domenica 22 ottobre 2017

pc 22 ottobre - I LAVORATORI DELLA LOGISTICA CON I SINDACATI DI BASE LOTTANO E CGIL, CISL, UIL VANNO A CONTRATTARE AL MISE - MA PER COSA?

"E' positivo l'avvio del confronto sulla logistica che deve portare a sancire un patto tra tutte le parti sul modello organizzativo del settore". Così il segretario confederale della Cgil Vincenzo Colla e la segretaria nazionale della Filt Giulia Guida sull'incontro al Mise, alla presenza dei Ministeri dell'Interno, del Lavoro e dei Trasporti, delle organizzazioni confederali e di categoria e delle associazioni datoriali.
"Quello della logistica - evidenziano i due sindacalisti - è un settore strategico per l'economia, dove sono in atto le grandi trasformazioni del mercato e sono in corso investimenti in innovazione ma che contiene tutte le fragilità del sistema" (Trafiletto de Il Sole 24 Ore).

I lavoratori della logistica sono momentaneamente usciti da una lunga e importante lotta/scontro nella SDA, ma prima, durante, dopo, in tantissime realtà della logistica, soprattutto al nord, da Brignano a tante realtà della Lombardia, del Veneto, all'Emilia Romagna, ecc., i lavoratori lottano, fanno scioperi, presidi, picchetti, manifestazioni, ecc.;
tutte lotte organizzate dai sindacati di base e di classe, in cui i sindacati confederali sono totalmente assenti o, peggio, in alcune poche realtà, attaccano le lotte, e danno una mano rilevante ai padroni e Stato per reprimerle. 

Ma, oggi, a contrattare al Mise, stanno loro, i sindacati confederali - che non hanno nessun titolo di parlare e decidere in nome e per conto dei lavoratori! 

Questi si siedono al Tavolo per sancire con i grandi padroni del settore, spesso multinazionali che usano un sistema infinito di cooperative, con appalti e subappalti, che portano avanti permanentemente sistemi organizzativi, di lavoro, di comando schiavistici, un patto.
Un patto, per cui la premessa e il fine è - come dichiarano i sindacalisti - la difesa di questo settore, delle sue trasformazioni, innovazioni in funzione del mercato. 
E cos'altro questo significa se non aumento della produttività e più sfruttamento per i lavoratori?

Questi ipervenduti sindacalisti si lamentano della "fragilità del sistema" e le vogliono risolvere. Ma che intendono per "fragilità"? La condizione dei lavoratori senza minimi diritti (che chiamare "fragilità" è un eufemismo spudorato) o le forti lotte e gli scioperi che mettono in crisi i padroni e padroncini? - "La seconda che hai detto", avrebbe detto Guzzanti.

Sarà per questo che in una trattativa sindacale di lavoro, per la prima volta, sta anche il Ministro degli Interni?

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