guida allo studio degli operai di questa importante opera.
Con una particolarità. Durante questi due anni della Formazione Operaia noi abbiamo invitato e sollecitato lavoratori e lavoratrici a intervenire, fare domande, porre dubbi, dare contributi, secondo quello che volevano e si sentivano di dare. Perciò questo libro conterrà anche una grossa appendice in cui sono i lavoratori, dal nord sud, che parlano, che intervengono, che fanno domande, che hanno risposte. Alcune di queste risposte sono date da chi ha curato questo lavoro di Formazione Operaia, altre risposte sono del professor Di Marco. Da qui a un mese uscirà questo ulteriore strumento.

Chiaramente, il Capitale è più difficile del Manifesto. Però, riprendiamo le parole di Marx. Marx in una delle prefazioni al Capitale dice: certo, è difficile, soprattutto la prima parte, quella che parla della merce, però poi aggiunge: “Presuppongo naturalmente lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo e che quindi vogliano anche pensare da sè”.
Marx non si rivolge a chi già conosce, già studia, agli intellettuali, ai filosofi, ecc. Si rivolge in primo luogo ai proletari perché Marx dice che i proletari, al di là della coscienza, sia singola sia collettiva in alcune fasi, che possono avere - e purtroppo anche attualmente è una coscienza abbastanza confusa, abbastanza inquinata - si sono trovati, per le ragioni che spiega Marx nel Capitale, ad avere un ruolo in questa società, un ruolo storico, ad essere i soggetti che faranno passare l'umanità dalla preistoria alla storia, per una vera emancipazione di tutta l'umanità.
Ecco il compito fondamentale, storico che ha la classe operaia. Perciò è alla classe operaia che Marx si rivolge. È alla classe che consegna le leggi, le armi con cui possa svolgere questo compito. Dice Marx che il numero è importante per il successo della classe operaia, perché numero vuol dire forza, però il numero se non è guidato dalla conoscenza, senza coscienza, non serve a niente. Per questo Marx si rivolge agli operai che “vogliano imparare qualcosa di nuovo e vogliano anche pensare da sé”.

Questo per noi, per i compagni vuol dire due cose: da una lato che capire le leggi di questo sistema, impugnare queste leggi, è una scienza e Lenin dice che come tutte le scienze va studiata. 
Il Capitale è un libro da studiare, non è un giornaletto da leggere in fretta. Uno studio che richiede uno sforzo. L'altra questione è che uno sforzo da fare nel bel mezzo della lotta di classe.
Potremmo dire che in certo senso la scienza in sé è in qualche modo arida, ma questa scienza, queste leggi consegnate nelle mani degli operai, delle lavoratrici, diventano delle armi vive, fuoco non parole, che trasformano la realtà, che servono la lotta di classe.
Questo vuol dire che neanche noi compagni dobbiamo aspettare il “compagno professore”. Può anche esserci, però il vero problema è capire che ognuno lo può fare, ognuno lo deve fare, ognuno deve prenderla come una sfida. 

In questo senso noi stiamo facendo questo lavoro di pubblicazioni non per aggiungere altre carte, non per aggiungere cose che stanno lì a prendere polvere, ma perché sia quel passo avanti che, come vediamo anche negli interventi di stasera, tutti dimostrano di star facendo, e che nel fuoco della lotta possa diventare un nuovo salto di qualità.

Un nuovo salto di qualità per cosa? C'è un'altra cosa per cui Marx si è battuto in tutta la sua vita, l’organizzazione. La lotta è l'acqua in cui devi nuotare però poi è l'organizzazione che permette di consolidare e fare passi in avanti. Prima qualcuno ha accennato al problema del Partito, senza partito non c'è questa possibilità. 
Qualcuno che si dice marxista, leninista, maoista, dice che il partito c’è, che “il Partito siamo noi”. Altri che Partito non c'è e quindi siamo messi male. Io dico un'altra cosa: questo lavoro di partito, per il partito, per costruire noi il Partito Comunista di tipo nuovo nella situazione di oggi lo stiamo facendo, ci stiamo lavorando. È debole, è come un bambino fragile e basta una folata di vento perché i passi che ha fatto in avanti tornino indietro, perché si distrugga, perché i compagni che c’erano vadano in crisi, si sfiducino, però c’è. 
E allora da Marx oggi ci viene un appello. Un appello, con la testa e con il cuore, a tutti i lavoratori e le lavoratrici che pensano che sia necessario applicare quanto dice Marx, che sia necessario portare avanti questo compito. È ora! È ora di rafforzare questo bambino, è ora di dare un aiuto effettivo a chi già sta facendo questi passi che chiaramente non sono semplici né facili.

Non è un lavoro facile anche perché - e qui torniamo a Lenin, quando nel “Che fare?” diceva: noi piccolo gruppo camminiamo tenendoci per mano e c'è chi ci vuole tirarci nel fango - oggi avviene lo stesso. I comunisti hanno tanti nemici e non solo quelli scontati, ma anche quelli mascherati. Anzi quelli mascherati sono peggiori perché non si palesano subito come nemici della rivoluzione, come nemici del Partito da costruire, come nemici del proletariato, però ci sono e sono delle minacce insidiose, che vanno a colpire soprattutto la classe operaia, ancora e sempre la classe operaia. La classe operaia, nel bene e nel male, è il centro.

Apriamo una parentesi. Guardate tutte le sciocchezze, le pericolose e false deviazioni che ci sono state anche in questa campagna elettorale tra gli operai e la situazione non positiva che c'è stata tra gli operai.
Si diceva prima che Marx è un combattente. Marx, chi ha visto il film “Il giovane Karl Marx” lo sa bene, non se ne faceva scappare una. Anche quando sembrava che qualcuno dicesse cose giuste, Marx gli replicava: no! stai dicendo sciocchezze! Addirittura attaccava figure ampiamente riconosciute di comunisti, socialisti, ad esempio Proudhon, che avevano tutto un seguito di masse. Ma lui li attaccava, ed a ragione, perché i nemici della classe operaia sono tanti e non dobbiamo lasciarcene scappare nessuno, per poter seguire la via dritta che diceva Lenin.

Due ultime ultimissime questioni. L'operaio dell'Ilva, ha fatto tutto un intervento in cui non ha parlato assolutamente della situazione degli operai. Ha parlato di Palestina, India, Africa. Ora, al di là della coscienza che può averne, che cosa vuol dire questo questo? Una cosa importante: è quello che diceva Marx, che la classe operaia è quella classe che nell’emancipare se stessa non può che emancipare tutta l'umanità, è la classe che mette fine a tutte le classi, a tutte le ingiustizie, a tutte le oppressioni. Quella classe che non pensa solo a se stessa ma pensa ai popoli, agli altri oppressi. Primo perché senza la lotta dei popoli la classe operaia resta isolata e perde. Secondo perché la classe operaia in Italia, in India, in Africa, come si diceva prima, mai è stata così numerosa come oggi nel mondo, ovunque, anche nel più sperduto paese dell'Africa, e ha oggi più che mai un compito in più, ha il compito di emancipare tutta l'umanità.

Infine, un'ultima cosa: Marx è come un’enciclopedia ha scritto tanto su tutto. Basta rileggere quella parte del Manifesto, proletari e comunisti, in cui parla delle donne, della famiglia. Vedete quanto è moderno, attuale, Marx? Già lì c’è il discorso che la lotta delle donne, la rivoluzione delle donne, non può che essere “rivoluzione nella rivoluzione”, perché deve distruggere la famiglia, deve distruggere ogni tipo di oppressione; e quindi deve trasformare non solo la società, trasformare le idee, fino ai rapporti uomo-donna. Ecco Marx ne pone le basi già nel Manifesto. 
Qualcuno diceva che Lenin, Mao sono figli di Marx, che non solo hanno applicato ma hanno reso vive le questioni poste da Marx. Mao con la Grande rivoluzione culturale proletaria parla di rivoluzione nella rivoluzione. Ma le basi scientifiche del perché, necessariamente, le donne portano la rivoluzione nella rivoluzione, sono nel Manifesto.

Tornando alle pubblicazioni, vi invito a riprendere un'altra pubblicazione che noi abbiamo fatto sul testo di Engels “L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato”, da cui lo stesso Marx ha preso tanto. Questo è un altro testo importantissimo per quanto riguarda la concezione storico materialistico-dialettica della storia, sempre attuale anche per la critica a tutte le altre concezioni idealiste, che sono espressione della classe piccolo-borghese o medio-borghese da cui provengono.

Bene, avremo da studiare!
Faremo tornare ancora il Prof. Di Marco, questa volta per parlarci non tanto su Il Capitale quanto sugli scritti storici di Marx. Non ne parlo stasera perché ci vorrebbe troppo tempo, ma anche questi scritto sono quanto mai attuali per combattere tutte quelle posizioni opportuniste nel campo del movimento che vanno alla coda della borghesia. Marx spiega perché il proletariato non può mai andare alla coda della borghesia perchè quando lo fa prende solo mazzate.

Prima del brindisi una frase di Marx ed Engels: “I comunisti sdegnano di nascondere le loro opinioni e le loro intenzioni, dichiarano apertamente che i loro fini possono essere raggiunti soltanto con il rovesciamento violento di tutto l'ordinamento sociale finora esistente. I proletari non hanno da perdere che le loro catene, hanno un mondo da guadagnare!”

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