lunedì 16 ottobre 2017

pc 16 ottobre - PERCHE' LA RIVOLUZIONE D'OTTOBRE NON E' LONTANA...

Stralci dalla relazione fatta nel circolo proletari comunisti nell'incontro del 12 ottobre scorso:

"...La Russia era un paese imperialista, impegnato in una guerra imperialista, che decimava milioni di uomini, mentre al suo interno i contadini, gli operai, le masse non ce la facevano a sopravvivere.
Il governo provvisorio di Kerenskij che aveva preso il posto dello zar, caduto con la rivoluzione del febbraio del 1917, invece di mettere fine alla guerra, la rilanciò.
Occorreva rovesciare anche questo governo. Le parole d'ordini del Partito bolscevico di Lenin furono: la terra ai contadini, la pace per tornare a casa e mettere fine alla guerra, per
il potere e lo Stato degli operai e dei contadini. Potere basato sui soviet, simili ai consigli di fabbrica.
A questi organismi passò nel ottobre del '17 tutto il potere, gli operai, i contadini avevano tutto il potere di decidere, perchè potere legislativo ed esecutivo erano unificati.

Con l'insurrezione del 7 novembre il decreto sulla pace e sulla terra furono fatti in pochi giorni. I soldati tornarono immediatamente a casa, e il potere dei soviet permetteva ai soldati di passare immediatamente per le armi ufficiali che vi si opponevano.
Nelle fabbriche furono immediatamente allontanati i padroni, i capi e le fabbriche passavano nelle mani degli operai. Tutti i proprietari furono immediatamente espropriati. Tutte le proprietà, ricchezze passarono allo Stato proletario, le banche, le industrie furono nazionalizzate e consegnate ai soviet.

Questo nuovo potere si chiamò “dittatura del proletariato”, perchè era la dittatura della maggioranza verso la minoranza di sfruttatori, ma oer i proletari e le masse esso fu il potere più democratico esistito.
Il numero dei morti del potere della dittatura del proletariato furono molto limitati rispetto ai morti per la guerra, per la fame, dei tempi dello zar.

La più clamorose della storia dell'umanità per creare una società di liberi e uguali non nacque però dall'oggi al domani. La rivoluzione d'ottobre è il culmine di una lunga lotta, durata 17 anni, in cui si passò dal regime della Russia alla dittatura del proletariato.
Questa rivoluzione proletaria affonda le sue radici in Marx. In tutti i paesi nascono partiti marxisti, ma in Russia ha la fortuna di trovare Lenin che ripulisce il partito da opportunisti ed estremisti, e ne fa il partito della classe operaia capace di trasformarsi in una macchina da guerra. Un partito che dirige le lotte delle masse, dei contadini, lotta sindacale ma che lavora per la conquista del potere.
Diventato maggioranza nel Partito, Lenin comincia il cammino, analizza la situazione e vede che ci vogliono due tappe: prima sconfiggere il potere dello zar poi rovesciare il governo delle classi borghesi.

La guerra dimostra al popolo russo e a tutto il mondo che quel sistema portava le masse ad una carneficina per far fare profitti ai padroni, prima, durante e dopo la guerra.
Quando scoppia la guerra, si vede che anche i partiti che si chiamano socialisti, non sono tutti uguali; gli opportunisti vogliono difendere la loro borghesia, dicono: se c'è la guerra dobbiamo essere uniti. Tutti i partiti che erano sostenitori di una rivoluzione. E che avevano promesso di battersi per la fine alla guerra, poi non lo fanno.
Solo Lenin e pochi altri dicono che esistono due classi: il proletariato e la borghesia, i cui interessi non possono unirsi neanche nella guerra. Esiste una classe internazionale che è il proletariato e le masse popolari e non esistono divisione in base alle nazionalità.
La guerra può finire se si capisce – dice Lenin - che chi ci ha mandato in guerra è nostro comune nemico.
Per questo la rivoluzione conquista milioni di soldati che rivolgono le armi invece che contro i soldati degli altri paesi, contro i loro governanti. Gli operai trasformano la produzione indirizzata verso la guerra, e si apre un grande dibattito.

Nell'aprile del 17, Lenin chiarisce che non c'è da aspettare niente, c'è da prendere il potere, perchè quelli che avevano preso il potere a febbraio non vogliono mettere fine alla guerra, al potere dei padroni. All'inizio anche all'interno del partito Lenin trova resistenza.
A questo punto nelle fabbriche si vota e i bolscevichi diventano maggioranza e il messaggio di Lenin arriva dovunque. Il potere borghese cade come una pera matura, la rivoluzione è una festa degli oppressi.
La rivoluzione attua subito quello che ha detto. Fa subito il decreto sulla pace, sulla terra, il passaggio del potere ai soviet è immediato, come la consegna delle armi agli operai e ai contadini. Questo fa si che le decisioni possono essere attuate subito.
Il potere dei soviet proclama subito anche la liberazione delle nazioni oppresse: tutte le nazioni potevano essere libere di staccarsi dalla Russia, l'autodeterminazione dei popoli era sacra. Ma qui i popoli votano per unirsi alla Russia e quindi i popoli si schierano e nasce l'URSS.

Questa rivoluzione, l'instaurazione di un potere del proletariato è quello che vogliamo fare anche nel nostro paese..". 

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