venerdì 18 maggio 2018

pc 18 maggio - ILVA TARANTO - Vertice affollato ma inutile in Prefettura e forte contestazione del Sindaco Melucci passato al fianco di MITTAL Calenda e sindacati confederali

"Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, del Pd, è stato inseguito all'uscita del vertice in Prefettura sull'incidente mortale accaduto all'Ilva che è costato la vita ad Angelo Fuggiano, operaio di 28 anni. Melucci è stato atteso all'esterno da un gruppo di manifestanti, tra attivisti Cobas ed esponenti dei movimenti ambientalisti radicali: erano una cinquantina presenti sotto il palazzo, ed è stato inseguito per diversi metri al grido di "assassino, assassino".

video contestazione
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"All’uscita del sindaco Melucci dalla Prefettura: il primo cittadino è stato infatti fatto oggetto di forte contestazione  (‘assassino, assassino’) da parte di un folto gruppo di manifestanti (una trentina), aderenti a varie organizzazioni cittadine, per le quali Melucci ha la colpa di aver manifestato l’intenzione di voler ritirare il ricorso al Tar di Lecce, presentato a novembre insieme alla Regione Puglia per chiedere la revisione del Piano Ambientale approvato lo scorso settembre dal governo".

SUL VERTICE IN PREFETTURA

Dal Corriere di Taranto - "Dopo l’incontro di appena un mese fa sulla sicurezza in Ilva, ed il prossimo convocato per il 30 di questo mese, la questione sicurezza e la mancata manutenzione degli impianti, hanno raggiunto un livello di esasperazione che lavoratori e organizzazioni sindacali non hanno più voglia di sopportare, visto che oramai la gestione commissariale può ben poco a livello di risorse e di gestione del siderurgico. Al tavolo hanno preteso che la sicurezza dei lavoratori, e quindi la loro vita, sia messa al primo posto, anche a costo di fermare la fabbrica. Per ora però, pare sia stata scelta la strada della fermezza moderata, visto che dopo aver pensato ad uno sciopero ad oltranza è stato deciso di fermarsi soltanto per 24 ore in attesa di capire i prossimi movimenti e scenari di una vertenza che dura oramai da anni. Anche la Regione ha chiesto al Prefetto di attivarsi nei confronti della Procura della Repubblica di Taranto, perché vi sia una verifica delle condizioni di sicurezza degli impianti dell’Ilva di Taranto...".

Questi Tavoli non sono mai serviti a niente, se non a lavarsi ipocritamente la coscienza, per sostituire le parole ai fatti, senza assumersi neanche un minimo di impegno pratico di cambiamento.
Un mese fa si era tenuto l'ennesimo incontro, come altri Tavoli si sono tenuti periodicamente, spesso a valle di infortuni, ma la situazione all'Ilva peggiora tragicamente di giorno in giorno
Tutti sono corresponsabili:

Un prefetto solo notaio di parole;
un sindaco che ora afferma, proprio quando ArcelorMittal vuole imporre le sue condizioni capestro, che con Mittal procede bene e che intende ritirare il ricorso;
un presidente della Confindustria che si lamenta solo dei mancati pagamenti alle ditte, ma non dice una parola sulle condizioni di insicurezza in cui i padroni delle ditte fanno lavorare gli operai dell'appalto;
un presidente della Regione che fa sparate, ma ugualmente nessun atto concreto, e ora si affida a quella Procura che proprio recentemente ha confermato la legittimità della vergogna dell'impunità dei padroni;
le segreterie dei sindacati che ancora una volta, col discorso "fermezza moderata" dopo lo sciopero, non fanno una lotta prolungata, non fermano ogni giorno i tanti lavori a rischio, quando ogni giorno gli operai e qualche delegato denunciano che non c'è un minimo di sicurezza, che manca tutto, che gli impianti "cadono a pezzi" senza neanche la manutenzione ordinaria. E i sindacati presenti in fabbrica, i loro Rls che fanno ogni giorno, quando si può ancora evitare la morte? quando dovrebbero dire:
"Niente sicurezza? Il lavoro si ferma!". 

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