lunedì 9 ottobre 2017

pc 9 ottobre - ONORE AL COMANDANTE CHE GUEVARA - da un intervento al seminario di proletari comunisti a Palermo

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 ...Che Guevara è diventato un'icona che ha illumina tantissimi giovani. Il Che è stata una delle figure più rappresentative del movimento comunista internazionale in America Latina e lo è ancora oggi.

Il Che dice "il dovere di ogni rivoluzionario è fare la rivoluzione", e mette in campo la sua persona per dimostrarlo, fino al massimo sacrificio della sua vita. In questo egli è anche un simbolo dell'etica di un rivoluzionario. 

L'anniversario della sua uccisione - 9 ottobre 1967 - deve essere anche l'occasione per sgomberare il campo dall'immagine di un “Che di tutti”, dietro cui si nasconde il tentativo di "normalizzare" la sua figura. 

Che Guevara è invece l'immagine stessa del rivoluzionario e comunista. 
Il Che diceva che la dittatura del proletariato è uno Stato fondato sugli atti, sui sacrifici, sulla responsabilità personale, sull'esempio personale. E i comunisti al potere non possono solo dirsi ma essere un esempio.
Alcuni correnti hanno rappresentato il Che come contrario a Stalin:, quando invece Che Guevara dice: “sono arrivato al comunismo grazie a papà Stalin...”.

Che Guevara lascia Cuba per due ragioni:
perchè è convinto che Cuba da sola non ce la può fare, non può esistere un “socialismo cubano”, e sostiene che è importante la diffusione della rivoluzione. In questo c'era una critica a Cuba, nella posizione di limitarsi verso le altre rivoluzione al sostegno politico e ideologico.
Allora vi era una dialettica sana trail Che e Castro, ma la figura del Che emerge nell'idea che la rivoluzione non poteva confinarsi, da un “cortile” non si poteva rovesciare l'imperialismo.
Inoltre, sullo sviluppo economico di Cuba, Che Guevara pensa che occorra costruire realmente un'economia autosufficiente, mentre Castro ha l'idea che questo si poteva raggiungere solo con l'Urss, rendendo Cuba non realmente autonoma dall'Urss. Guevara diceva che non possiamo vivere della canna da zucchero, altrimenti costruiamo un paese socialista dipendente. Il Che aveva ragione.

In questo periodo scoppia un dissidio profondo tra Urss e Cina, che sostiene che la Russia sta perdendo i suoi caratteri socialisti; Mao critica l'Urss per il fatto che pretenderebbe di competere con gli Usa sulla base degli stessi criteri, introducendo una politica di coesistenza pacifica tra imperialismi.
In questo contesto Castro si schiera subito con l'Urss, mentre il Che fa una visita in Cina.
Ma via via che si accentua questo divario, Guevara aspetta che si stabilisca una nuova unità, considerando la questione come lotta tra idee e non criticando il cambiamento di natura dell'Urss.

Il Che impulsa il sostegno al mr, viaggia molto. Ma il Che accentua il carattere che la rivoluzione è un fatto pratico e mette la sordina sulla strategia della rivoluzione.
Privilegio aspetto militare, gruppi di guerriglia, Castro e il Che partono con la la, senza costruire prima il partito.
Il Che non critica l'idea che non il gruppo di guerriglia ma il popolo in armi può condurre la rivoluzione.

Tutto questo si traduce nella fine del Che, pensa che bisogna ripetere la strategia di Cuba in altri paesi, ma senza partito, organizzazione, senza lavoro negli altri paesi, rimane un gruppo isolato tra i contadini. Sottovaluta che il Partito comunista della Bolivia è seguace del partito comunista dell'Urss e, quindi, condanna subito l'azione del Che. Questo, insieme all'arretratezza dei contadini, isola il Che e permette che le truppe dello Stato boliviano prendano il Che e lo uccidono.


Nessuno ci può toccare il Che. Onoriamo il Che in maniera infinita. 

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