giovedì 19 aprile 2018

pc 19 aprile - A Napoli c'è una questione militare che deve diventare centrale per tutte le forze proletarie e comuniste

    E non bisogna certo aspettare la giusta iniziativa del Sindaco De Magistris per affermarlo
    Perchè, per esempio, nella campagna elettorale nè la Rete dei comunisti, nè Eurostop, ne Potere al popolo hanno sprecato parole e azioni?
      E anche ora cosa si propone?
          un ennesimo 
      'dibattito pubblico sulla militarizzazione bellica dell’area napoletana' 
proletari comunisti/PCm Italia
aprile 2018

Stralci da A Napoli c'è una “questione militare” su cui occorre rompere il silenzio

di Michele Franco

E’ stata sacrosanta ed utile la presa di posizione del Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che ha denunciato la presenza nella rada del golfo partenopeo del sottomarino nucleare statunitense, Uss John Warner, il quale ha fatto parte del dispositivo bellico di Usa, Francia e Gran Bretagna che nei giorni scorsi ha sferrato l’attacco militare alla Siria. 


Questo sommergibile è tra i gioielli della marina di guerra Usa che dal 2 al 16 marzo scorso ha
effettuato, al largo delle coste siciliane, una imponente esercitazione/simulazione bellica denominata NATO Dynamic Manta (DYMA 18) la quale “testava e pianificava prove di guerra e di caccia a natanti nemici”.
De Magistris ha “ricordato” al contrammiraglio responsabile della Capitaneria di Porto di Napoli che il golfo di Napoli – sulla scorta di una delibera dell’Amministrazione Comunale del 2015, la numero 609 – è un’area denuclearizzata dove è vietato il transito a natanti nucleari in considerazione della qualifica di “Napoli città di pace”.
Questo episodio, però, squaderna, di nuovo, l’attenzione sul sistema di guerra americano e N.A.T.O. che insiste nell’area metropolitana napoletana su cui, lo stesso Luigi De Magistris e gran parte delle forze politiche e sociali che lo sostengono, mantengono un pesante silenzio.
Ci riferiamo, particolarmente, alla mega base N.A.T.O. di Giugliano/Lago Patria che – al netto delle importanti funzioni di comando e controllo che assolve nei disegni di aggressione imperialistici nel Mediterraneo, in Nord Africa e nel Medio/Vicino Oriente – è sottratta a qualsivoglia monitoraggio da parte delle istituzioni locali e regionali.

Ritorna, dunque, la necessità urgente di aprire un dibattito pubblico sulla militarizzazione bellica dell’area napoletana (la quale, per molti aspetti, è un fattore diseguale e combinato della crescente militarizzazione sociale e securitaria della metropoli) contrastando concretamente la vigenza delle basi N.A.T.O. e la nuova configurazione di guerra che viene assegnata ai nostri territori.
  • Rete dei Comunisti, Napoli

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