lunedì 6 novembre 2017

pc 6 novembre - Regeni - l'immonda speculazione della Procura di Roma e stampa per confondere le acque e nascondere i veri e soli assassini e complici - il regime del dittatore Al Sisi e il governo italiano Renzi-Gentiloni

La questione qui non è certo voler fare l’apologia di una grande università, che, in nome della tranquillità accademica, ben poco si è esposta per cercare verità e giustizia per Giulio. L’operazione mediatica di ieri però è insopportabile. Visto che le responsabilità della morte di Giulio sono fin troppo evidenti ma che è fin troppo evidente anche che a causa dell’ostruzionismo delle autorità del Cairo sarà impossibile determinarne l’esatta dinamica, si fa finta si essere in un vicolo cieco e di esplorare altre piste: se il colpevole non può essere colpevole bisogna trovarne un altro. A questo giochino infame si presta per l’ennesima volta Repubblica, il giornale che aveva offerto una maxi-tribuna ad Al Sisi per spiegare le sue ragioni a qualche giorno dal ritrovamento del cadavere di Giulio con un’intervista a doppia pagina effettuata dal direttore Calabresi. Il resto segue come da copione: pochi minuti dopo la pubblicazione dell’intervista arriva il post su facebook dell’allora premier Matteo Renzi che conferma che lui ha sempre saputo che c’era qualcosa di losco a Cambridge (altro che Al Sisi!), assicurando la sua attenzione sul caso dopo che il Partito democratico ha rimandato poche settimane fa l’ambasciatore italiano al Cairo, certificando l’impunità per gli aguzzini di Giulio.
Come abbiamo già più volte ribadito, le responsabilità sul caso Regeni non sono solo di alcune persone, ma del governo egiziano e italiano. Quest’ultimo in nome degli interessi economici che il grande capitale italiano ha nella zona, in particolare gli enormi giacimenti petroliferi di Zohr gestiti dall’Eni, ha ridimensionato e velocemente liquidato l’assassinio, che avrebbe potuto rappresentare un ostacolo nella dialettica economica tra i due paesi. Ancora una volta le industrie e le istituzioni nostrane ci dimostrano come non solo sia giustificato, ma anche necessario calpestare le vite e le morti delle persone in nome del profitto.
Sì sa perfettamente la verità su chi sono i mandanti e gli esecutori dell’uccisione di Regeni, ma come sempre, non lo si vuole dire perché significherebbe mettere a nudo un sistema economico che calpesta le vite di milioni di persone e parlare delle istituzioni che ne sono garanti.

Nessun commento:

Posta un commento