venerdì 16 marzo 2018

pc 16 marzo - Thyssenkrupp - ma quale grazia!? ci vorrebbe ben altro!

Rogo Thyssen, ex manager chiede la grazia al presidente Mattarella

Marco Pucci sta scontando dal 2016 la pena a 6 anni e 3 mesi di reclusione. Nell’incendio morirono 7 operai

Le famiglie dei sette operai morti contrarie. 

I dirigenti tedeschi pur condannati mai in carcere


Ha chiesto la grazia al presidente della Repubblica uno degli ex manager della Thyssenkrupp
condannato per l’incendio che, il 6 dicembre 2007 a Torino, uccise sette operai. Marco Pucci sta scontando dal maggio 2016 la pena di sei anni e tre mesi di carcere. Nel giugno dello scorso anno aveva ottenuto la possibilità di svolgere un lavoro esterno con obbligo di rientro in cella alle 18.30.
In passato Pucci ha più volte sostenuto di non ritenersi un assassino perché al momento del rogo era sono un membro del cda della Thyssenkrupp Acciai Speciali Terni, con deleghe al commerciale e al marketing.

 La lettera è stata inviata già qualche tempo fa al tribunale di sorveglianza di Terni e, come vuole la procedura, è passata nelle mani di Francesco Saluzzo, procuratore generale di Torino, dove è stata depositata la sentenza. L’iter prevede poi che sia il ministero di Grazia e Giustizia a dover esprimere un parere vincolante sull’ammissibilità della domanda e, a quel punto, spetterà al presidente della Repubblica decidere se concederla.

Ma già la sola possibilità che questo accada ha fatto sollevare la rabbia dei familiari delle vittime della strage avvenuta nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007.
Rimane tuttora irrisolta invece la questione relativa ai manager tedeschi condannati ma mai andati in carcere poiché in Germania non è mai stata eseguita.
L’ex ad Harald Espenhahn e l’ex consigliere Gerald Priegnitz, condannati in via definitiva per omicidio colposo plurimo sono ancora liberi, nonostante l’intervento della procura generale e persino del Guardasigilli Andrea Orlando, che a ottobre aveva scritto all’omologo tedesco che la Germania perché desse esecuzione al verdetto.

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