lunedì 26 febbraio 2018

pc 26 febbraio - Elezioni - dal foglio speciale di proletari comunisti - richiedi a pcro.red@gmail.com


prima parte

Le elezioni del 4 marzo sono, come tutte le elezioni che si fanno nel nostro paese, da quando è stato rovesciato con la Resistenza il fascismo e in particolare da quando con la legge truffa fu imposto il dominio parlamentare, governativo e statale della Democrazia cristiana, al servizio del grande capitale, del Vaticano e delle classi privilegiate di questo paese.
Oltre 60 anni di sistema parlamentare dovrebbero aver chiarito a tutti che le elezioni servono a scegliere quale frazione della classe dominante deve governare e che gli eletti e i governi che ne conseguono sono un ‘comitato d’affari’ di padroni, finanza, ecc. che fa gli interessi della classe dominante, contro gli interessi dei proletari e delle masse popolari.
Mai le elezioni nel nostro paese hanno portato al governo i lavoratori e le masse popolari, mai nel nostro paese il governo che è seguito al precedente, nato dall'elezione, è stato migliore di quello precedente, né ha fatto leggi a favore dei proletari e delle masse popolari.
Sempre i governi nati dalle elezioni hanno risposte alle esigenze economiche, politiche, istituzionali,
internazionali della classe dominante, sia nelle fasi del cosiddetto “sviluppo”, sia nelle fasi di crisi. Anzi, via via che sono passati gli anni i partiti parlamentari e le liste elettorali sono state sempre peggiori e i personaggi che si sono candidati al governo, al parlamento nelle liste elettorali, comunque definite, sono stati sempre di più espressione degli interessi dei poteri economici forti e dei propri interessi. Corruzione, clientele, malaffare sono diventati in maniera sempre più aperta e spudorata il vero contenuto dei partiti e delle liste elettorali.
E’ questo alla base del crescente astensionismo di massa e in larga parte operaio e popolare, che negli ultimi anni è cresciuto, nonostante l’apparizione dei populisti, la trasformazione di pressochè tutti i partiti parlamentari in populisti.
Tutti sono apparsi falsi nemici del popolo e veri amici dei padroni; tutti sono apparsi non come gente che si occupa dei problemi delle masse popolari ma solo e principalmente di ‘poltrone e ricchezze’ conseguenti.
La politica parlamentare è divenuta così l’antipolitica.
Per queste ragioni l’astensionismo è divenuto il rifiuto di questa politica e di questa antipolitica.

Il 4 marzo Renzi, Berlusconi, Di Maio e compari del parlamento si contendono con tutti i mezzi il ruolo di “soci di maggioranza” del ‘Comitato di affari’ della classe dominante, per proseguire come prima più di prima le politiche di disoccupazione, precarietà, attacco ai salari, peggioramenti della scuola, della sanità, dei servizi sociali, politiche di interventi militari e guerre, grandi opere Tav, Tap, ecc.
Nonostante il loro consenso elettorale sia calante pretendono di poter governare in nome del popolo ma contro il popolo.

Ma queste elezioni hanno anche un’altra caratteristica. A tanti anni dalla Resistenza, fascisti, nazisti e razzisti, cacciati dalla porta dalla forza delle armi partigiane e delle masse, rientrano dalla finestra con l’uso delle elezioni e delle leggi elettorali al loro servizio, per infangare, insanguinare il paese e porlo sotto il tallone di ferro e la dittaura mascherata dei padroni e di quell’ordine mondiale segnato da Trump, Putin, Merkel, ecc. ecc.

Contro questa classe dominante, contro questi partiti, questo sistema elettorale non esiste una via elettorale, non esiste una ragione per cui chi non ha votato adesso torni a votare; anzi, è sbagliato che operai, precari, disoccupati, masse popolari, che hanno continuato a votare nella speranza di un cambiamento possano continuare a farlo, dando avallo e consenso, non alla democrazia e alla partecipazione, ma ad un sistema nelle mani dei padroni, delle banche, dei ricchi, dei privilegiati, dei corrotti, dei criminali .
Per questo, non esiste alternativa al rifiuto del voto, al boicottaggio elettorale in tutte le forme possibili.

Le elezioni presentate come la “massima democrazia” sono diventate in tutti questi anni sempre meno democratiche, in cui comandano i segretari dei partiti, gli esponenti della classe dominante, e fanno leggi elettorali su misura, sempre più incomprensibili per mascherare quello che sono, per cui viene impedito alle masse anche di scegliere i candidati e vengono eletti chi vogliono loro. Le elezioni diventano così la maschera di una dittatura politica ed economica inamovibile che si riproduce e si perpetua in certi casi come una dinastia aristocratica, di padre in figli, di caste di ‘cerchi magico’, ecc. ecc.

Certo, dopo la Resistenza, di fronte al potere democristiano, vi sono state forze dell’opposizione comunista e popolare che hanno portato dentro quelle aule la voce degli operai e delle masse; ma la via elettorale, la difesa del parlamento, non ha intaccato il dominio reale della borghesia e ha reso vane le lotte dei proletari e dei popoli. Ogni avanzamento, ogni conquista che pure negli anni c’è stata, su salario, occupazione, diritti sindacali e sociali, sono stati il frutto di una lotta accanita e non del parlamento. La lotta sociale e politica e non il voto ha portato a quelle conquiste che poi la borghesia, i suoi governi, i suoi parlamenti ci hanno tolto e ci stanno togliendo ancora.

(continua)

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