sabato 10 marzo 2018

pc 10 marzo - 2 - Speciale Proletari Comunisti/Elezioni - Esiste una prima e forte contraddizione nel M5S

Il voto che ha permesso loro di essere il primo partito viene in parte da operai e masse povere del sud, anche se in queste file è stato sempre forte l’astensionismo, ma è certo che il M5S è riuscito qui a raccogliere un voto di promesse e disperazione e a capitalizzare l’ostilità, meritata, ai governi PD, Renzi/Gentiloni.
Ma questo vuoto non si è risolto certo in una pattuglia di sia pur confusi operai e rappresentanti delle masse povere; anzi, come le prime analisi ci dicono e anche la conoscenza diretta sui territori, la quasi totalità degli eletti non sono né operai e né poveri.
Una parte di essi è gente che ormai vive di politica, imbosca vitalizi e gode della rendita di posizione del parassitismo politico, di cui i cosiddetti “grillini espulsi” durante la campagna elettorale - che poi espulsi non sono - sono solo la punta di iceberg dell’insieme della massa degli eletti.
Questo, per esempio è già apparso evidente nelle città in cui i grillini avevano già avuto maggioranze,
giunte e sindaci. Non ci vuole certo chissà quale inchiesta per vedere che anche lì i grillini hanno fatto i fatti loro: i loro redditi, la loro carriera di politicanti è sicuramente cresciuta, tanto è vero che proprio in queste città il voto grillino è stato in calo.
Ma guardiamo dentro i nuovi eletti.
I seggi sono 229 alla Camera e 112 al senato. Il 54% sono laureati, il 2% accademici, molti di essi sono professionisti, imprenditori; anzi questo viene considerato un vanto da parte dei vertici grillini e da parte degli stessi, perché sarebbe sinonimo di onestà e competenza.
Ben presto i 5stelle si mostreranno come minimo espressione degli interessi degli eletti e delle classi sociali di riferimento, come massimo, cui aspirano, espressione della grande borghesia.
Il voto al M5Stelle è espressione di abbandono, da parte di operai e masse popolari che li hanno votati di ogni idea di lotta di classe, protagonismo e rappresentanza diretta.
Dietro la cosiddetta “rabbia, disperazione” contro chi ha governato finora, si esprime uno spirito di delega, sudditanza che ne fa più di prima, una massa di manovra degli avventurieri politici che guidano il movimento, da Grillo a Di Maio e al sempre oscuro Casaleggio.
L’idea della politica, del potere, della democrazia che con la vittoria dei M5Stelle passa è quella di una moderna dittatura dei “cittadini” che poi vuol dire sempre il potere di chi è più “cittadino” di tutti gli altri, che ottiene il consenso attraverso l’uso spregiudicato dei mezzi informatici e mediatici.
Quindi, è un’idea di governo che esclude a prescindere, peggio che nel vecchio sistema dei partiti della prima Repubblica, la presenza viva degli operai e delle masse popolari.
Al dirigismo d’elite al servizio dei padroni del gruppo PD renziano, espresso in maniera ostentata nel rapporto Renzi/Marchionne, Renzi/Banche, nella sciagurata fiera delle vanità e degli interessi chiamata “Leopolda”, divenuta sempre più odiosa alle masse, corrisponde un dirigismo ancora più espressione di pura politica e di puro potere che non può che essere docilmente addomesticata da chi comanda davvero in Italia come in tutti i paesi imperialisti.
Quindi occorre la piena consapevolezza dalla parte più avanzata della classe operaia e masse popolari che non ha votato per i M5Stelle, che la lotta contro questo nuovo potere, domanda innanzitutto una lotta all’interno della classe operaia e delle masse popolari contro le idee sbagliate che si sono affermate da tempo ma sono dilagate nel decennio della crisi.
Non è quindi l’unità che bisogna predicare ora tra lavoratori e masse popolari, né tantomeno la “lotta per la lotta”.
Alla demagogia populista M5Stelle non è possibile contrapporre mirabolanti programmi – vedi quello di ‘Potere al popolo’ - né indicare 'nemici esterni', come ci propone ad esempio Eurostop (i moloch dell’Euoro, dell' Europa dei banchieri ecc). I nemici oggi, sono innanzitutto interni, e sono il nuovo governo imperialista fascio-populista in formazione e gli agenti di esso nelle fila delle masse, che non sono più solo gli screditati dirigenti sindacali e i rottami dell’ex sinistra, ma i portatori dei M5Stelle, delle sue parole d’ordine e dei suoi programmi, delle sue idee antisindacali, e sopratutto anti-autonomia politica del proletariato e delle sue concezioni del potere e della democrazia.
Questi 'agenti' non sono organizzati e strutturati nelle fila operaie e popolari, ma ciò non toglie che oggi esistono e sono oggi il principale ostacolo all’organizzazione reale degli operai e delle masse.
Ma d’altra parte, i comunisti che lottano per il potere operaio e popolare hanno davanti a sè una sfida e opportunità per costruire il nuovo.

Nessun commento:

Posta un commento