martedì 20 febbraio 2018

pc 20 febbraio - Contratto scuola: un contratto tutto politico-elettorale! E non è nemmeno una “mancetta” come dice la ministra Fedeli! Un altro buon motivo per non votare…

La ministra Fedeli intervistata al videoforum de La Repubblica, ha detto “Il rinnovo del contratto scuola non è mancetta elettorale”. 
La ministra mente due volte! Primo questo contratto è proprio sfacciatamente tutto politico-elettorale e secondo non è nemmeno una mancetta perché il cosiddetto aumento è, da un lato, pagato con gli stessi soldi dei lavoratori “rubati” in questi dieci anni da tutti i governi e, dall’altro, non basta nemmeno a coprire gli aumenti di beni e servizi che sono stati annunciati per quest’anno.

Questo contratto firmato qualche giorno fa dal governo e da Cgil Cisl Uil, come gli altri contratti della pubblica amministrazione, è stato fatto in fretta e furia perché potesse essere approvato prima delle elezioni per fare in modo che il governo e i sindacalisti amici del governo potessero “vantarsi” della firma nella speranza di spingere qualche lavoratore ad andare a votare! In questo senso Cgil,
Cisl, Uil, che accusano gli altri di “fare politica” hanno dato un forte sostegno al governo Gentiloni!
E diciamo pure che comunque questo contratto, scaduto dal 2007, il governo l’ha subìto, non avrebbe voluto farlo, e non l’avrebbe fatto, se non fosse stato costretto dalla sentenza della Corte costituzionale che a luglio 2015 ha imposto di riattivare i rinnovi (ma che ha considerato legittimo il blocco imposto fin lì ai dipendenti pubblici; come si vede i tribunali non sono a favore dei lavoratori!) come era già successo con l’assunzione dei docenti precari!

Ma già che doveva farlo il governo e i sindacati amici si sono messi d’accordo perché non fosse “troppo oneroso” per le casse dello Stato: e di fatto il cosiddetto aumento è veramente una ridicola offesa per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori.

Facciamo solo l’esempio di un lavoratore, assistente amministrativo nella fascia tra 15-20 anni: per tutto il 2016 l’aumento è di 6 euro e 50 centesimi lordi, per tutto il 2017, ricalcolato in 19 euro e 50 lordi, e dal 1° marzo ricalcolato in complessivi 57 euro lordi. A questa miseria si aggiungono 18 euro, ma solo per 10 mesi!
Per quanto riguarda gli “arretrati”: vengono considerati sono due anni, il 2016 e il 2017 e quindi anche questa una miseria. Di fatto il governo risparmia oltre 5000 euro a lavoratore.

E non solo la parte economica, il governo, per mezzo della ministra Madia, voleva peggiorare pure quella normativa con l’accanimento sulle sanzioni disciplinari che per la fretta non è stato possibile fare per i docenti, ed è stato rinviato a dopo il 4 marzo. In ogni caso governo e sindacati hanno trovato il tempo per le sanzioni disciplinari dei lavoratori ATA (assistenti ammnistrativi e tecnici e collaboratori scolastici) cui sono dedicate un sacco di pagine.
Insomma un grande regalo elettorale al governo, che conferma la necessità per i lavoratori di astenersi dal voto e organizzarsi per riconquistare anche questi diritti calpestati.

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