martedì 31 ottobre 2017

pc 31 ottobre - Celebrare l'anniversario della Rivoluzione d'Ottobre - intervento del PCm Italia al Seminario Internazionale in Olanda promosso dai compagni filippini

Sull’Ottobre
Celebrare l’anniversario della Rivoluzione d’Ottobre serve a ricordare la vittoria dei proletari sull’imperialismo, all’interno della storia del movimento operaio e comunista.
Sono la borghesia, gli imperialisti che dicono che non bisogna celebrare gli anniversari, perché vogliono cancellare dalla storia le loro sconfitte e le vittorie del proletariato.
E invece i comunisti, i proletari, devono guardare alle loro vittorie, perché queste continuano ad indicare la strada per vincere oggi.
La Rivoluzione d’Ottobre è oggi attuale quanto e più di prima, soprattutto se si guarda a che cosa essa sia stata. L’immagine che più di tutte rende chiaro che cosa sia stata la rivoluzione d’Ottobre è quella di Lenin che con una scopa spazza via tutti i poteri della sua epoca.
Il concetto di spazzare via i padroni, il loro stato e il loro governo è quello che abbiamo voluto porre a centro di questo anniversario perché riteniamo che questo sia oggi il compito principale di tutti coloro che vogliono cambiare lo stato di cose esistenti. Dobbiamo spazzare via i padroni per poter pensare di avere un futuro di lavoro, salario, servizi sociali, una vita decente.
Spazzare via i padroni, il governo, lo Stato, il sistema capitalistico che li genera, oggi il sistema imperialista, è questa oggi l’attualità della Rivoluzione d’Ottobre.
La Rivoluzione d’Ottobre offre tutt’oggi l’indicazione per percorrere questa strada. Dire che la rivoluzione d’Ottobre non è attuale significa negare che l’attualità della via rivoluzionaria.
È questo lo scopo di tutti coloro che la vogliono ridurre a un residuo del passato.


La rivoluzione d’Ottobre ha aperto una nuova epoca nella storia dell’umanità. Dopo di essa è nata l’Internazionale Comunista, vale a dire l’unità internazionale dei proletari e dei popoli contro l’intero sistema dei padroni, contro il sistema imperialista.
Oggi vediamo il mondo attraversato da guerre, i popoli si combattono tra di loro in guerre per interposta persona, per conto dei padroni del mondo. Ebbene, la Rivoluzione d’Ottobre non solo spazzò via la guerra, spazzò via anche le divisioni che ne derivavano in seno ai proletari e ai popoli tutto il mondo, rese concreto, materiale, il messaggio del nostro movimento, ideato da Marx: proletari di tutto il mondo, unitevi! La rivoluzione d’Ottobre avviò la costruzione di una nuova società, la società socialista.
Tutto si può dire, ma nessuno può negare che nel periodo successivo alla Rivoluzione d’Ottobre non c’era nessun disoccupato, a nessuno mancava la casa né i servizi sociali essenziali.

Tutti avevano fiducia in un futuro, nella crescita sociale, nella trasformazione della loro condizione.
Durante la Rivoluzione d’Ottobre tantissimi operai, proletari, contadini, donne divennero dirigenti dello Stato, membri di governo, partecipavano e controllavano gli apparati dello Stato.
È questo quello che serve oggi per cambiare realmente le cose: non solo che i diritti essenziali vengano garantiti dallo Stato, ma anche che questo Stato sia nelle mani dei proletari, delle masse, del popolo.

Il Partito rivoluzionario
Senza un partito rivoluzionario non è possibile fare la rivoluzione. Perché è il partito rivoluzionario che raccoglie nelle sue file gli elementi migliori del proletariato e delle masse popolari e quindi permette loro di prendere nelle loro mani la lotta e dirigerlai. Questo è il Partito Comunista
Il Partito è anche la strategia necessaria per rovesciare uno Stato, un governo, un sistema, è la tattica, necessaria per rafforzarsi e indebolire il nemico finché si è in grado di rovesciarlo e conquistare il potere politico.
La strategia e la tattica che hanno permesso la vittoria di Lenin sono tuttora elementi centrali di qualsiasi idea di rivoluzione in un  paese come il nostro. Questo Partito, per un lungo periodo, deve educare la coscienza delle avanguardie operaie e popolari, perché queste avanguardie non sono già di per sé pronte per la rivoluzione, per conquistare il potere e gestirlo e il Partito è quello che permette l’elevamento della coscienza dei lavoratori, delle lavoratrici e permette loro, alla fine, la possibilità di dirigere effettivamente la lotta verso l’obiettivo finale.
La lotta politica si chiama rivoluzionaria quando ha l’obiettivo si rovesciare lo Stato con forme rivoluzionarie, e quindi richiede inevitabilmente che il Partito proletario che si costruisce sia in grado di forgiare gli strumenti militari per rovesciare lo Stato dell’avversario.
In questo senso il partito rivoluzionario è un partito che non si limita alla lotta legale, alla lotta di massa così come si sviluppa ogni giorno, ma costruisce gli apparati al suo interno e tra le masse per rendere possibile l’attacco allo Stato dei padroni e al suo intero sistema.
Questo attacco non può essere una volta per tutte, ma è un attacco prolungato, che richiede una progressiva accumulazione di forza politico/militare e la capacità di diventare più forti del nemico.
Questa accumulazione di forze richiede l’unità della classe operaia, l’unità dei lavoratori, il sindacato di classe, richiede un fronte unito tra operai, studenti e tutti colori che sono impoveriti o insoddisfatti da questo sistema sociale, che sono sempre di più.
Questo è un sistema sociale non solo sfruttatore ma anche corrotto fino al midollo, che alimenta e allarga la contraddizione tra ricchi e poveri, che ogni giorno ci dà il segno di un peggioramento, di una vera e propria barbarie. Per questo deve essere rovesciato.
Oggi il proletariato non è formato solo dagli operai delle fabbriche, ma anche da tutti coloro che sono sfruttati. Il proletariato oggi ha nelle sue file una gran massa che proviene dai paesi oppressi del mondo: sia quelli che lavorano in particolari settori, sia quelli che arrivano e si rifugiano nel nostro paese. L’unità tra proletari del nostro paese e proletari che provengono da altri paesi del mondo è un elemento di forza per la lotta che facciamo contro il comune nemico.

Stalin e Mao

Va ripreso e affermato nell'intero movimento comunista internazionale il bilancio dell'esperienza della dittatura del proletariato e della questione di Stalin fatto dal PCC guidato da Mao Tsetung.
Esistono due tipi di revisionisti: quelli che negano la rivoluzione d'Ottobre e la costruzione del socialismo guidata da Stalin e quelli nel che negano l'analisi critica della costruzione del socialismo in Urss fatta da Mao Tsetung e messa in pratica nella Grande Rivoluzione Culturale Proletaria in Cina.
Difendere oggi Stalin senza l'analisi critica di Mao è negare il cammino della rivoluzione socialista apertosi con l'Ottobre.
I comunisti cinesi guidati da MaoTse Tung e noi con loro segnaliamo come le divergenze su Stalin non siano meramente storiche, accademiche o di esame astratto dei fatti, ma come esse abbiano una base di classe: “le classi e i partiti e fazioni politiche che rappresentano diverse classi sociali nutrono opinioni divergenti.
Ma la demolizione di Stalin ha il senso di demolire 30 anni di socialismo in URSS e la volontà di cancellare la forma di Stato prodotta dalla rivoluzione socialista: la dittatura del proletariato.
Dopo Stalin non è seguito il regno della democrazia restaurata ma la restaurazione dell’altra forma di dittatura possibile nella società divisa in classi: la dittatura della borghesia, la più tenebrosa, come dimostra il tragitto successivo, fino all’odierno Putin.
I comunisti cinesi guidati da MaoTseTung, e noi con loro, non manchiamo di rilevare come non solo sono messi in discussione gli anni del socialismo in URSS ma anche la grande vittoria nella guerra anti-nazista, che è stata il corollario dell’ultima fase della direzione di Stalin del PCUS. Senza questa direzione, il nazismo avrebbe vinto. Così come rendiamo a Stalin il merito di essere stato nemico inconciliabile dell’imperialismo e di tutta la reazione.
Grazie a proprio questo giudizio storico inconfutabile, i comunisti cinesi diretti da Mao sono stati in grado di analizzare profondamente gli errori di Stalin e di segnalarli con esattezza storica assoluta.
Alcuni sono stati errori di principio, altri furono commessi durante il lavoro pratico. Alcuni avrebbero potuto essere evitati, altri erano difficilmente evitabili, dato che mancava qualsiasi esperienza precedente di dittatura del proletariato alla quale si potesse agevolmente riferire.
L’aver smarrito questo approccio corretto e scientifico nella valutazione di Stalin, ha confuso le acque, ha contribuito a cancellare il filo rosso che caratterizza la storia del movimento operaio e del movimento comunista internazionale e ne costituisce la memoria consolidata da cui ripartire e avanzare.
I comunisti cinesi guidati da Mao, e noi con loro, segnaliamo come il metodo di pensiero di Stalin riguardo certi problemi si sia allontanato dal materialismo dialettico per cadere nella metafisica e nel soggettivismo e, per questa ragione, si allontanò dalla realtà e si staccò dalle masse.
Così come è necessario segnalare come Stalin abbia confuso, in certi periodi e su certi problemi, le due categorie di contraddizioni di differente natura: contraddizioni tra il nemico e noi e contraddizioni in seno al popolo, e, di conseguenza, abbia confuso anche i metodi per la risoluzione di queste due categorie di contraddizione.
Bisogna affermare che gli errori di Stalin, che hanno causato danni sia all’URSS che al MCI, occupano solo un posto secondario e devono essere considerati come come un lezione della storia e una messa in guardia affinché i comunisti, ovunque agiscano, non commettano a loro volta gli stessi errori o ne commettano meno.

Avanti sulla via dell’ottobre per la rivoluzione socialista nei paesi imperialisti
Avanti nella costruzione dei partiti comunisti marxisti-leninisti-maoisti in tutto il mondo
Nel segno dell’ottobre, uniamoci per una conferenza internazionale che dia vita a una nuova Organizzazione internazionale dei comunisti


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