venerdì 2 febbraio 2018

pc 2 febbraio - Catania - No alla criminalizzazione delle lotte studentesche


“Il clima nelle scuole a Catania nei confronti delle studentesse e degli studenti è diventato pesante e intollerabile. Solidarietà con i LPS, con le lotte studentesche e, in modo particolare, con il giovane compagno studente denunciato dalla preside alla questura.
“NO ALLA CRIMINALIZZAZIONE DELLE LOTTE STUDENTESCHE! NO AI PRESIDI DIGOSSINI! SI AL PENSIERO CRITICO!”,
... uno studente del Liceo P. Umberto, che si è visto recapitare a casa dalla polizia, in seguito ad un esposto della preside, una denuncia per l’occupazione della scuola.
Lo studente denunciato è anche fra i 5, fra studentesse e studenti, che già la preside aveva “pescato nel mucchio” come i capi dell’occupazione e convocati per essere “processati” in un Consiglio d’Istituto straordinario, che alla preside digossina non ha dato, grazie alla determinazione degli “imputati”, l’esito sperato. A questo punto, il colpo di coda… la denuncia nei confronti dell’unico degli “imputati” maggiorenni…
Le Studentesse e gli studenti non hanno fatto un solo passo indietro, e in loro sostegno, con una lettera aperta inviata alla preside, 49 ex studentesse e studenti del Liceo P. Umberto chiedono di non criminalizzare le lotte studentesche dell’istituto.
Di seguito l’ultimo comunicato dei LPS e la lettera aperta alla preside

IL COMUNICATO DEI LPS: NON SPEGNI IL SOLE SE GLI SPARI ADDOSSO!
“In seguito all’ occupazione di dicembre, 5 studenti (appartenenti al gruppo LPS e non) sono stati pescati nel mucchio di ragazzi che hanno partecipato attivamente alle giornate di occupazione.
Questi ragazzi sono stati utilizzati come capro espiatorio dalla preside e convocati ad un consiglio d’istituto straordinario.
Tuttavia la carta con la quale questi studenti sono stati chiamati a rispondere delle azioni della loro scuola presentava non pochi vizi di forma, ovvero disattenzioni o dimenticanze all’interno di questo
atto ufficiale, come ad esempio la data dei giorni di occupazione indicata a Novembre e la mancanza di un responsabile dell’istruttoria, oltre a presentare capi d’accusa assolutamente falsi tra cui atti che violano il rispetto e la dignità umana: violenza privata, minacce, percosse, ingiurie e
reati di natura sessuale, atti di bullismo, atti che denigrano e mettono in cattiva luce l’immagine ed il decoro dell’istituzione scolastica molte altre cose che chiunque abbia partecipato all’occupazione del Principe Umberto può confermare siano false, e che queste infrazioni del regolamento d’istituto si
trovano casualmente tutte nella tabella che indica come pena le due settimane di sospensione e dunque la probabilissima bocciatura.
Durante il consiglio d’istituto è stato fatto notare alla preside e ai consiglieri gli errori che erano stati commessi, e di come non solo gli studenti debbano sottostare alle regole burocratiche che sono tanto care alla dirigenza solo quando devono annullare un’assemblea d’istituto o quando gli fanno comodo.
Nonostante l’insistenza della preside, gli studenti-imputati si sono limitati a rispondere di ciò che è successo nei giorni di Novembre (come indicato nella convocazione), evidenziando come in quei giorni l’attività scolastica fosse stata svolta regolarmente.
Questo, sembra aver indisposto a tal punto la preside da denunciare uno dei ragazzi in questione (l’unico maggiorenne) e questo presumibilmente è stato un modo per cercare di intimidire tutti. Vogliamo che la preside e tutti sappiano che non ci fermeranno con le minacce e le denunce, siamo consapevoli di essere nel giusto di chi combatte contro le ingiustizie e per delle buone cause.
Per quanto riguarda i problemi dell’edilizia scolastica la lotta studentesca non si ferma qui.
Continueremo il nostro percorso più forti e numerosi di prima!
NON SPEGNI IL SOLE SE GLI SPARI ADDOSSO!
#PotereAgliStudenti #Sospendetecitutti #SosteniamoIlPrincipeUmberto”.
A sostegno dei ragazzi del Principe Umberto, alla preside è stata inviata una lettera sottoscritta da 49 ex allievi, anch’essi rei di aver occupato negli anni ’80.
Cara Preside del Liceo Scientifico Principe Umberto, permetta che ci presentiamo : siamo ex allievi della Sua scuola e della scuola del Preside Fortunato Cavalieri.
Apprendiamo di una convocazione di alcuni studenti rei di aver partecipato ad una occupazione della Nostra scuola.
Non conosciamo la vicenda e quindi non entriamo nei dettagli, ma vogliamo raccontarle una storia.
Era il 1981 al Liceo Scientifico Principe Umberto di Catania.
La struttura era quella che era nonostante i tanti soldi spesi. Non avevamo neanche la palestra nonostante fosse stata costruita. Nepotemmo usufruire solo dopo un anno di scioperi e tanti cortei. Un bel giorno arrivò la notizia che, a causa della chiusura di una succursale, avremmo dovuto fare i doppi turni.
La scuola non è solo un posto dove si impara. E’ anche palestra di vita, di crescita di rapporti.
I doppi turni non solo sarebbero stati un disagio per tutti, ma anche un impedimento a vivere la
scuola oltre i libri.
Verificammo che i doppi turni si potevano evitare realizzando delle classi in legno.
Costavano poco (forse questo era il problema) e occorreva poco tempo per realizzarle. Ci dissero
che non si poteva fare.
Tenemmo un’assemblea e decidemmo di occupare la scuola per diversi giorni.
Alla fine vincemmo noi. Le classi furono realizzate e forse sono ancora lì.
La cicatrice sul pavimento nell’androne della scuola, su cui ancora oggi lei stessa cammina, fu frutto di una lotta selvaggia durata un mese, tra scioperi e occupazione dei locali dell’assessorato provinciale scolastico. Non avevamo i riscaldamenti per un guasto che nessuno intendeva riparare, e solo dopo il nostro sit-in negli uffici della provincia, magicamente tutto si risolse. Noi studenti sacrificammo un mese di lezione per quel risultato, ma nessuno ci denunziò, perché ci riconoscevano il Diritto di protestare per ciò che ci spetta La storia non finisce con la nostra Vittoria. La storia è continuata in tutti questi anni.
Chieda a dei ragazzi diplomati nel quinquennio ‘83-‘88. Chieda cosa è stata quell’occupazione.
È stato il momento più alto di crescita adolescenziale per centinaia e centinaia di ragazze e ragazzi.
Ci rivedemmo poco più di vent’anni dopo nella nostra scuola, ed eravamo in tanti, perché tutti avevamo vissuto quei momenti, anche chi materialmente non aveva occupato.
Rioccupammo simbolicamente la scuola, il nostro Preside, il Preside Cavalieri, prese la parola.
Fu accolto da un boato di applausi che durò minuti e minuti. Pianse dalla commozione e dal riconoscimento.
Cara Preside, non vogliamo entrare nel merito della vicenda, ma non criminalizzi mai dei ragazzi che si battono per quello in cui credono, a maggior ragione in questi tempi di crisi di coscienze politiche e sociali.
Sia invece orgogliosa di questi ragazzi perché sono la dimostrazione che la sua, la nostra scuola, è palestra di Vita e di Ideali.
La Scuola è germoglio di sogni.
Faccia sognare i suoi alli

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