lunedì 22 gennaio 2018

pc 22 gennaio - ELEZIONI: I DUE LIVELLI

In questa fase elettorale siamo di fatto di fronte a una sorta di due livelli.
C’è il livello da campagna elettorale vera e propria, tutto centrato su alleanze sì o no, su liste, capilista, personaggi, lotte interne agli schieramenti o agli stessi partiti, piani e proposte buone solo per propaganda elettorale ad usum mass media, ma su cui neanche gli stessi proponenti ci giocherebbero un centesimo, ecc. ecc.
Una campagna che apparentemente se ne frega di qualsiasi problema minimamente serio.

Ma c’è un altro livello; questo livello agisce contemporaneamente, con tempi celeri, e sembra andare in parallelo con il primo livello, salvo incontrarsi a elezioni fatte.
Questo livello, fatto da economisti, ministri, alcuni neanche impegnati nelle elezioni (vedi Calenda), dallo stesso Gentiloni ("spinto" a candidarsi...), non sta affatto aspettando le elezioni per agire subito o per preparare i programmi effettivi del nuovo governo.

Questo livello è concentrato su due piani soprattutto, più un terzo collegato.
Il piano dell’intervento imperialista dell’Italia in Africa, e in legame, il piano antimigranti; e il piano della nuova politica economica per i padroni. A quest’ultimo è collegato il nuovo piano verso la scuola, una sorta di fase due della “buona scuola”.
Il piano di guerra, neocoloniale dell’imperialismo italiano è quello più agente e spudorato, varato il
giorno dopo lo scioglimento formale del parlamento, e che continua in questi giorni in maniera veloce: il piano è stato approvato in men che non si dica, con uno schieramento veramente trasversale, ed è stato deciso tutto: numeri di uomini, cifre dei finanziamenti, commesse militari per ammodernare il nostro armamentario di guerra, compiti (ufficiali e ufficiosi), ecc.
Il nuovo piano industriale, per ora solo presentato da Calenda e Bentivogli, traccia precisamente le politiche a sostegno del capitale nella nuova legislatura, che tutti, chiunque vinca, si devono impegnare ad applicare (e, in effetti, le dichiarazioni di sostegno entusiastico arrivano da centrosinistra come da centrodestra).
Effetto di questo piano è la seconda fase della “buona scuola”, dove la formazione culturale non interessa nessuno, ma solo la formazione in funzione della forza-lavoro futura che serve al capitale.

Questo è il livello effettivo della/per la borghesia, quello determinante della politica del prossimo governo.
C’è un livello di “parole” e un livello di “fatti”.

Ma tutto questo sembra passare sopra la testa anche di quelle forze alla estrema sinistra, come “Potere al popolo” che si sta presentando alle elezioni. Per esse è come se contasse solo il primo livello; il secondo, quello effettivo, è come “non pervenuto...”.
La mobilitazione anche di questa lista è tutta interna alla “normale” campagna elettorale. Dove sta una mobilitazione che attacca quei punti chiave dell’azione già in corso della borghesia italiana e della politica del futuro governo?
Anche il programma di “Potere al popolo”, confondibile con quello di altre liste di “sinistra”, una raccogliticcia lista della spesa, sono parole che non si impattano assolutamente con il piano reale della borghesia.
E qui, viceversa che per le liste dei partiti borghesi, i due “livelli”, i due “tempi”, quello elettorale, con tutti i riti e miti elettorali, e quello che si promette “di lotta”, addirittura di “rivoluzione”, così non si incontreranno mai...

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