lunedì 6 novembre 2017

pc 6 novembre - Genova. Occupata l’Ilva - condividiamo la forma di lotta , ma.....

L’assemblea dei lavoratori dell’Ilva convocata questa mattina dall’rsu ha deciso l’occupazione della fabbrica in attesa che il Governo convochi i sindacati sull’accordo di programma su Genova rispetto al quale al momento sono state solo convocate le istituzioni genovesi per mercoledì pomeriggio.
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Comunicato Slai cobas per il sindacato di classe Taranto

 A Taranto lo Slai cobas sc lo ha detto chiaro: nessuna fiducia nella trattativa romana: 10.000 addetti significa sempre 4.000 esuberi; la conferma della struttura salariale non garantisce i diritti acquisiti e il futuro pensionistico, la parte variabile legata alla realizzazione del piano industriale e alla competitività, significa farla dipendere dal mercato e dal profitto dei padroni e quindi incatena i lavoratori, secondo la logica più produzione, più produttività, più sfruttamento, più salario... e quindi non è affatto garanzia degli attuali salari; d'altra parte, dare la disponibilità come dice Mittal non significa riconoscere i contratti esistenti e i relativi diritti; sul fronte delle bonifiche poi nulla è cambiato nei tempi e piani Am Investco.
Per questo, non riprendere la lotta - come dicono e fanno tutti e tre i sindacati Fim, Fiom e Uil nazionali e locali a Taranto - vuol dire legare i lavoratori mani e piedi ad una trattativa che resta in mano saldamente a padroni e governo.

- Che sia un bene rompere l'unità antioperaia del fronte dei sindacati confederali e all'interno della stessa Fiom è utile per i lavoratori, che invece devono essere uniti alla base solo sui loro interessi.


MA... La linea dura della Fiom di Genova, se nel metodo può essere d'esempio per spronare alla ripresa della lotta gli altri stabilimento Ilva, NEI CONTENUTI NON VA BENE E NON SIAMO AFFATTO D'ACCORDO! 


Essa è e porta avanti una posizione corporativa, che guarda solo a salvare Cornigliano, che vuole una trattativa separata sul suo accordo di programma (che, tra l'altro, ha portato già ad esuberi, con operai
in cig da tempo e ridotti ad essere al pari dei disoccupati, a fare Lavori di pubblica utilità per avere l'integrazione al reddito).
Questa linea non è nuova, anche in passato ha agito di fatto con una logica "mors tua vita mea" - una linea che non è espressione degli interessi comuni della classe, ma di un suo settore: l' "aristocrazia operaia"; una linea che sul tempo è controproducente per tutti, perchè spezza l'unità, la forza degli operai che è l'arma più preziosa che ha la classe operaia per strappare risultati anche in una situazione difficile come questa.

GLI OPERAI DELL'ILVA DI TARANTO CHE GUARDANO CON ATTENZIONE ALLA LOTTA DEGLI OPERAI DELL'ILVA DI GENOVA E DEGLI ALTRI STABILIMENTI, DEVONO RAGIONARE BENE: non solo prendere esempio dalla dinamica della lotta ma anche criticare ogni divisione, battersi per una visione e pratica unitaria: PERCHE' UNITI SI VINCE, DIVISI SI PERDE TUTTI!

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