mercoledì 14 marzo 2018

pc 14 marzo - Sicilia: I primi cento giorni di Musumeci, tra immondizia, mancanza d’acqua e… 200mila famiglie in povertà assoluta e 1 milione di disoccupati!

Questi sono i dati ufficiali che hanno accompagnato i primi cento giorni del “fascista perbene” Musumeci, e della sua già mezzo frantumata maggioranza (si parla già di rimpasto). Questi primi 100 giorni sono stati segnati quindi dalla questione dell’immondizia, ancora e sempre irrisolta, anzi che si vorrebbe risolvere spedendola all’estero a spese di chi già paga tasse altissime, e da quella dell’acqua, altrettanto irrisolta, e trattata anch’essa in maniera ridicola!

In questi primi cento giorni il governo Musumeci è stato accusato, dai mezzi di comunicazione che se ne sono interessati, di essere un governo “fantasma”, insomma un governo che non governa. Sarà perché finalmente, dopo aver provato e riprovato, il burocrate ingessato Musumeci, è riuscito nell’intento di diventare Presidente della Regione, e soddisfatto della vittoria si è fatto vedere il meno possibile (è stato accusato dai suoi e dai suoi alleati di non essersi impegnato in questa ultima campagna elettorale), sarà perché lui e il suo governo sono assolutamente incapaci di risolvere alcunché, fatto sta che questa è stata anche la percezione nella cosiddetta opinione pubblica.

Ai dati di questi sconsolanti primi cento giorni, si aggiungono quelli “economici” e della condizione della popolazione siciliana più in generale come riportato dallo studio periodico della Diste Consulting commissionato dalla Fondazione Curella. (per chi volesse leggere il resoconto fatto da palermo today: http://www.palermotoday.it/economia/report-sicilia-2018-diste-fondazione-curella-dati.html)
(I funerei Musumeci e Armao)

E sono dati (ancorché “ufficiali”) che confermano a dir poco la gravità della situazione in Sicilia:
“… più di 200 mila famiglie residenti vivono in assoluta povertà, per un totale di quasi 600 mila persone che contribuiscono alla crescita delle disuguaglianze sociali”; i ricchi in Sicilia rispetto ai
poveri sono ancora più ricchi che in tutta Italia: “… il quinto più ricco della popolazione siciliana avrebbe un reddito di oltre otto volte del quinto più povero; su scala nazionale il rapporto sarebbe di circa sei volte (Istat).”
“… i disoccupati – tra quelli ufficiali e quelli potenziali – restano vicini a un milione, mentre i pochi posti di lavoro creati nel triennio sono per lo più precari e a basso salario, se non in nero.”
La disoccupazione giovanile rimane assai problematica (58% circa), malgrado un gran numero di giovani si sia ritirato dal mercato del lavoro scoraggiato dalle scarse prospettive d’impiego.”

E quelli che lavorano diventano sempre più vecchi! “La polarizzazione dell’occupazione verso le classi d’età più avanti negli anni ha alzato l’età media dei lavoratori, raffigurando nel tempo una specie di “senilizzazione” del mercato del lavoro: dai 40 anni circa del 2007 l’età media è salita nel 2016 a 44 anni”.

“Crescita” del prodotto interno lordo di fatto inesistente…

Davanti a questa condizione generale nessun governo borghese, per di più politico-mafioso, ha la capacità di risolvere i problemi. E infatti, il nuovo vicepresidente della Regione e assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, che tanto piace a Berlusconi, riferendosi a questi dati non fa nemmeno lo sforzo di apparire ottimista: “… la pur lenta ripresa non è ancora accompagnata da un rilancio degli investimenti in Sicilia. La spesa europea deve ancora partire, ma non potrà che sortire effetti limitati. Il Patto per la Sicilia – ha aggiunto Armao - è frammentato e deve essere rimodulato ed il governo nazionale, che ha riaperto la questione del Sud, non riesce ancora a rendere operativa la clausola di salvaguardia sul vincolo del 34% delle risorse destinate agli interventi nel Mezzogiorno.”

Certo il quadro a tinte fosche di ogni precedente amministrazione serve ai “nuovi” a mettere la mani avanti sugli effetti che avranno le loro politiche, ma è comunque il riconoscimento che i vari governi nazionali, come hanno fatto in tutti questi anni, attuano politiche che impoveriscono ancora di più tutto il sud.

Ma Armao, e quindi il governo regionale, sono complici di queste politiche, per cui le uniche “soluzioni” che trova sono chiacchiere fondate sul nulla: “Occorre investire in conoscenza – ha proseguito Armao …” e questo lo dicono tutti, tanto per fare bella figura! E poi ancora la solita solfa degli aiuti alle imprese che già fa il pieno con quelli nazionali: “occorre puntare a una Regione innovatrice [innovatrice di che?, ndr] che attragga investimenti mediante la leva fiscale e sostenga nuove iniziative imprenditoriali” anche con il tentativo di istituire le Zone Economiche Speciali che permettono ai padroni di non pagare le tasse e portare via tutti i profitti!

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