mercoledì 20 dicembre 2017

pc 20 dicembre - I GIOVANI PALESTINESI, "L'ARMA" INDOMABILE DELL'INTIFADA!

Dal Manifesto - «Dovrebbe finire i suoi giorni dentro a una cella». È questa punizione che il ministro dell’istruzione e leader ultranazionalista israeliano Naftali Bennett infliggerebbe alle 16enne palestinese Ahed Tamimi, arrestata nella notte di lunedì nella sua abitazione. La ragazza si è macchiata di un omicidio o ha fatto uso di armi? No, ma qualche giorno fa ha schiaffeggiato e sferrato un calcio a due soldati israeliani entrati nel suo villaggio, Nabi Saleh... Ieri è stata arrestata anche la madre Nariman. Ahed è una «provocatrice di professione» ripetono i media israeliani assieme ad esponenti politici e delle forze armate. Due anni fa, dicono, con l’aiuto della madre e usando le maniere forti, strappò il fratello dalle mani di un
soldato. Qualche tempo prima aveva dato un morso a un militare. “Reati” che, invocano tanti in Israele, meritano una punizione esemplare. «È assurdo che Ahed sia stata arrestata. Soldati e poliziotti sono arrivati nel cuore della notte armati fino ai denti, come se ci fosse da catturare pericoloso latitante», ci diceva ieri Basem Tamimi, il padre della ragazza e noto attivista della lotta popolare contro il Muro israeliano in Cisgiordania che nel villaggio di Nabi Saleh va avanti da anni...
«Ahed è un simbolo ma lo è ormai anche Ibrahim Abu Thuraya. La sua uccisione venerdì a Gaza ha scosso tutti i palestinesi e milioni di arabi», ci dice Nasser Atta, un giornalista, riferendosi al disabile palestinese colpito alla testa da un proiettile mentre partecipava a una manifestazione nei pressi della linea di demarcazione tra Gaza e Israele. «Nell’offensiva israeliana ‘Piombo fuso’ di nove anni fa – ricorda Atta – un missile sganciato israeliano spezzò le gambe a Ibrahim. Da allora viveva su di una sedia a rotelle ma lui non si era perduto d’animo, era sempre molto attivo». Le foto apparse in questi giorni mostrano immancabilmente Abu Thuraya con in mano la bandiera palestinese sulla sua sedia a rotelle o nelle campagne a ridosso del confine...
Virale in rete è anche l’immagine di un ragazzo bendato e circondato da due dozzine di soldati israeliani prima di essere detenuto. Quel ragazzo arrestato a Hebron per aver lanciato pietre ai soldati, durante le proteste del 7 dicembre contro la dichiarazione di Trump su Gerusalemme, è Fawzi al Junaidi, 16 anni. È in carcere, a Ofer, alla periferia di Ramallah...
Per i palestinesi Ahed, Ibrahim e Fawzi sono l’espressione più alta di una rivolta di cui sono protagonisti i giovani e che ricorda sempre di più la prima Intifada, quella del 1987 popolare e spontanea.

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