giovedì 11 gennaio 2018

pc 11 gennaio - Documento sulla strategia militare dell'imperialismo USA

da un articolo di
Manlio Dinucci | ilmanifesto.it

09/01/2018
Un libro dal contenuto veramente esplosivo, uscito poco prima a firma del presidente Donald Trump: «Strategia della sicurezza nazionale degli Stati uniti». È un documento periodico redatto dai poteri forti delle diverse amministrazioni, anzitutto da quelli militari.
Rispetto al precedente, pubblicato dall'amministrazione Obama nel 2015, quello dell'amministrazione Trump contiene elementi di sostanziale continuità. Basilare il concetto che, per «mettere l'America al primo posto perché sia sicura, prospera e libera», occorre avere «la forza e la volontà di esercitare la leadership Usa nel mondo».
Lo stesso concetto espresso dall'amministrazione Obama (così come dalle precedenti): «Per garantire la sicurezza del suo popolo, l'America deve dirigere da una posizione di forza».
Rispetto al documento strategico dell'amministazione Obama, che parlava di «aggressione russa

all'Ucraina» e di «allerta per la modernizzazione militare della Cina e per la sua crescente presenza in Asia», quello dell'amministrazione Trump è molto più esplicito: «La Cina e la Russia sfidano la potenza, l'influenza e gli interessi dell'America, tentando di erodere la sua sicurezza e prosperità».

In tal modo gli autori del documento strategico scoprono le carte mostrando qual è la vera posta in gioco per gli Stati uniti: il rischio crescente di perdere la supremazia economica di fronte all'emergere di nuovi soggetti statuali e sociali, anzitutto Cina e Russia le quali stanno adottando misure per ridurre il predominio del dollaro che permette agli Usa di mantenere un ruolo dominante, stampando dollari il cui valore si basa non sulla reale capacità economica statunitense ma sul fatto che vengono usati quale valuta globale.
«Cina e Russia – sottolinea il documento strategico – vogliono formare un mondo antitetico ai valori e agli interessi Usa. La Cina cerca di prendere il posto degli Stati uniti nella regione del Pacifico, diffondendo il suo modello di economia a conduzione statale. La Russia cerca di riacquistare il suo status di grande potenza e stabilire sfere di influenza vicino ai suoi confini. Mira a indebolire l'influenza statunitense nel mondo e a dividerci dai nostri alleati e partner».
Da qui una vera e propria dichiarazione di guerra: «Competeremo con tutti gli strumenti della nostra potenza nazionale per assicurare che le regioni del mondo non siano dominate da una singola potenza», ossia per far sì che siano tutte dominate dagli Stati uniti. Fra «tutti gli strumenti» è compreso ovviamente quello militare, in cui gli Usa sono superiori.

Come sottolineava il documento strategico dell'amministrazione Obama, «possediamo una forza militare la cui potenza, tecnologia e portata geostrategica non ha eguali nella storia dell'umanità; abbiamo la Nato, la più forte alleanza del mondo».

La «Strategia della sicurezza nazionale degli Stati uniti», a firma Trump, coinvolge quindi l'Italia e gli altri paesi della Nato, chiamati a rafforzare il fianco orientale contro l'«aggressione russa», e a destinare almeno il 2% del pil alla spesa militare e il 20% di questa all'acquisizione di nuove forze e armi.

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