lunedì 14 maggio 2018

pc 14 maggio - GLI OPERAI, LE LAVORATRICI, I GIOVANI PARLANO DI MARX - Da alcuni interventi nella celebrazione del 200° anniversario di Marx fatta dal PCm

- L'altro giorno, durante uno degli incontri che abbiamo avuto sulla formazione, abbiamo letto la lettera che Engels lesse durante il funerale di Marx. In quel momento ero molto emozionata, perché per me è stata una scoperta, una bella scoperta. Marx ci ha lasciato una dottrina di cui dobbiamo fare tesoro, che dobbiamo portare avanti perché noi abbiamo un compito importante: il compito di parlare alle masse, di continuare a farlo nonostante tutte le difficoltà, perché comunque le difficoltà ci sono. Non è sempre facile e dobbiamo continuare in questo percorso per la costruzione del partito, affinché tutta la nostra vita, la vita dei proletari, degli operai, delle masse in generale, deve cambiare. Deve cambiare perché non possiamo accettare o accontentarci di quello che la borghesia ci dà, perché ci vuole continuare ad opprimere.
10 anni fa, quando il nostro coordinatore di Palermo ci parlava di Marx, noi non pensavamo quanto fosse importante per le nostre lotte. Oggi, dopo 10 anni ci ritroviamo qui solo esclusivamente per le nostre lotte e per quel Manifesto di Marx ed Engels di 170 anni fà, ma ancora attuale e di importanza pratica per tutte le nostre lotte. Quelli che subiscono siamo sempre noi, i proletari, non i borghesi. E di fronte a questa ingiustizia, a questa rabbia, quello che c'è scritto sul Manifesto è che non dobbiamo arrenderci, dobbiamo andare avanti con tutte le nostre forze e con l’unità dei proletari e dei compagni.

- Marx l’ho studiato a scuola, ma non è stata la stessa cosa che studiarlo qui, con la formazione operaia. Marx ci ha dato tanto e dobbiamo sempre tenerlo vivo, divulgandolo.

- Vorrei che ci fosse una presa di coscienza da parte della classe operaia nei confronti degli insegnamenti di Marx, e che questo possa portare a una vera rivoluzione di tutti i popoli, a una rivolta
di tutti i popoli, per far sì che venga rovesciato lo stato di cose attuale. Mi vengono in mente il caso dell’India, le popolazioni Brasiliane autoctone che vivono della foresta amazzonica e vengono scacciate, ciò che avviene in Bangladesh, ciò che avviene in Palestina. Insomma, il mondo è pieno di guerre e di soprusi da parte del capitale nei confronti della povera gente.

- Marx, anche se è nato 200 anni fà, è ancora come se fosse qui, se fosse uno che fa la lotta. Tutto quello che lui ha spiegato nei suoi testi è attuale per noi deve essere fonte per poter metterlo poi in pratica con la lotta di classe. E noi dobbiamo farlo capire alle persone che ci stanno vicine, perché solo così possiamo andare avanti. A volte per me è difficile leggere, comprendere alcuni testi. Però quello che abbiamo fatto qui su Karl Marx è stato molto chiaro. Marx è assolutamente moderno, attuale.

- Una volta un compagno disse: possiamo continuare a lamentarci come tante mosche dentro un barattolo e quindi poi rimanere senza aria, senza lottare. Quindi fino a quando abbiamo ossigeno e la forza di lottare dobbiamo farlo!

- E’ da poco che sto leggendo Marx, ma c’è una frase che mi ha colpito: “proletari di tutto il mondo unitevi”. Perché in effetti l'unità è l'unica arma che abbiamo per rovesciare questo sistema dei padroni che produce sfruttamento e guerra. Nelle fabbriche, e ovunque gli operai sono ipersfruttati si dovrebbero unire, e anche se non si vince subito, però nel tempo si cresce.
Oggi sono contento di essere qua e triste nello stesso tempo. Contento perché ho scoperto di non essere un folle, perché prima, quando ero solo a ribellarmi contro i padroni, mi sentivo un pazzo e invece mi sono reso conto, conoscendo gli altri lavoratori, che non sono solo, ma ci sono tantissime altre di persone che hanno bisogno di ribellarsi. Triste per tutto quello che accade nel mondo, per esempio in India, tutta questa gente che viene uccisa! Qui non ci siamo arrivati a questi livelli, ma se noi non passiamo ai fatti, si arriverà anche a questo! Che questa tristezza si tramuti in rabbia verso questi bastardi che meritano di essere puniti severamente

- Sono state dette tante cose su Karl Marx. Bisogna sempre tenere la coscienza viva, alta. Io avevo 16 anni quando ho cominciato, non capivo niente di politica, di economia, capivo solo che c’era la fame, che venivo da una famiglia povera e la prima cosa che ho letto è stato Il Manifesto del Partito Comunista. Quando l’ho letto mi si è aperto il mondo, per la prima volta ho capito che non era assolutamente vero quello che ci avevano raccontato, che la società è fatta così e che doveva continuare ad essere così, con poveri da una parte e ricchi da un'altra. Ma era il sistema che ci aveva insegnato queste cose per tenerci buoni fino alla fine dei nostri giorni. Da quel momento la mia vita è cambiata e poi c'è stata tutta una crescita sempre in salita. Leggere Marx mi ha fatto capire come stanno le cose, mi ha fatto capire che non è stato sempre così. Ma Marx ci ha dato anche gli strumenti di lettura per capire questo sistema, come funziona e per capire che è possibile scardinarlo, perché il capitalismo, oltre a generare i mezzi per distruggerci, ha generato anche la classe che lo distruggerà, ossia il proletariato. La storia è stata un divenire da Marx fino ai giorni nostri, ma l’analisi di Marx è ancora valida, non è cambiato nulla dal punto di vista delle classi: esiste ancora la borghesia, esiste il proletariato, esiste la piccola borghesia, ecc. Sono cambiati i mezzi di sfruttamento, si sono intensificati, è peggiorato lo sfruttamento, è peggiorata la nostra vita, ci sono le crisi, i capitalisti sono in crisi, si fanno la guerra, però sempre ricchi sono! Anzi diventano sempre più ricchi e noi sempre più poveri. Non è cambiato nulla e oggi come allora c'è la necessità di impugnare il marxismo.
Ma Marx ci ha insegnato anche un'altra cosa, che fare le lotte non basta, che dobbiamo costruire lo strumento che è il Partito Comunista per poter cambiare le sorti del proletariato! La borghesia è forte perché manca lo strumento, manca il partito. Se noi classe riusciamo a costruire questo partito, come reparto di avanguardia, che sia veramente una macchina da guerra contro la borghesia, allora veramente qualcosa riusciamo a farla e riusciamo a fare la rivoluzione. Altrimenti, anche le lotte che facciamo non bastano! Però il fatto che oggi siamo qui e parliamo così come abbiamo parlato di Marx, questa è una cosa molto positiva, perché prendere coscienza della necessità di impugnare la teoria marxista per costruire il partito e fare la rivoluzione è la cosa più grande che ci possa essere.

- Non avevo mai studiato, mai approfondito Marx, mai preso contatti con compagni che lo studiavano, però lo sto facendo adesso in età avanzata e penso che sia bello e comunque lo sto facendo con consapevolezza, mi sento di farlo per il mio vissuto e per le esperienze che ho avuto fino ad ora e quindi colgo l'occasione pubblicamente, non di ringraziare Max per aver conosciuto voi, ma di ringraziare voi che mi state facendo conoscere Marx tramite le vostre parole.

- Da filosofa posso dire che Karl Marx è uno dei pochi filosofi che mi rende orgogliosa di essere una filosofa. Studiarlo da studentessa e studiarlo da giovane disoccupata è diverso perché nel mezzo c'è un po' di esperienza e questa esperienza aiuta a conoscerlo meglio, ad interpretarlo meglio e a viverlo anche meglio, e a provare a renderlo attuale.

- La frase di Marx “non abbiamo nulla da perdere se non le nostre catene” dobbiamo attuarla. Karl Marx ci spiega perchè la società è divisa in classi ma che questo non è in eterno, e noi sappiamo benissimo a quale classe apparteniamo, al proletariato. Questo è un filo rosso che congiunge noi con i compagni indiani. Quindi la nostra lotta è la loro lotta e la loro lotta è la nostra lotta.

- Il Manifesto del Partito comunista io l'ho letto otto anni fa circa e ho imparato molte cose, e in questi anni mi hanno aiutato ad andare avanti nella mia lotta e nel seguire le altre lotte. Mi ha anche aiutato a trovare soluzioni. Io sono convinta che tutti noi possiamo attraversare dei periodi di crisi, in cui non abbiamo più energie, ma la coscienza marxista leninista maoista fa in modo che si torna sempre a lottare. Perché nella vita il pensiero marxista non ci serve solo per le lotte del lavoro, ci serve anche nella vita, a noi donne, per andare avanti, ci serve nel mondo.

- Penso che nelle frasi di Marx, "I filosofi hanno finora soltanto interpretato il mondo in diversi modi, ora si tratta di trasformarlo" e “Proletari di tutto il mondo unitevi” ci sia la summa del pensiero marxista. La teoria è importante, ma anche la prassi e occorre unere le due cose al fine di trasformare lo stato di cose esistente, per trasformare la società, rivoltarla. Da un lato è bello celebrare Marx, dall’altro lato è importante tutti i giorni la prassi e la teoria marxista, la militanza, la lotta per cambiare realmente le cose.

- Sono emozionato anch'io in qualità di operaio che fino a poco tempo fa forse non capiva praticamente nulla e adesso forse qualcosa comincia a capire. La celebrazione di Max è molto importante. Tutti si sciacquano la bocca di Marx, ma noi festeggiamo Marx in quanto rivoluzionario, che si è messo al servizio degli sfruttati e gli ha dato le basi scientifiche e le armi per fare la rivoluzione, per abbattere questo sistema sociale. Questa è la prima questione. L'altra questione, che secondo me è ancora molto più importante, è che il suo lavoro serve se la classe operaia lo fa proprio. Questo vuol dire che il nostro dovere di compagni e di comunisti è quello di portare Marx nel fuoco della lotta di classe, di far prendere coscienza ai lavoratori che praticamente loro/noi siamo produttori di tutto, cioè della ricchezza e della miseria. Bisogna riprendere la lotta della classe operaia. Questo è il nostro compito e questo lo dobbiamo portare chiaramente tutti i giorni, anche finalizzando la lotta sindacale di classe che facciamo al discorso che il potere deve essere operaio e che senza di questo, senza il potere, tutto è illusione.

- Ho ripreso da poco a leggere il Manifesto, e la prima cosa che mi ha colpito è quella ricerca della verità, di come stanno le cose realmente, dove c'è realmente lo sfruttamento e di che cosa esiste in questa realtà, cioè che ci sono 2 classi, la borghesia e il proletariato. Alcune volte ci possono essere momenti di debolezza, ci si vuole fermare, ci si sente stanchi. Però anche per fermarsi ci serve un movimento, cioè fermarsi vuol dire cambiare direzione. Quindi non esiste fermarsi totalmente: o sei dalla parte del proletariato o della borghesia. Marx, oltre che questa grande ricchezza di verità,  oltre a spiegarci i meccanismi del capitalismo, di come funziona, e di come organizzarsi per abbatterlo, con la sua vita è un esempio. La vita di uno che viene dalla borghesia, e l'ha sacrificata per la verità e per la giustizia proletaria. Quindi non ci resta che organizzarci e attuare quello che dice Marx, nel fuoco della lotta di classe. Attuarlo, costruendo un partito autentico che debba prendere il potere. Io quando parlo in giro vedo che le masse in generale spesso non si rendono conto che loro, soprattutto gli operai, fanno tutto in questa società e possono costruire un mondo nuovo.

- Compito dei comunisti, chiaramente definito nel Manifesto, è dire apertamente le nostre intenzioni, non, diciamo, mezze verità, o tutto ciò che a che fare con opportunismo, cioè dire una cosa e farne un'altra. Dire apertamente e costruire quello che serve affinché una nuova società si possa realizzare. Un passaggio è la necessità del partito, perché senza questo partito non è possibile immaginare nessuna rivoluzione vera.
Un altro elemento dalla lettura del Manifesto è appropriarsi della concezione materialistica della storia. A scuola il mondo è presentato capovolto, la concezione materialistica della storia rimette nella giusta collocazione la realtà, perché ci fa vedere che la storia è fatta da masse e non da capi, ci fa vedere che il processo storico non è sempre stato immutabile, fermo, ma è stato un continuo scontro e cambiamenti epocali, basati tutti in definitiva sul modo di produzione
La concezione materialistica della storia è lo strumento che Marx ci ha dato in mano per comprendere gli avvenimenti e i fenomeni che abbiamo sotto gli occhi.
Il Manifesto pone la centralità della classe operaia, perché non si può parlare di un mondo diverso se non si individua concretamente quale soggetto sociale concreto questa trasformazione può prenderla in mano e realizzare una società diversa.
Si parlava prima di momenti difficili. Marx ha attraversato tanti momenti della sua vita di sofferenza economica, sofferenza fisica. Nonostante queste difficoltà Marx ci ha fornito una straordinaria arma da impugnare. Nonostante la vita di sacrifici, la morte dei figli, le sofferenze fisiche, tutto questo diventa secondario perché l'ideologia del proletariato ha lasciato Marx più forte di qualunque realtà contingente che attraversiamo.

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